Sarà presentata il prossimo 25 febbraio, presso la Chiesa Valdese di Piazza Cavour a Roma, la «traduzione letteraria ecumenica» (TLE) del Nuovo Testamento. Si tratta dell’esito di un progetto di lungo corso, nato nel 1988 in ambito ecumenico su iniziativa della Società Biblica in Italia (SBI).
Società bibliche e impegno ecumenico
Sorte in ambito protestante all’inizio del XIX secolo con l’obiettivo di offrire delle traduzioni accurate della Scrittura nelle diverse lingue, le Società bibliche hanno assunto dalla metà del XX secolo una dimensione fortemente ecumenica. Il coinvolgimento della chiesa cattolica nel movimento ecumenico dopo il Concilio Vaticano II ha visto scaturire nel 1968 – dalla collaborazione tra il Segretariato per l’unità dei cristiani e l’Alleanza biblica universale (United Bible Societes) – le linee guida per la cooperazione interconfessionale nella traduzione della Bibbia (Guiding Principles for Interconfessional Cooperation in Translating the Bible, poi rivisti e aggiornati nel 1987; cf. qui).
Primo frutto di questa svolta epocale è stata la Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (TILC), pubblicata nel 1985, una traduzione (a «equivalenza dinamica») curata assieme da evangelici e da cattolici con l’obiettivo di rendere possibile una lettura scorrevole per tutti, in un italiano facilmente accessibile. La dimensione interconfessionale della TILC veniva a colmare una lacuna sul panorama delle traduzioni italiane. Esisteva infatti una precedente Bibbia Concordata (del 1968) – a cui avevano preso parte cattolici, evangelici, ortodossi ed ebrei – ma ogni singolo libro era stato in quel caso tradotto da un solo membro di una diversa appartenenza religiosa.
Il progetto della TLE è stato presentato nel 1997 dall’allora presidente della Società Biblica in Italia, il pastore Paolo Ricca, con una lettera nella quale si rivolgeva a tutte le Chiese che avrebbero voluto partecipare chiedendo di collaborare a una traduzione biblica «letteraria», che sarebbe stata non solo uno strumento ecumenico, ma un «segno» importante per la società, in quanto avrebbe rivelato «che sul terreno del lavoro biblico, cioè nel servizio alla Parola di Dio, le Chiese sono capaci di un impegno comune e di una collaborazione fraterna». Molto ampio l’elenco delle chiese che hanno accolto subito la proposta, qualificando la dimensione ecumenica del lavoro[1].
La «Traduzione Letteraria Ecumenica»
La novità del progetto è stata la scelta di procedere a una traduzione essenzialmente letterale, più fedele ai testi (secondo il criterio della «equivalenza formale»), che la distingue dalla TILC. Ovvero, una traduzione che si vuole più attenta al rispetto della forma e del mondo del testo, piuttosto che alla sua «funzionalità» comunicativa nelle lingue correnti; attenta a «una forma dignitosa e apprezzabile» e capace di «rinviare il lettore alla “lontananza” nel tempo e nello spazio del testo di partenza» (cf. Valdo Bertalot, nella lettera di presentazione del progetto TLE).
Nel 1999 ha visto la luce la traduzione del Vangelo di Giovanni, cui sono seguiti il Vangelo di Matteo (2002), le Lettere di Giovanni (2003), il Vangelo di Marco (2004), le Lettere di Pietro e Giuda (2007), le Lettere a Timoteo e Tito (2009). Dal 2019 è ripresa la traduzione dei libri restanti del Nuovo Testamento, oggi completata e finalmente pubblicata (Società Biblica in Italia – Elledici, Roma-Torino 2025, 560 pp., € 15.00, ISBN: 978-88-01-06946-4).
La TLE si propone come traduzione ecumenica non solo per le numerose chiese che la sostengono, ma anche per il metodo di lavoro seguito. Ogni libro del Nuovo Testamento, infatti, è stato tradotto da una coppia di studiosi di due confessioni diverse che hanno lavorato assieme. L’intera traduzione è stata poi sottoposta al vaglio di un gruppo ecumenico di revisori, cui si è aggiunto un italianista; infine, ogni singola chiesa partecipante al progetto ha potuto rivedere l’intero testo del Nuovo Testamento e proporre, se necessario, le proprie osservazioni. Il processo è stato coordinato dal Segretario generale della SBI, Mario Cignoni (chiesa Valdese), in stretta collaborazione con il Presidente, Luca Mazzinghi (chiesa Cattolica), che presenteranno il volume nella serata del 25 febbraio a Roma.
Insomma, una traduzione letteraria che cerca il più possibile di riprodurre il mondo del testo biblico in un linguaggio curato e che spicca per la sua marcata dimensione ecumenica, così che tutte le chiese aderenti al progetto possono utilizzarla, auspicabilmente anche assieme nei contesti ecumenici. La nuova traduzione non intende infatti sostituire quelle attualmente in uso nelle diverse confessioni, ma affiancarsi ad esse.
Impegno profetico e urgente
Alla pubblicazione della traduzione del Vangelo di Giovanni, Paolo Ricca – firmando la Prefazione – osservava che se i cristiani si sono separati è anche perché si sono allontanati, in modi diversi, dall’unica parola di Dio. Affermazione coraggiosa, che individuava i motivi delle divisioni interne alla cristianità non soltanto nelle legittime differenze nella interpretazione dei testi biblici, ma anche nei molti tradimenti di tutte le parti nei confronti dell’unica Parola.
Per questo, l’impegno delle chiese a rimettere al centro della vita di ogni credente la Parola è segno che una vera fraternità è veramente possibile proprio se si riparte sempre da questo gesto. Profezia necessaria in un tempo segnato da guerre crudeli e senza fine che toccano anche il cuore dell’Europa, già testimone di sanguinose guerre confessionali, dove risuona ancora urgente l’appello ai cristiani a essere insieme «operatori di pace» (Mt 5,12).
[1] La Chiesa Cattolica in Italia (CEI); la Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia (Patriarcato Ecumenico); il Vicariato Ortodosso Romeno d’Italia; l’Unione italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno; la Chiesa Apostolica Italiana; l’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia; l’Esercito della Salvezza; la Chiesa Evangelica Luterana in Italia; la Chiesa Evangelica Valdese (Unione delle Chiese Valdesi e Metodiste); la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia; l’Alleanza Evangelica Italiana; la Consulta Ministeriale Evangelica. Cui si sono aggiunte la Church of Scotland, la Federazione Chiese Pentecostali (FCP), le Chiese evangeliche pentecostali della Valle del Sele e dell’Irno, l’Assemblea dei Fratelli di Firenze, la Chiesa cristiana La Gioia, la Chiesa Cristiana Vetero-Cattolica.