In questa IV domenica del Tempo Ordinario riascoltiamo la celebre pagina delle Beatitudini e ci lasciamo provocare dalle parole di Gesù, che ci insegna le strade della felicità: Mt 5,1-12a.
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
Una parola rivolta al cuore
Questa pagina del Vangelo di Matteo attraversa i secoli e giunge a noi viva, efficace, penetrante. La novità che emerge dalle parole del maestro Gesù è radicale in ogni tempo e mantiene sempre tutta la sua forza, parla al cuore di ogni uomo, perché risponde al bisogno di felicità che tutti portiamo dentro.
Molto spesso la Scrittura ci mette in difficoltà, perché ci troviamo di fronte a pagine che non comprendiamo, troppo lontane da noi per linguaggio e cultura, troppo problematiche per il loro messaggio, troppo enigmatiche per diventare vita.
Questa pagina, invece, parla una lingua “semplice”, fatta di cose che conosciamo, e per questo ci provoca e ci attrae, ci sfida e ci consola, raccontandoci di un Dio che ci vuole felici e di situazioni, atteggiamenti, sentimenti che possono essere una strada per diventarlo.
Per un attimo, dimentichiamo l’abitudine che ci porterebbe ad ascoltare stancamente parole che sappiamo quasi a memoria.
Per un attimo, lasciamo da parte la diffidenza e il cinismo di fronte a promesse che ci sembrano troppo grandi, di fronte a impegni che temiamo troppo ardui.
Per un attimo, lasciamoci provocare da un ascolto sincero, “nuovo”, di queste parole rivoluzionarie. E cominciamo col cogliere ciò che ci è accessibile, ciò che è troppo immediato per non essere compreso, ciò che può diventare il nostro “buon proposito” di oggi.
Beati perché…
Beati i miti. È esperienza quotidiana la nostra difficoltà nel rispondere con mitezza a provocazioni o anche più semplicemente a ciò che ci infastidisce, non rientra nel nostro modo di fare, è lontano dalla nostra formazione, ci fa innervosire o arrabbiare. Possiamo cominciare da qui, ripetendoci dentro, nei momenti di impulsività forse aggressiva, beati i miti, perché avranno in eredità la terra.
Beati i misericordiosi. Conosciamo bene la tentazione che ci porta a condannare, a giudicare senza appello, a demolire, puntare il dito, caricare di aggravanti, con tanta, tanta fatica per perdonare e guardare l’altro con misericordia e con verità. Nelle circostanze in cui prevale il giudizio e la voglia di rivalsa, dentro al cuore possiamo ripetere: beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati gli operatori di pace. È urgente oggi più che mai costruire la pace, nei cuori feriti e sconvolti, nelle menti confuse e disorientate, nelle relazioni familiari e sociali incrinate; è urgente diffondere cultura di pace e ricucire, per quanto possibile, le ferite di ogni guerra.
In questo mondo in cui risuonano da ogni parte minacce e che non riesce a trovare una via di dialogo, ripetiamo senza stancarci: Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Perché credere deve sembrarci sempre difficile? Iniziamo dal gioire per le promesse di Dio che accompagna le varie situazioni della vita, che ci apre davanti tante strade per la felicità, che conosce ed entra nelle nostre storie. Iniziamo dai piccoli passi possibili: basta una lacrima condivisa, lasciarsi muovere da un’ingiustizia, attraversare con dignità una sofferenza o un’umiliazione, guardare il mondo con occhi e cuore puliti.
Crediamo nelle parole di Gesù, lui conosce il cuore dell’uomo e non ci tradirà. La felicità è possibile ed è racchiusa nei nostri piccoli passi; la felicità è certa ed è Lui a donarcela in pienezza.