In questa VI domenica di Pasqua ascoltiamo da Gesù l’invito dolce e forte ad amarci gli uni gli altri, per portare ancora un frutto che rimane: Gv 15,9-17.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
Parole dilatate nel tempo
Duemila anni sono stati attraversati dal comando dolce, impegnativo e affascinante di Gesù: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi.
Sono secoli di storia dalle mille sfumature, dove non mancano pagine oscure, di scandalo e di tradimento, ma ce ne sono altre illuminate da squarci di luce, tutte le volte che qualcuno (e sempre c’è stato) ha preso quelle parole sul serio e ne ha fatto la sua ragione di vita, un ideale più importante della vita stessa.
Questo brano del Vangelo di Giovanni non ha bisogno di molte spiegazioni: è immediato, chiaro, facilmente comprensibile. Ma queste poche parole scandite da Gesù nell’ultima cena si moltiplicano a dismisura se guardate mentre si dilatano nel tempo, plasmano le diversificate esperienze di vita, generano la lunga catena della “storia degli effetti” che davvero non finiremmo mai di raccontare.
Sono i frutti che l’amore di Gesù genera in ogni epoca, in ogni paese, quando trova il terreno disposto ad accoglierlo e a ridonarlo.
Ogni volta che un uomo o una donna si mettono a disposizione di questo amore, lo mettono come loro principio di vita e come criterio di scelta, allora si genera novità, si sperimenta gioia, si diventa amici di Dio, si conosce il cuore traboccante del Padre e si diventa portatori della sua tenerezza.
Chi ha accolto il comandamento di Gesù ha scritto una storia di conversione e di scelte profetiche, di dono gratuito e di perdono senza condizioni; ha vestito, sfamato, istruito e guidato, ha sperimentato e annunciato che vale la pena vivere amando, amare vivendo tutto quello che ogni giorno propone.
Sulle strade di oggi
Ma questa storia continua, perché ancora Gesù sceglie, ancora costituisce per andare e portare frutto, ancora chiama amici, e comanda, oggi e sempre, di amarsi gli uni gli altri.
Il corpo di Cristo, che è la Chiesa, cammina sulle strade di oggi e continua a cercare, pur con tutti i limiti di chi la costituisce, le vie per vivere il comandamento dell’amore e per continuare a scrivere quella storia luminosa che esso genera.
Se guardiamo la nostra vita, riconosciamo queste tracce in chi si è preso cura di noi, ha desiderato e lavorato per il nostro bene, ci ha accolto e accompagnato perché trovassimo la nostra strada.
E anche noi, oggi, siamo chiamati amici, e invitati a lasciarci provocare dalle parole di Gesù, per permettere all’amore di far nascere in noi qualche scelta coraggiosa, una novità che porti speranza, un progetto motivante, o anche solo di tessere con i fili della pazienza e della tenerezza i gesti quotidiani e le relazioni di ogni giorno.
Nella storia degli effetti di quel comandamento può esserci anche la nostra piccola storia, se siamo disposti a lasciarci scegliere dall’amore e a seguirlo. Forse saranno più le cadute che i successi, ma in fondo l’amore sa anche perdonare e ogni volta possiamo ricominciare, sentendoci rialzati e inviati dalla voce dolce del nostro Maestro e Signore: amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi. Il resto, viene di conseguenza.