Nel nostro cammino pasquale siamo giunti all’Ascensione del Signore: Gesù sale al Cielo, ma rimane con noi sempre, non ci abbandona nel cammino: Mt 28,16-20.
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.
Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Questa pagina conclusiva del Vangelo di Matteo è davvero bella; se il Vangelo fosse un romanzo, un mito, il copione di un film, non potrebbe finire in modo migliore. Gesù maltrattato, crocifisso e ucciso, sembrava soccombere alle forze del Male ma, alla fine, ha vinto, è risorto, a lui è dato ogni potere in cielo e sulla terra, e ora i suoi discepoli sono inviati a portare il suo messaggio a tutti i popoli.
Memoria e speranza
Ma quando un romanzo si chiude e un film finisce, noi ci ritroviamo nella realtà, spesso dura e complessa, e a poco ci aiuta il sogno che per qualche tempo ci ha accompagnato e distolto dalle sfide di ogni giorno.
Forse anche Gesù corre il rischio di rimanere soltanto un personaggio lontano, di essere “altro” dalla vita reale, al massimo un diversivo, o un palliativo, in cui cercare consolazione.
No, quella che Matteo ci presenta non è la pagina conclusiva di una bella storia simbolica di sconfitta e di rinascita. È piuttosto la pagina iniziale della storia, della vita, di ogni giornata ed esperienza. Non è il “lieto fine”, ma il “lieto inizio” di ogni speranza e di ogni tempo.
Siamo fatti di memoria, di ciò che è stato, ma viviamo di speranza, di ciò che sarà, di ciò che continuamente inizia. È così per ogni giornata, ogni esperienza, anche per i periodi difficili e per le novità che ci spaventano: siamo sempre in un inizio, ed esso porta con sé le caratteristiche di quel giorno, quando il Signore risorto è asceso al Cielo ma non ci ha lasciato soli.
In ogni inizio c’è la certezza che ogni potere in cielo e sulla terra rimane saldo nelle sue mani, che il Male non potrà essere più forte, che siamo sostenuti e diretti da una Provvidenza benevola.
C’è un invito ad andare, sempre, dove quel tempo, quella stagione della vita, quella scelta o quella necessità ci conducono, senza fermarsi e indietreggiare, senza scoraggiarsi e bloccarsi.
Uno sguardo verso il futuro
In ogni inizio c’è la missione a portare la testimonianza cristiana a tutti, perché conoscano e siano immersi nel mistero d’amore che lega il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.
E c’è, soprattutto, una presenza che non ci abbandona, che non ha limiti di spazio e di tempo, che non ha fine ed è con noi tutti i giorni, da ora finché tutto non si compirà.
Invece che guardare alla vita voltandoci indietro, fermi alle porte che si chiudono e alle occasioni che non ritornano, potremmo guardarla con lo sguardo rivolto al futuro, come chi sa che ogni giorno è una nuova missione e un nuovo impegno e si prepara ad andare dove la strada conduce, disposto a lasciarsi accompagnare anche nei dubbi e nelle esitazioni, che fanno parte della vita di ogni uomo.
Gesù ascende al Cielo, ci lascia, ma proprio questo suo lasciarci gli permette di rimanere con noi, con la forza e la presenza de suo Spirito.
Sì, il Risorto è con noi tutti i giorni, fino alla fine del mondo: è questo il lieto inizio da cui ripartire sempre.