Buon nuovo anno 2023! Leggiamo insieme il Vangelo che la liturgia ci presenta in questa solennità di Maria Madre di Dio; con i pastori e Maria adoriamo Gesù Bambino: Lc 2,16-21.
In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.
Incontrare Dio
C’è una gran bella notizia nelle prime righe di questo vangelo: per coloro che vanno, e lo fanno con una certa convinzione e “urgenza”, il viaggio porta frutto: i pastori – racconta l’evangelista Luca – andarono e trovarono.
La vita non è fatta solo di ricerca, di tentativi, e neppure solo di desideri; la vita è anche scoperta, bersaglio centrato, realizzazione delle proprie aspirazioni. E questo anche nella vita di fede: Dio va sempre cercato, e mai si potrà smettere di farlo, perché abita il Mistero, eppure ci sono strade, segni, istanti, avvenimenti in cui possiamo incontrarlo, in cui sentiamo di averlo trovato, lo riconosciamo all’opera, sappiamo di “vederlo” e “toccarlo” anche forse solo per un istante.
Certo, Dio ancora non si presenta su questa terra “allo stato puro”, non lo vediamo “faccia a faccia”. È mescolato all’umanità che ci appartiene e che ci circonda, avvolto nelle forme storiche e culturali del “qui e ora”, intrecciato alle relazioni del nostro vivere.
Ai pastori era stato detto che avrebbero trovato semplicemente «un bambino», ma la loro ricerca li porterà invece a trovare Maria e Giuseppe e il bambino. Il Dio che è stato loro annunciato si mostra in un contesto umano e terreno, è portato da una mamma che lo avvolge in fasce e da un papà che lo custodisce, in una mangiatoia di legno e di fieno che lo contiene.
Dio si unisce a una famiglia e a un popolo, alle usanze e alle leggi di una religione che prescrive la circoncisione; ha un nome proprio specifico, che lo accompagnerà e distinguerà per tutta la vita. E ci dice così che non ci può essere esperienza di Dio al di fuori di un modo singolare, incarnato nella storia e nella cultura, di comunicarlo e di accoglierlo.
Imitando la Madre di Dio
Nel giorno di Capodanno la liturgia celebra Maria, la Madre di Dio. In questo Vangelo, con il suo silenzio accogliente, ci insegna a continuare a cercare e trovare il Signore anche dentro di noi, attraverso l’eco che gli avvenimenti e le parole di oggi hanno nel nostro cuore, in percorsi che ci aiutano a custodire il vissuto e a meditare tutto ciò che attraversa la nostra vita, perché Dio si unisce anche con la mia persona, con la mia esperienza interiore, e nell’intimità del cuore possiamo trovare le tracce per camminare sulle strade della Verità e della Felicità che cerchiamo.
L’augurio per questo nuovo anno è dunque quello di non stancarsi mai di cercare, ma anche di poter sentire ogni giorno la gioia di trovare, nella propria vita e in quella degli altri, Dio che ci attende.
Trovare i segni di Dio in un perdono insperato, nella fede che rimane salda nelle difficoltà, in un ritorno a casa, in un’offerta di pace, nel coraggio di una scelta, nella speranza della Vita che non ha fine, in un’emozione che tocca il cuore.
Trovare come i pastori un bambino che nasce ma riconoscere anche tante “rinascite” che la Grazia di Dio opera nei cuori degli uomini, quando accolgono la Luce che illumina il cammino.
Trovare per lodare e per perseverare, trovare per annunciare poi quel che è stato trovato.
E per cercare, ancora, ogni giorno, in questo nuovo “anno del Signore” che sta davanti a noi.