«A dare risposte sono capaci tutti, ma a porre le vere domande ci vuole un genio» (Oscar Wilde). E Gesù un genio lo era. E ha posto domande vere, tante.
Ludwig Monti, quarantacinquenne forlivese, monaco di Bose, ne ha individuate ben 217, presenti in 136 brani, rivolte ai discepoli (111), agli uomini religiosi (51), alla folla (20), a persone malate (9), ad altri (25), a Dio (1).
L’elenco completo delle domande si trova alle pp. 251-262.
Senza analizzarle tutte, le ha suddivise secondo i vangeli sinottici, lasciando forzatamente da parte l’evangelista Giovanni (solo una domanda). Nel caso le domande riguardassero un tema molto simile, Monti le ha raggruppate in un “grappolo”, da poter esaminare in modo complessivo. L’autore riporta le domande, con un brano più o meno lungo che le contestualizzi brevemente. Il commento è sobrio, due o tre pagine per domanda. Le domande sono stampate in grassetto.
A partire da un precedente lavoro dedicato alle “parole dure” di Gesù, Monti commenta i testi biblici entro i quali compaiono le varie domande, fornendo in tal modo al lettore un prezioso commentario sintetico a una parte importante degli scritti evangelici.
Le traduzioni dei testi biblici ed extrabiblici, nelle svariate lingue di provenienza, sono sempre curate personalmente dall’autore.
Le spiegazioni di Monti mi trovano pressoché sempre d’accordo, tranne l’interpretazione del regno di Dio supposto «dentro di voi».
Nella vita sono importanti le risposte, ma ancor di più le domande, se ben poste. Avanzando delle domande, Gesù illumina l’animo degli ascoltatori, amplia i loro orizzonti mentali e spirituali, raddrizza sentieri sbagliati di pensiero, pone spesso una controdomanda che spiazza l’interlocutore e lo costringe a rivolgere lo sguardo su se stesso, sul proprio desiderio, sulla propria ricerca del senso del vivere…
Per parlare del regno di Dio o di altre realtà profonde, Gesù usa immagini concrete tratte dalla vita quotidiana (p. 76), direi anzi di più, impiega delle storie fittizie (parabole) che costringono a pensare e a rispondere, per poi applicare la risposta personale data alla propria vita concreta da vivere.
Le domande poste da Gesù intercettano il campo della vita di fede, del volto di Dio, del modo di intendere la Legge, su come porsi di fronte al male, alla malattia e al dolore, agli uomini e alle donne impantanate nel peccato e per questo emarginate… Affascinanti le pagine dedicate da Monti alla “donna peccatrice” che incontra Gesù (pp. 208-218, il commento più lungo del libro).
Profonde sono anche le domande sulla paura da scacciare e sulla fede da coltivare e custodire. Non bisogna aver paura dei dubbi, ma abbandonarsi a chi ci ama e ci sostiene.
Il male (diabolico) che si infiltra nell’animo umano può sfigurare il volto delle persone («come è il tuo nome? Legione!»). Occorre interrogarsi sul nome che portiamo!
Gesù interroga sui pani a disposizione per la condivisione, sulla disposizione al perdono, sull’interpretazione corretta delle sacre Scritture (come leggi?), che devono assolutamente prevalere sulla «tradizione degli uomini». Dalla superficie della vita occorre andare alla radice, prendendo posizione di fronte a Gesù, “spada” di divisione, disporsi a farsi prossimo, sapendo discernere i tempi e le proposte che vengono dagli uomini.
Gesù interroga inoltre sulla necessitas passionis (il dei del piano del Padre che passa attraverso la violenza degli uomini), spendendo parole forti contro l’interpretazione giuridica, forense e sostituzionista della passione e morte di Gesù “per” gli uomini, spinta fino a fornire un’immagine sadica del Padre.
I vari brani evangelici presi in considerazione come contesto delle domande, offrono lo spunto a Monti di commentare con profondità (e talvolta con vera originalità) il senso complessivo del brano e la risposta esplicita e implicita presente nelle parole di Gesù (di domanda e di risposta).
Piace molto a chi scrive l’attaccamento di Monti al gusto della vita concreta, alla «fedeltà alla terra» (cf. Bonhöffer), all’anticipare già qui nella vita umana la possibilità di godere della salvezza cioè – dice l’autore –, la vita pienamente umanizzata), dell’anticipare in un autogiudizio intramondano quello che si pensa essere il giudizio ultimo. Lo sforzo dell’autore è sempre quello di riportare le domande poste da Gesù alla concretezza della vita personale del lettore, incitando a rispondervi e a mettersi in un cammino liberato, custodito, amato da Gesù.
«Che cosa vuoi che io faccia per te?», è domanda fondamentale rivolta a ciascun lettore di tutti i tempi, affinché interroghi la propria esistenza e la verità del proprio desiderio, per andare da Gesù e trovare vita.
In conclusione, la domanda fondamentale è posta all’inizio e alla fine del Vangelo di Giovanni (l’unica commentata da Monti): «Che cosa cercate?». Il cammino della fede porterà a interrogarsi su «Chi cercate?». «Difficilmente si cerca Gesù per Gesù/Vix queritur Jesus propter Jesum», annota s. Agostino. La risposta a questa domanda è però quella decisiva. Il cammino di tutta la vita sta qui: «Dove, cercare, dimorare, venire, vedere, piangere» (p. 257).
A p. 245 r -3 leggasi «Se uno viene a me e non odia suo padre…».
La breve bibliografia sulle domande di Gesù si trova alle pp. 283-284, chiudendo un libro davvero appassionante e utile per la comprensione di testi evangelici fondamentali. Si ricordi sempre che «L’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo» (s. Girolamo).
LUDWIG MONTI, Le domande di Gesù. Prefazione di Enzo Bianchi, Edizioni San Paolo, Cinisello B. (MI) 2019, pp. 288, € 19,00, ISBN 9788892219588.