Noto in Italia per il suo commentario all’Apocalisse, il professore emerito della Facoltà di teologia protestante dell’Università di Strasburgo ripercorre gli anni decisivi della formazione del cristianesimo e del superamento delle severe opposizioni e contrasti provenienti sia dall’esterno che dall’interno del movimento nascente. Nel 100 circa si impone la decisione di procedere alla formulazione precisa del canone dei libri normativi del Nuovo Testamento. Nel 250 l’imperatore Decio impone a tutti di partecipare alla preghiera pubblica per la salvezza dell’impero. Chi si defila sarà severamente perseguitato. Nella Chiesa si dibatte il tema caldo dei lapsi (= “coloro che sono caduti” accettando di sacrificare agli dèi pagani): escluderli totalmente dalla comunità o riammetterli dopo una severa penitenza? Nei 150 anni che intercorrono in questo lasso di tempo il cristianesimo si deve difendere dalle accuse provenienti dal mondo pagano e da quello giudaico. Marcione e gli gnostici individuano nei loro scritti una rivelazione di un Dio diverso da quello del vangelo, una divinità inferiore, imperfetta, crudele e vendicativa, il cui messaggio attestato specialmente nell’Antico Testamento va rifiutato. Come giustificare quindi l’Antico Testamento? Vi risponderanno in vari, ma Prigent riprende solo le risposte di Ireneo e Origene. Emerge prepotente anche il problema della data della celebrazione della Pasqua. Come conciliare le posizioni dei quartodecimani con quelli che celebrano al pasqua nel giorno della domenica? Nell’Asia minore si diffonde un movimento spirituale montanista che vede nello Spirito Santo la guida che i fedeli devono seguire in piena libertà, anche a dispetto del magistero. I vescovi reagiranno a queste posizioni. L’autore studia quindi il mondo degli apologisti e dei martiri, poi la tentazione spiritualista degli gnostici, il problema suscitato da Marcione, la discussione sulla data e sulla celebrazione pasquale, la crisi suscitata dal montanismo circa l’ispirazione profetica nella Chiesa e infine l’inizio del cammino deciso verso la fissazione del canone biblico. Il c. VII è dedicato alla sintetica presentazione di quattro giganti di questa temperie: Ireneo di Lione, Tertulliano, Clemente di Alessandria e Origene. Ippolito e Cipriano restano fuori dell’indagine perché la loro attività si colloca in gran parte nettamente oltre il periodo preso in esame (cf. p. 8). Il testo si rivela molto utile per ricostruire con sintetica chiarezza un periodo decisivo del cristianesimo primitivo, che ha posto le basi per la vita e il pensiero successivo della Grande Chiesa.
Pierre Prigent, Dalle parole di Gesù alla Bibbia. Gli anni decisivi del cristianesimo (100-250) (Collana Biblica s.n.), EDB, Bologna 2016 (or. fr. Lyon 2011), pp. 208, € 22,50.
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