Dopo i commenti dedicati a Gen 37–50 (Giuseppe o l’invenzione della fratellanza, Bologna 2007) e a Gen 1,1–12,4 (Da Adamo ad Abramo o l’errare dell’uomo, Bologna 2008), il noto narratologo, docente di greco, ebraico biblico ed esegesi dell’AT a Louvain-la-Neuve e di teologia biblica alla Gregoriana, presenta il terzo volume della quadrilogia dedicata al fondamentale libro della Genesi. Wénin è universalmente conosciuto per l’accuratezza dell’analisi filologica dei termini, la profondità dell’esegesi, l’attrattiva che riesce a comunicare con la sua analisi narrativa. Con questa egli segue il testo come un tessuto, facendo vedere la trama con il suo svolgimento, i suoi temi che come fili la compongono nel variare del loro dipanarsi.
Dopo un capitolo iniziale dedicato a dimostrare i legami che uniscono Gen 12–25 a Gen 1–11, Wénin segue passo passo in quattordici capitoli lo svilupparsi del cammino educativo percorso da Abramo. Lo studioso, infatti, vede la trama di Gen 12–25 come un percorso pedagogico che il Signore-YHWH fa percorrere ad Abramo attraverso spoliazioni successive. Dalla terra nativa, dalla famiglia di origine, al rapporto con la moglie Sara, alla nascita dei vari figli, al legamento di Isacco, all’acquisto di un semplice appezzamento di terra sepolcrale in cui seppellire Sarà ed esservi sepolto a sua volta, il tragitto percorso da Abramo segue il lēk-lekā («vattene, va’ verso te stesso, la verità di te stesso») iniziale di Gen 12,1 intimatogli dal Signore.
Dio ha un duplice progetto di bene per Abramo: benedire il suo cammino e la sua discendenza e benedire tutti i popoli attraverso la sua persona e i suoi discendenti; la promessa del dono della terra. Dio segue passo passo il cammino del suo partner, accompagnandolo e sospingendolo, aspettandolo e stimolandolo nei momenti di difficoltà. Il percorso di Gen 12-25 vede YHWH come protagonista assoluto, anche quando Abramo vi comparisse come protagonista in alcune scene di risposta alla sollecitazione divina o come costruttore in proprio delle situazioni che favoriscono il compimento della promessa fondamentale. Più di una volta, quando è protagonista, lo è in negativo e YHWH deve allora correre ai ripari (vedi la duplice presentazione che egli fa di Sara al Faraone e ad Abimelec, facendola passare per propria sicurezza come una “sorella”).
Vari sono i fili tematici che conferiscono coerenza alla storia di YHWH con Abramo. La terra, che sarà promessa in vari momenti, ma posseduta in dimensioni minime; la relazione con la moglie, che da dominio diventerà rispetto di dignità alla pari; la discendenza che, dopo la rinuncia a Lot, proseguirà con Ismaele e Isacco; la relazione con i clan del suolo che diventeranno sempre più positivi e procureranno loro la benedizione promessa attraverso l’operato di Abramo; l’alleanza con Abimelec, intercessione per Sodoma, il legame con Mamre, l’ammissione della paura dello straniero nella terra di Gerar, per sfociare nella messa a parte di Isacco, che non potrà sposare una figlia di Canaan. Questi fili tematici compongono la trama di un percorso pedagogico con il quale YHWH conduce Abramo alla pienezza della spoliazione radicale. Il giungere a realizzare se stesso, il compimento del lēk-lekā iniziale richiederà quella vittoria sulla cupidigia (tema presente in Gen 1–11) che come serpente diabolico tenta sempre di rinascere.
Un volume prezioso, che commenta un numero importante di capitoli della Genesi e che non fa che acuire l’attesa per il completamento dell’opera. Volume di studio e di consultazione, il libro di Wénin sarà fruibile da tanti lettori e studiosi per l’accuratezza dell’analisi e gli stimoli propri che la narratologia sa suscitare nel lettore attento e partecipe.
André Wénin, Abramo e l’educazione divina. Lettura narrativa e antropologica della Genesi. II. Gen 11,27–25,18 (Col. Testi e commenti s.n.), EDB, Bologna 2017, pp. 280, € 36,50.