Aronne e i suoi successori

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Wisnieski, La discendenza di AronneLa tesi di dottorato in sacra Scrittura al Pontificio Istituto Biblico di Roma (nel quale l’autore è responsabile della biblioteca) indaga la storia della discendenza del sommo sacerdote Aronne, analizzando lo sviluppo storico del tema come si evince dai testi biblici. Egli studia pertanto alcuni brani che parlano della successione ad Aronne a livello storico (per quanto è possibile, visto la limitatezza delle fonti a disposizione).

I testi analizzati sono dovuti a due autori diversi, con visioni alternative della soluzione del problema della successione. I brani esaminati sono praticamente tutti post-esilici. Es 24,1a.9-11 è favorevole alla discendenza naturale del sommo sacerdozio aronnitico attribuita ai primi due figli di Aronne, Nadab e Abiu.

Un secondo autore, responsabile dei testi di Lv 10,1-3; Nm 17,1-5 e Nm 27,12-23 è favorevole al conferimento del sommo sacerdozio al terzogenito di Aronne, Eleàzaro.

Questo secondo autore presenta in cattiva luce gli avversari di quest’ultimo. Nadab e Abiu spariscono misteriosamente in modo tragico, attirandosi in tal modo una cattiva fama. Di Core e gli altri 250 avversari di Mosè che muoiono inghiottiti dalla terra o bruciati dal fuoco divino (Nm 16) si fa erigere proprio ad Eleazaro un memoriale che ricordi che nessun profano, che non sia della discendenza di Aronne, deve accostarsi per bruciare l’incenso (Nm 17,1-5). Studiando anche Esd 1–6 si notano molte discrepanze a livello storico e nei dati archeologici.

I testi favorevoli a Eleàzaro sono comunque dell’epoca persiana ed ellenistica, in particolare databili alla nomina alla carica di sommo sacerdote attribuita ad Onia (in particolate Nm 17, 1-5 e Nm 27,12-23).

Alcuni risultati (cf. pp. 213-219). L’autore ricorda che i risultati della sua ricerca hanno sempre un grado di ipoteticità e che possono essere messi in discussione da studi futuri.

Tranne 1-2Cr, tardivo, nel periodo premonarchico e monarchico c’è l’assenza totale di allusioni ai «figli di Aronne»; il sacerdozio in Israele non ha mai avuto un carattere uniforme, non è mai stato cioè circoscritto ad un solo gruppo o a una sola famiglia.

Il funzionamento dei vari santuari fu attribuito a sacerdoti provenienti da tribù diverse. Il sacerdozio non era un organismo autonomo, ma determinato dall’autorità suprema, al quale delegava la gestione dei santuari a sacerdoti autorizzati. Il tempio di Gerusalemme non fu mai amministrato da una sola famiglia con l’incarico sommo sacerdotale per diversi secoli.

Pare quindi impossibile che gli aronniti nel pre-esilio abbiano gestito ininterrottamente il ministero sacerdotale. Il rapporto tra sommo sacerdote e autorità suprema fu sempre delicato, con preminenza però del potere civile (cf. ad esempio i Tobiadi). Il sommo sacerdote aveva una certa, ma non assoluta, supremazia in diversi campi. «Priva di legami diretti con i sommi sacerdoti dell’epoca persiana, essa [= la famiglia degli Oniadi] ha inteso rintracciare le sue radici nella persona di Eleàzaro, avviando in tal modo una revisione o una produzione dei brani concernenti la primavera del sacerdozio di Israele» (p. 219). Con buona ragione l’autore cita a p. 217 (nel testo e in nota 3) le parole di Orwell: «Who control the past, controls the future: who controls the present controls the past» («Chi controlla il passato controlla il futuro; chi controlla il presente controlla il passato»).

Opera tecnica e di studio, il volume analizza un tema non studiato prima e in ogni caso con metodi diversi da quelli seguiti dall’autore, che privilegia l’analisi diacronica, storico-critica e l’impiego dei risultati dell’attività archeologica.

Il volume è edito a cura dell’Associazione biblica italiana, nella collana riservata dalle EDB ai Supplementi alla Rivista Biblica, che raccoglie prestigiose tesi di dottorato.

Przemyław Adam Wiśniewski, La discendenza di Aronne. Studio diacronico di Es 24*; Lv 10*; Nm 17*; Nm 27*, «Supplementi alla Rivista Biblica» 62, EDB, Bologna 2017, pp. 280, € 36,00.

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