Il Vangelo di Giovanni è il Vangelo dell’aquila. Dall’alto essa vede tutto distintamente, in dettaglio. E ogni dettaglio contiene il tutto, apre un’universalità di concetti e di vita che lasciano senza fiato.
Se i Vangeli sinottici raccontano molti detti e fatti di Gesù, quello di Giovanni, l’ultimo dei vangeli, redazionato circa alla fine del I secolo, racconta poco o nulla di Gesù, ma spiega il senso del suo dire e del suo fare. Ma questo fatto non è senza conseguenze: «Come è difficile illuminare la luce così è difficile spiegare la spiegazione», riconosce con umiltà e realismo il compianto esegeta gesuita Silvano Fausti (p. 9).
Il Quarto Vangelo fa sempre un po’ di paura a tutti, lettori e biblisti che siano. Lo si lascia sempre per la maturità, perché richiede affinità e profondità spirituale per attingere parte della ricchezza di riferimenti biblici e teologici a cui Giovanni rimanda per illustrare la figura di Gesù.
Gv non racconta l’episodio della Trasfigurazione di Gesù, annota Fausti. E la risposta sta nel fatto che tutto il suo Vangelo «è concepito come una perenne, costante trasfigurazione» (p. 9). Fatto sta che, avendo ora a disposizione il testo delle lectiones tenute da p. Fausti nella chiesa di San Fedele a Milano e presso la comunità gesuitica di Villapizzone dal 2000 al 2004, il lettore o i vari gruppi biblici hanno tra le mani un testo sicuro di riferimento, una guida illuminata per attraversare il lussureggiante paesaggio del Quarto Vangelo.
La traduzione del testo biblico è sempre personale, e ritocca molte volte quella presentata in altri testi precedenti. A livello redazionale è stato scelto di non riprodurre il testo biblico «a bandiera», con pagine intere del volume impegnate con brevi unità di testo messe una sotto l’altra.
Il testo di Giovanni ora è riportato «giustificato» in blocco, con carattere diverso, evidentemente, da quello del commento. Questo segue passo passo il testo, con la felice novità di riportare per intero, il/i versetto/i commentati, e non solo le sue parole iniziali, che costringevano il lettore a un avanti-indietro faticoso durante la consultazione.
All’inizio del commento è stata eliminata la parte riguardante “Il messaggio nel suo contesto”, che anticipava in parte i contenuti del commento. Si inizia subito con l’analisi dei vari versetti.
Alla fine del commento della pericope sono stati rimosse le indicazioni per pregare il testo e i punti più notevoli del testo da tenere in considerazione.
I brani più lunghi del vangelo sono stati suddivisi più volte in due o, più spesso, in tre parti, per facilitare l’assimilazione concreta di brani oggettivamente lunghi per essere meditati e gustati in un blocco unico.
Il Vangelo di Giovanni è stato quindi suddiviso in 84 pericopi, molto abbordabili nella lettura. Alla fine di ogni lectio, p. Fausti invitava i partecipanti a un silenzio di assimilazione e quindi alla condivisione delle riflessioni personali. Si comprende da qui la ricchezza del testo finale.
Fausti è ben conosciuto per la profondità umana e teologica del suo dire, dovuta anche alla sua formazione che comprendeva anche la filosofia. Di qui molte annotazioni antropologiche che fanno gustare il testo, in un’attualizzazione non banale. Esse fanno percepire che il vangelo parla del lettore, che subito si sente interpellato personalmente: tua res agitur, si tratta di cose nostre, che toccano la nostra esistenza.
Un volume che conoscerà senz’altro l’apprezzamento di molti lettori, studenti e studiosi, guide di gruppi biblici, ognuno che voglia avere un valido maestro nell’accostarsi al un Vangelo così ricco di vita divina per la vita dell’uomo di oggi.
Silvano Fausti, Il Vangelo di Giovanni. Con la collaborazione di Filippo Clerici, collana «Lettura pastorale della Bibbia», EDB, Bologna 2017, pp. 544, € 44,00.