Dopo aver insegnato a Bologna dal 1979 al 2004 e alla Gregoriana e alla Santa Croce di Gerusalemme a Roma dal 2004 al 2019 mentre era rettore dell’Almo Collegio Capranica, l’autore è ritornato in qualità di vicario generale della diocesi di Carpi nella cittadina dove era nato il 9 giugno 1948, nominato da papa Francesco il 10 ottobre 2019.
In questo testo Manicardi pubblica il suo “cavallo di battaglia”, il racconto di Lc 1–2. Dopo innumerevoli corsi teologici nei quali è stato via via perfezionato e approfondito, il racconto trova in questa sede una sua presentazione definitiva, offerta al grande pubblico. Specialista dei vangeli sinottici, l’autore non ha disdegnato di tenere corsi e pubblicare dispense scolastiche praticamente su tutti i libri del NT.
Dopo una prefazione ricca di amarcord (pp. 5-6), l’autore riporta il testo biblico di Lc 1–2 secondo la versione adottata nella traduzione pastorale-liturgica ufficiale CEI 2008, con inserite le varianti da lui considerate consigliabili alla luce del suo studio quasi quarantennale (pp. 7-13). Il testo è suddiviso in pericope titolate personalmente dall’autore.
Nell’Introduzione, dedicata alla struttura del racconto lucano dell’infanzia di Gesù (pp. 16-40), l’autore fa notare gli elementi comuni alla storia della nascita e dell’infanzia di Samuele narrata in 1Sam 1–3, l’ipo-testo decisivo e più idoneo sulla cui base comprendere Lc 1–2, come pure la validità globale della teoria dei dittici in Lc 1–2, da non adottare però unilateralmente. In questi capitoli si vede, infatti, come Lc abbia sfruttato la risorsa retorica del “confronto/sygkrisis” tra Giovanni Battista e Gesù, per mettere in risalto la superiorità del secondo rispetto al primo.
Per Manicardi, tuttavia, il vero punto di sygkrisis, suo apice effettivo e reale bilanciamento tra Giovanni e Gesù, è il concepimento verginale di Gesù. Esso costituisce lo “scatto” ulteriore nella sequela di storie bibliche di coppie anziane e sterili che, per dono di Dio, hanno potuto godere del dono della nascita di un figlio.
Lc sfrutta questa linea interpretativa per presentare la figura di Gesù, e non adotta quella di Matteo, che lo presenta come il pieno compimento di svariate profezie bibliche e considerando tutti gli eventi dal punto di vista di Giuseppe e non di Maria come invece fa Luca. Giovanni è il gradino necessario a introdurre Gesù; egli è suo «precursore» anche nel concepimento, ma sempre e soltanto precursore.
Gli stacchi cronologici più importanti in Lc 1–2 sono presenti in 1,5; 2,1 e 2,42. Ci sono inoltre altre indicazioni cronologiche più settoriali, sommari di crescita e tappe biografiche: il concepimento (Lc 1,5-80), la nascita (Lc 2,1-40: parto, circoncisione, presentazione al tempio) e inizio della maturità (Lc 2,41-52). Sono i tre momenti decisivi per narrare la biografia di un uomo.
Il caleidoscopio di generi letterari adottati in Lc 1–2 ci pone di fronte a un testo che si voleva presentare volutamente come narrativa di importanza teologica cruciale.
Con Laurentin, maestro indiscusso di questi testi (Tours, 19 ottobre 1917 – Parigi, 10 settembre 2017), Manicardi concorda con la presenza in Lc 1–2 di racconti di infanzia, di carattere biografico, ma, al contempo, sottolinea col grande esegeta francese il fatto che il testo presenta un’infanzia di Gesù come «trascendente, apocalittica, escatologica, teofanica». Una trascendenza per ora senza gloria, un’apocalisse discreta e senza scalpore, una teofania che non altera la condizione muta e povera del bambino Gesù. «Questo genere letterario è un tappa tra l’Antico Testamento, di cui il racconto conserva la fattura, intessuto di re-impieghi biblici, e la manifestazione adulta del Messia (Lc 3–24). Questo racconto prefigura il vangelo fondandosi sul rapporto Giovanni/Gesù, che aprirà anche la manifestazione del Cristo (Lc 3)» (Laurentin, cit. alle pp. 38-39).
Nel corso del volume Manicardi analizza minuziosamente a livello esegetico la narrativa di Lc 1–2 procedendo secondo i grandi blocchi letterari individuati: il concepimento verginale di Gesù (Lc 1,5-80) (pp. 41-172), la nascita di Gesù (Lc 2,1-40) (pp. 173-250), Gesù dodicenne (Lc 2,41-52) (pp. 251-276). Pagine ricche di notazioni letterarie, filologiche, esegetiche e teologiche. Manicardi si rivela qui, come sempre, esegeta molto attento anche al dato teologico emergente dai testi.
Le conclusioni delle pp. 277-298 precedono la bibliografia (pp. 299-303).
Con questo volume ci si trova di fronte ad un’analisi accurata e convincente di testi molto importanti e “difficili” allo stesso tempo per le problematiche storiche, letterarie e teologiche che comportano. Avere una sicura linea ermeneutica generale, accompagnata da una puntuale analisi esegetica e teologica, è il vantaggio maggiore che i lettori potranno ricavare da questo volume, scritto come sempre da Manicardi con la sua proverbiale chiarezza didattica unita ad un maturo equilibrio interpretativo.
ERMENEGILDO MANICARDI, «Lo pose in una mangiatoia». Il racconto lucano dell’infanzia di Gesù (Biblica s. n.), EDB, Bologna 2019, pp. 30, ISBN978-88-10-22188-4.