Pubblichiamo l’Introduzione di Enzo Pace al suo libro “Cristianesimo extra-large”. Pace, già ordinario di sociologia delle religioni all’università di Padova e in altre università europee ed extraeuropee, analizza alcune recenti fenomenologie di manifestazioni della fede. Descrive così cosa avviene nelle mega-chiese (così le chiama il professore) nei vari continenti.
Il baricentro del cristianesimo si sta spostando rapidamente. Già oggi il 60% dei due miliardi circa di cristiani sono nell’emisfero sud del mondo (Global South Christianity): rispettivamente in Africa, Asia e America Latina. Si calcola che tale percentuale possa salire nel 2050 al 75% sui tre miliardi di cristiani. L’Europa e il Nord America hanno già perso la loro posizione centrale che nel panorama del cristianesimo mondiale hanno mantenuto almeno sino al 1980, per almeno cinquecento anni. L’emisfero sud del cristianesimo è in crescita, dunque, nettamente rispetto a quello nord. Non solo per ragioni demografiche, ma per l’espansione di un cristianesimo di nuova generazione.
Esso non si allinea docilmente ai modelli ecclesiali sia della tradizione cattolica sia delle chiese della Riforma; è più interessato a proporsi come esperienza immediata della potenza dello Spirito piuttosto che a elaborare categorie teologiche; crede nell’efficacia dei doni spirituali nel promuovere non solo un cambiamento interiore, ma il benessere e il successo nella vita mondana; si affida a grandi leader carismatici che sapientemente trasformano le liturgie delle chiese storiche in performance, spettacoli di massa per provare i loro poteri di guarigione e profezia.
Tutti questi tratti, presi assieme, assumono una forma esteriore particolare: mega-strutture che architettonicamente non ripetono gli stili dell’arte sacra cristiana. Tali strutture s’integrano, invece, nel panorama delle grandi metropoli, preferendo la forma esteriore di grandi auditori, di multisale di preghiera, di mall dello spirito. In una parola si tratta di grandi contenitori di fede che, nel modo stesso in cui organizzano lo spazio rituale o liturgico, esprimono una particolare forma di cristianesimo. Un modo di comunicarne il messaggio orientato al mercato. Stiamo parlando di ciò che gli studiosi statunitensi hanno chiamato mega-church. Qualcosa di nuovo che va al di là delle forme storiche della chiesa e della setta. Nelle mega-chiese l’organizzazione drammaturgica dello spazio sacro è al servizio di una messa in scena: la guerra contro gli spiriti del male in nome di Gesù e dello Spirito Santo, cui, sotto la regia del leader, tutti potenzialmente sono chiamati a partecipare, recitando ruoli da c-protagonisti. In altri termini, la forma esprime la sostanza o, per parafrasare Marshall McLuhan[1], il mezzo è il messaggio.
L’intento, dunque, che mi riprometto è di spiegare attraverso una serie di esempi trasversali (dal mondo protestante a quello cattolico, dall’Africa all’Asia e all’America Latina, senza ignorare che il fenomeno ha preso avvio proprio negli USA e poi in Canada e che comincia ad attecchire anche in Europa – Francia, Spagna, Portogallo, Ungheria, Ucraina ecc.) come si configura il cristianesimo del Terzo Millennio dal Sud del mondo alla conquista del mondo. Tenendo conto del movimento migratorio contemporaneo, dal Sud questo nuovo tipo di cristianesimo, infatti, finirà probabilmente per mettere radici anche in Europa. Una sfida non di poco conto e di cui un Papa venuto da lontano, come Francesco I, sembra essere ben consapevole.
Il libro si divide in sei capitoli. I primi due presentano i caratteri generali e la diffusione del fenomeno dal Nord America al Sud del mondo. I successivi quattro sono dedicati ad illustrare rispettivamente i casi dell’Africa sub-sahariana, dell’Asia, dell’America Latina e dell’Europa. Chi avrà avuto la curiosità e la pazienza di leggere le pagine che seguono, potrà, alla fine, farsi un’idea più precisa dell’effervescenza del cristianesimo contemporaneo e delle inattese forme attraverso cui si manifesta, sfidando le Chiese storiche.
Enzo Pace, Cristianesimo extra-large. La fede come spettacolo di massa. EDB, Bologna 2018, pp. 258, € 19,50.9788810559246
[1] M. McLuhan (1911-1980), sociologo canadese, è stato il pioniere degli studi sui mass media e la loro evoluzione. Fra le sue opere maggiori ricordo La Galassia Gutenberg, Roma, Armando 1976 (originale 1962), Il medium è il messaggio, Milano, Feltrinelli 1964, The Global Village, Milano, Sugarco 1990 e sulla religione La luce e il mezzo, Roma, Armando 2002.
Approccio d’interesse per l’aderenza all’attualità. Del resto il sociologo deve attenersi all’effettività dei fenomeni e non v’è dubbio che la forza trainante del mercato non può non permeare anche spazi e forme della ritualità sacrale. Non è tuttavia scontato che la grande-chiesa statunitense colonizzi del tutto il significato che Papa Francesco intende conferire ai fedeli del sud del mondo. C’è, infatti, nella lett. enc. “Laudato si'” una chiave rivoluzionaria che apre il dibattito anti-consumista e che riguarda la finalità apo-calittica dell’umanità e resta pertanto assai difficile quantificarne l’autentica adesione dalla finzione scenica. Sfida che coinvolge le scelte dei singoli nonostante la pressione conformista della comunicazione di massa. Del resto nei Vangeli è detto che la porta della salvezza è stretta e che la salvezza di massa non è assicurata perchè grani ed erbaccia conviveranno fino alla fine dei tempi…