Ne dà notizia il quotidiano El Diario, ripreso da Religiondigital.
Il PSOE di Pedro Sanchez non sostiene più la tesi della rottura unilaterale del Concordato, ma mira alla revisione degli Accordi Chiesa-Stato del 1979 con “dialogo e consenso” con la Chiesa cattolica.
Lo si apprende dallo stesso Partito socialista che, a metà ottobre, celebrerà il 40° Congresso, che vorrebbe staccarsi dalle posizioni più anticlericali ancora forti al suo interno. Nel precedente Congresso la Chiesa cattolica era stata lasciata ai margini. L’estensore della bozza afferma che «è il momento di riprendere in mano alcuni Accordi che risalgono a più di 40 anni fa».
La revisione si farà cercando il consenso di entrambe le parti e sollecitando il governo a stipulare «alcuni nuovi accordi con il Vaticano adeguati al nostro tempo», nel segno dei valori e principi della democrazia costituzionale, nel reciproco rispetto e nella dovuta distinzione tra Stato e Chiesa.
Fonti del Partito socialista danno importanza al fatto che gli Accordi siano vincolati all’approvazione di una Legge di libertà di coscienza, religiosa e di convinzioni, che è un impegno del governo di coalizione (PSOE, Podemos e alcuni partiti regionali) nell’accordo programmatico per un “avanzamento” verso la laicità.
Questa legge di competenza del nuovo ministro di “Presidenza, relazioni con le Cortes e Memoria democratica”, Felix Bolanos, «intende “promuovere” lo sviluppo delle differenti scelte di etica privata, religiose, morali o filosofiche di tutte le persone», così come «garantire la libertà di culto, la neutralità dello Stato, la giusta separazione etica-pubblica etica privata e il pluralismo religioso e filosofico».