Il Centro di solidarietà della nostra parrocchia di San Francesco compie 25 anni di attività.
È nato, infatti, nel 1994, rispondendo alla forte sollecitazione di don Carlo Bonasio, che era allora alla guida della comunità, e si è innestato sulla preziosa esperienza maturata negli anni precedenti dalle Suore di Carità Domenicane della Presentazione (“le nostre suore”!).
Lo slogan dell’Avvento di quell’anno era: “Una comunità credente dal cuore solidale”. Tutti – in particolare le famiglie – erano invitati a riflettere sul tema “bello e impegnativo, affascinante e controcorrente” della solidarietà.
Vorremmo riproporre oggi questo stesso slogan e ascoltare di nuovo le parole che introducevano il libretto predisposto dal Consiglio pastorale per guidare il cammino di preparazione al Natale.
Siamo invitati a “preparare le vie del Signore” convertendo il nostro cuore alla solidarietà, nel tentativo di vivere questo valore nella quotidianità. La solidarietà, cioè, dovrebbe diventare un modo abituale di essere della nostra famiglia, un valore da proporre ai figli ma anche una dimensione da far calare nei rapporti sociali e professionali, uno stile di vita con il quale metterci in relazione con gli altri, soprattutto con le persone più povere o che hanno bisogno comunque di gesti concreti di amicizia.
Riuscire a formare dentro di noi un cuore solidale non è un cammino semplice o spontaneo. È piuttosto un cammino progressivo, lento, faticoso, che esige impegno e volontà. È un cammino proporzionato alla capacità di “immergerci” sempre di più “in Cristo”, lasciandoci condurre da lui senza resistergli, attraverso l’ascolto della Parola, la preghiera e la vita sacramentale.
Abbiamo bisogno, oggi più che mai, di chiederci a che punto siamo e di rimotivarci per ridare slancio a questo cammino.
Chiediamoci innanzitutto se davvero la solidarietà è diventata un modo abituale di essere per ognuno di noi, per le nostre famiglie, per la nostra comunità.
Certamente la solidarietà, traduzione concreta e fattiva della carità, è la cosa più importante a cui siamo chiamati come cristiani: è anzi l’unica condizione necessaria per «ereditare la vita eterna» (Mt 25,31-46 e Lc 10,25-36). Essa viene vissuta in molti modi, a 360°, con il dono del tempo, dell’affetto, della condivisione, rispondendo ai bisogni di chi ci è accanto in famiglia, nel caseggiato, nel quartiere, sul lavoro… insomma di tutti coloro che la vita ci fa incontrare. Questa è di fatto l’esperienza di numerose persone, di ogni età, della nostra parrocchia.
La solidarietà ci riguarda a livello personale e familiare, e anche comunitario, dal momento che la vita della Chiesa, e quindi del piccolo frammento di Chiesa sul territorio, che è la parrocchia, si fonda e si esprime non solo nell’ascolto e nell’annuncio della Parola, nella preghiera e nella celebrazione dei sacramenti, ma anche, a tutti i livelli, nell’esercizio e nella testimonianza della carità.
Il Centro di solidarietà è nato come una – anche se non unica – espressione concreta della carità da parte della comunità parrocchiale, che non può ignorare la richiesta di aiuto che viene da tante persone che, nel nostro territorio, fanno fatica a vivere.
Dunque, anche se solo alcuni di noi dedicano tempo e impegno alle specifiche attività, è importante che tutta la comunità si senta coinvolta e partecipe, con l’interesse, con il contributo di idee, con il sostegno spirituale della preghiera e – non da ultimo – con quello materiale della condivisione responsabile dei beni.
A questo proposito, ricordiamo che l’iniziativa della “domenica solidale” – la seconda domenica di ogni mese – è nata con l’intento di sollecitare tutta la comunità a vivere un più stretto collegamento tra l’ascolto della Parola, la celebrazione eucaristica e l’esercizio concreto della carità, che significa anche mettere mano al portafoglio e destinare una quota del proprio reddito a fini di solidarietà nei confronti di chi vive situazioni di povertà nel nostro territorio.
Ora, se il Centro di solidarietà compie il quarto di secolo, anche il manipolo di volontari che allora avevano risposto all’appello ha 25 anni in più! E alcuni vivono ormai nell’abbraccio materno ed eterno di Dio Padre, come Patrizia, Lalla, Ennio, Gabriella, Maria Angela, Giorgio.
È davvero tempo di rinnovare con forza il medesimo appello perché si formi un nuovo manipolo, con 25 anni in meno, che fornisca nuove energie e – perché no ? – nuove idee.
La sfida di ieri è la stessa di oggi.
Lo sarà anche il coraggio?
Il Centro di solidarietà parrocchiale
Parrocchia di San Francesco, Novara, ottobre 2019