Il 5 ottobre 2003 Annalena Tonelli veniva colpita con un colpo di fucile al capo a Borama, cittadina del Somaliland (Nord-Ovest della Somalia), ed è deceduta nell’ospedale che lei stessa aveva fondato sette anni prima. Aveva 60 anni. A conoscerla, per primi, furono le popolazioni nomadi del Nord-Est del Kenya, dove si attivò per i disabili e poi, dietro incarico del governo, per il controllo della tubercolosi (laureata in giurisprudenza, aveva anche ottenuto un diploma in questo ambito specifico). Nel 1985 lascia l’Africa per specializzarsi in lebbra in Spagna e in medicina tropicale a Liverpool, e dopo due anni vi ritorna, anche se con una diversa destinazione, la Somalia. Responsabile del controllo della tbc nella regione di Hiraan, lavora in vari ambulatori e anche a Mogadiscio fino alla fine del 1990, quando è costretta a lasciare il paese per la guerra in corso. Vi ritorna nel 1991 e a Marka inizia un programma di controllo della tbc e accoglie migliaia di affamati. Dopo essere scampata miracolosamente a un’esecuzione, lascia il paese. Ma la sua vita è ormai fra quel popolo e nel 1996 torna, nella regione più tranquilla del Somaliland. A Borama prende a mano un ospedale che in poco tempo passa da 30 a 300 degenti, estende il suo programma di controllo dalla tbc all’aids e alle infezioni oculistiche, ridando la vista a 3.700 persone, fonda una scuola per bambini non udenti e portatori di handicap, lotta contro la mutilazione genitale femminile.
Ci sono sembrati opportuni questi richiami biografici, per inquadrare la sua esperienza che troviamo descritta, a parte una toccante testimonianza resa in Vaticano nel 2001, nel suo ricco epistolario. Le EDB hanno pubblicato in un primo volume le sue Lettere dal Kenya (2014) che coprono gli anni 1969-1985. In una di quelle lettere Annalena scriveva: «Scelsi di essere per gli altri, i poveri, i sofferenti, gli abbandonati, i non amati che ero una bambina e così sono stata e confido di continuare a essere fino alla fine della mia vita. Volevo seguire solo Gesù Cristo. Null’altro mi interessava così fortemente: Lui e i poveri in Lui. Per Lui feci una scelta di povertà radicale… anche se povera come un vero povero, i poveri di cui è piena ogni mia giornata, io non potrò essere mai». Questo anelito per gli ultimi lo ritroviamo intatto anche nelle Lettere dalla Somalia. Col suo stile immediato e vivace ella confida a familiari e amici i passaggi spirituali della sua vita. È come leggere un “diario dell’anima”, dove vengono raccontati episodi, vagliati sentimenti, descritte stanchezze, confidati slanci del cuore e notti dello spirito. Dove soprattutto emerge il suo unico, grande amore: i poveri, da accogliere, difendere, curare, amare senza riserve. In quasi ogni pagina si nota questo anelito di dedizione senza risparmio, contro tutto e contro tutti, se necessario. E talvolta affiora anche la prospettiva di una fine violenta. Scrive il 23 novembre 1991: «Nulla è più onorevole di una morte per i propri fratelli e allora quello che conta è solo morire per loro». La guerra e la violenza la sfiorano molte volte, ma non si preoccupa della sua vita, bensì di quella degli altri. Scrive sempre nel 1991: «Non penso al martirio, ma all’impossibilità pratica di servire i piccoli, i poveri, gli ammalati, i senza voce». E 23 dicembre 1993: «…e se morissi oggi? Se morissi senza aver amato di più?». Amerà farà fino all’ultimo, fino a quando verrà uccisa da un colpo di fucile alla testa.
Annalena Tonelli, Lettere dalla Somalia. 1985-1995, Collana «Fede e storia», EDB, Bologna 2016, pp. 287, € 18,00. 9788810102121
Descrizione dell’opera
Nelle lettere dalla Somalia, Annalena Tonelli condivide con familiari e amici le drammatiche vicende di un popolo dilaniato dalla guerra civile. In quel Paese, per dieci anni, la missionaria italiana opera tra Beled Weyne, Mogadiscio e Marka. La sua azione di promozione umana consiste nello sfamare i più deboli, curare gli ammalati e ricostruire scuole per dare a tutti una speranza. L’11 dicembre 1991 scrive al suo vescovo di Forlì: «Lui dona questa capacità inesauribile, zampillante, eternamente rinnovata, di essere per gli altri e con gli altri».
Sommario
Introduzione (E. Laporta). Lettere di Annalena. I. Anni 1985-1990. Introduzione (M.T. Battistini). 1985. 1986. 1987. 1988. 1989. 1990. II. Anni 1991-1995. Introduzione (M.T. Battistini). 1991. 1992. 1993. 1994. 1995.
Note sull’autore
Annalena Tonelli (1943-2003), laureata in Giurisprudenza, partì per il Kenya nel gennaio 1969 come insegnante in una scuola superiore dei missionari della Consolata. Visse nel deserto del nord-est per 17 anni, condividendo «la vita più bella del mondo» con i somali che non avrebbe mai abbandonato; si trasferì poi in Somalia ai tempi della guerra civile (1987-1995) e nel 1996 in Somaliland, dove fu uccisa a Borama nell’ospedale in cui curava malati di tubercolosi e Aids. Nel 2013 EDB ha pubblicato Lettere dal Kenya 1969-1985.
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