Il cammino umano e cristiano di don Oreste Benzi sarà oggetto di un corso accademico. Partirà a metà gennaio, con l’intento di onorare il Centenario dalla nascita (7 settembre 1925). Si tratta del primo percorso di studio sistematico organizzato sulla figura del sacerdote che ha fondato le case famiglia ed è divenuto noto perché liberava le prostitute vittime della tratta di persone.
Il corso – dal titolo «La profezia di don Oreste Benzi» – è organizzato e proposto dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose «Alberto Marvelli» di Rimini ed è tenuto da Elisabetta Casadei, teologa e docente di Filosofia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, nonché postulatrice della Causa di beatificazione di don Benzi. Inizierà martedì 14 gennaio e si terrà fino ad aprile (il martedì dalle 19.15 alle 20.45). La partecipazione è offerta in modalità mista, sia in presenza che online (le lezioni saranno registrate e usufruibili dagli iscritti anche in differita).
Don Oreste Benzi è noto per essere stato il prete degli ultimi, un «infaticabile apostolo della carità», come lo definì Benedetto XVI. Iniziò il suo apostolato negli anni Cinquanta con i preadolescenti, una scelta pedagogica precisa perché – ne era convinto – «è in quell’età che si fissano i valori di una persona per tutta la vita». A questi giovani proponeva un «incontro simpatico» con la persona di Cristo.
Nel 1968 conosce la realtà degli «spastici» – come si diceva allora –, persone con handicap gravissimi, emarginate e nascoste alla vista della gente. Lancia la proposta ai suoi giovani e organizza con loro il primo «campeggio spastici» presso la casa-vacanze Madonna delle Vette, ad Alba di Canazei. Si partiva con i ragazzi da Rimini, quindi a Bologna si caricavano le persone disabili che vivevano negli istituti e poi tutti sulle alte vette a godere della bellezza dei luoghi e della vita insieme. Per ogni persona disabile erano presenti due ragazzi come assistenti. Erano momenti in cui i giovani si aprivano a Dio e alla relazione con gli altri, soccorrendo i più fragili.
La svolta avvenne qualche anno dopo quando don Benzi incontrò una persona che viveva in estrema miseria, in una casa fatiscente, il quale gli rivolse una richiesta: «Portami a casa». Quell’appello, quel grido, tormentò don Oreste fintanto che, nel luglio 1973, sulle colline di Rimini, aprì la prima casa famiglia. Si trattò di un nuovo modo di approcciarsi alla povertà. I poveri si portavano in casa, perché oltre a mangiare, a pulirsi, a vestirsi, avevano fame di relazioni vere, di famiglia.
Fu questa la rivoluzione di don Benzi, dare una famiglia a chi non l’aveva. Da qui il termine casa famiglia. Come ha spiegato bene Papa Francesco ricevendo due anni fa in udienza i bambini della Comunità Papa Giovanni XXIII. «Grazie a don Oreste Benzi per aver dato vita alle case famiglia. La famiglia è il luogo dove curare tutti, sia le persone accolte che quelle accoglienti, perché è la risposta al bisogno innato di relazione che ha ogni persona».
«Mettiamo la spalla sotto la croce degli ultimi», amava ripetere don Benzi. Una metodologia che il sacerdote riminese applicò in tanti ambiti della marginalità sociale: disabili, minori senza famiglia, tossicodipendenti, carcerati, vittime di tratta per la prostituzione, senza fissa dimora. Per tutti i poveri don Benzi ha dato sempre la stessa risposta: la famiglia.
Il corso «La profezia di don Oreste Benzi» è rivolto a coloro che intendono approfondire il cammino biografico e di fede del sacerdote in cui è germinato il carisma della Comunità Papa Giovanni XXIII e che ha ispirato un ampio movimento di impegno sociale e di pensiero, tra i maggiori del Novecento in Italia. È rivolto anche ai presbiteri, che in don Benzi possono trovare un autentico modello di spiritualità sacerdotale e di creatività pastorale, anche in ambito parrocchiale.
Per informazioni e iscrizione, contattare la segreteria dell’Istituto «A. Marvelli» a questi recapiti: 0541-751367, oppure comunicazione@issrmarvelli.it. Qui la pagina dedicata al corso.