Già da molto tempo il tema del «riconoscimento» delle coppie omosessuali è un aspetto che occupa i vescovi e i responsabili della pastorale nelle diocesi in Belgio. Dato che si tratta di un tema delicato e complesso, spesso gestito in maniera non adeguata a livello sociale, si è scelto di prendere posizione insieme come vescovi delle Fiandre in una dichiarazione comune.
Qui si affronta una questione che è viva nella società e nella Chiesa, perché il tema dell’“inclusione” di tutte le persone, e anche dell’inclusività di tutti i temi sociali e politici, è sentita da tutti, in particolare dai giovani. I vescovi capiscono che non in tutto il mondo la cultura sociale sia già pronta a prendere la stessa decisione.
Papa Francesco si riferisce a questo tema quando dice «chi sono io da poter giudicare sugli atteggiamenti delle persone?» – che è in sintesi il suo pensiero quando si confronta con queste tematiche. Mi pare che non possiamo più consentire che persone che si vogliono bene, e non prendono decisioni con leggerezza, siano stigmatizzate e spesso trattate come peccatori e siano escluse dalla comunità ecclesiale.
Il dolore che soffrono, come quello dei genitori e dei familiari, non può essere guardato solo con empatia e misericordia. La Chiesa ha il ruolo di confermare le persone nella loro serietà e ricerca di una vita onesta e serena. Possiamo dire a una persona: tu non ci appartieni. Mentre Gesù perdonava, o meglio, non voleva giudicare i peccatori?
Il punto chiave è che persone oneste, che cercano un rapporto duraturo ed esclusivo, basato sulla fede in Cristo e nella Chiesa, non possono essere trattate come hanno fatto il prete e il levita nella parabola del buon Samaritano. La Chiesa non può guardare dall’altra parte!
Aggiungo, al fatto che è stato creato un responsabile ufficiale, che c’è anche una proposta, a disposizione dei pastori, per la benedizione delle persone che si impegnano a vicenda in un rapporto duraturo ed esclusivo, all’interno della comunità ecclesiale e sociale, chiedendo l’aiuto del Signore di porre uno sguardo benevolo su di loro e di benedire il loro futuro. La Chiesa benedice l’amore e la fedeltà di coloro che vogliono vivere insieme per tutta la vita e rendersi disponibili per la società e per la Chiesa.
Speriamo che questa decisione dei vescovi radunati insieme possa dare serenità non solo alle persone coinvolte, ma anche alla società che cerca il modo per vivere l’inclusività anche in altri settori, evitando di giudicare le scelte fatte da altri; e, soprattutto, che possa farsi carico della responsabilità di assistere queste persone nella ricerca di una vita serena, felice e solidale.
La Chiesa innanzitutto prega e fa pregare per tutte le persone che, con serietà, cercano di vivere il Vangelo e lo propongono ad altri come una missione ricevuta del Signore stesso quando mandava i suoi discepoli a evangelizzare in tutto il mondo.
- L’autore è vescovo emerito di Gand.
Se per “preghiera” si intende “Preghiera di liberazione / Esorcismo” allora sono pienamente d’accordo.
ma sinceramente, non pensa che dare a queste persone dell’indemoniato sia un po’ eccessivo?
Quando tal Simon Pietro pensò secondo il mondo e non secondo Dio si becco un “Lungi da me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!”.
Benedire le coppie omosessuali, è innegabile, è pensare secondo il mondo.
concordo che benedire le ‘unioni gay’ sia sbagliato, e farlo aprirà un vaso di pandora. concordo al 100% con il documento della CDF sul tema
però le ricordo cosa dice il Catechismo riguardo le persone con tendenze omosessuali al numero 2358 ‘devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione.’
Ci sono tre tradizionalisti (sempre quelli) che dicono sempre la loro quando si tratta di omosessualità, irrimediabilmente attratti dall’argomento e dal dare giù le penne al prossimo, un sottile piacere che a cui una certa parte di chiesa non vuole rinunciare. Per quanto mi riguarda non condivo assolutamente quanto scrivono ormai e non è una novità. Io ormai sono terribilmente annoiato non ho più nulla da rispondere loro.
Ma trovo invece inquietante il silenzio degli altri.
Questo sì. Inquietante. Il resto è noia.
Il mondo (a torto o a ragione) ormai parla tantissimo dell’omosessualitá. Potranno o no i cristiani dire la loro sulla questione utilizzando gli strumenti della fede e della ragione?
Forse in assenza di argomenti ci si può solo annoiare o restare in silenzio.
Se qui si parla a cristiani direi Cristo mi sembra con chi ama, non chi odia. Questa benedizione forse è un po’ tardiva, ma meglio tardi che mai. Grazie mille.
l’amore è come l’energia: facile da riconoscere, difficile da definire
e soprattutto a doppio taglio: sto usando energia sia accendendo una lampadina come tirando un pugno a una persona
Non vedo odio nei commenti precedenti. Ma ognuno vede ciò che vuol vedere. Tant’è.
Un semplice laico come me resta scosso quando un pastore della Chiesa Cattolica liquida con tanta facilità la rivelazione cristiana sulla vita sessuale umana. E lo fa senza alcun riferimento specifico al patrimonio di fede di cui dovrebbe essere maestro. Il generico riferimento alla misericordia ed all’atteggiamento “inclusivo” del Signore non è altro che ideologico anche perché il Signore non era “inclusivo” secondo il senso attuale. Lo si chieda al giovane ricco, ai mercanti del tempio, ai farisei, sadducei ecc. Questi “novatores” non si peritano neanche di effettuare una reinterpretazione (o meglio revisione) di quanto Cristo o San Paolo affermano nei testi sacri, semplicemente e bellamente lo ignorano. D’altronde il cattolicesimo di area olandese non è nuovo alle corse “in avanti”. Si pensi al Nuovo Catechismo Olandese…
La cosa più crudele che si possa fare ad una persona che non vive secondo i disegni del Signore è incoraggiare la sua autodistruzione. Chi supporta iniziative di questo tipo magari vuole davvero il bene di quelle persone, anche a costo di “sporcarsi le mani”, ma finisce (senza volerlo, sono certo) per fare il loro male.
Questa stessa benedizione verrebbe impartita ad una coppia eterosessuale in un rapporto duraturo e stabile ma vincolata da matrimoni precedenti canonicamente validi? Se la risposta è sì, si pone un problema di rispetto per il Sacramento del Matrimonio. Se la risposta è no, se ne pone un altro sul trattamento privilegiato riservato alle coppie omosessuali. Entrambi i problemi presenterebbero contraddizioni difficilmente giustificabili dal punto di vista logico. Capisco che la Chiesa non è solo razionalità però incoerenze di questo tipo potrebbero scoraggiare chi è in ricerca dall’abbracciare la Chiesa Cattolica come unica detentrice della Verità. La Verità è indubbiamente seconda alla Carità ma come ho detto, non è a mio avviso caritatevole “confermare” delle persone in un percorso che può portare lontano dal Signore, stando a quanto ci ha rivelato sia tramite la nostra dimensione fisica (la legge naturale) che la Sacra Tradizione (incluse le Sacre Scritture).
Poi, una cosa è non giudicare ed una è benedire. Per evitare di escludere, questa benedizione non potrebbe essere individuale piuttosto che di coppia? Se qualcuno ha negato delle benedizioni individuali a delle persone di buona volontà, con tendenze omosessuali o meno, questo è un problema; ma la soluzione al problema non è l’introduzione di qualcosa che crea confusione, tanto nei fedeli che ricevono la benedizione quanto in tutti gli altri.
Vogliate scusarmi se sembro troppo duro, non voglio offendere nessun lettore e nemmeno l’autore dell’articolo. Però io penso che la carità passi anche dalla correzione fraterna e che in alcuni casi sia più facile essere tolleranti, specialmente quando ciò porterebbe a ricevere gli applausi del mondo (che non credo sia l’intento dei vescovi Belgi ma è un segno a cui bisogna fare attenzione). Voglio solo stimolare un dibattito, tutto qui; credo che in alcuni circoli la questione sia discussa quasi unilateralmente, come se chi fosse opposto fosse solo un “odiatore” o un “tradizionalista”. Io appoggio pienamente quanto deliberato nel Concilio Vaticano II e sono fedele al magistero di papa Francesco ma purtroppo opinioni come la mia spesso sono considerate estreme, quello che voglio è solo il bene delle persone che si trovano su percorsi incerti (perché contengono anche delle cose buone, come l’amore) e non sanno come uscirne.
La Chiesa benedice l’amore e la fedeltà che vogliono vivere insieme per tutta la vita e rendersi disponibili per la società e per la Chiesa.
Io penso, perciò, che si debba avviare una riflessione non solo sulle coppie stabili omosessuali ma anche sulle relazioni consolidate fra tre o più persone.
Anche queste sono famiglie e la Chiesa deve essere inclusiva e accogliente con tutte le nuove forme di amore.