Con un gruppo di preti ordinati a Milano nell’ormai lontano 1955 sono impegnato a riflettere sui cambiamenti profondi che abbiamo vissuto e sofferto; ma anche con quali forze abbiamo ottenuto qualche frutto e a quali speranze potremmo invitare confratelli e amici per un prossimo futuro. Di qui la serie di pensieri che seguono, come stimolo ad una verifica e a una ricerca.
- Circa il cambiamento epocale: siamo vissuti in un’epoca con valori solidi e non negoziabili, del tipo Dio-patria-famiglia-papa (papa, cioè religione e Chiesa). La religione/religiosità era un po’ (o tanto) disincarnata, lontana dalla realtà umana, almeno teoricamente, in pratica molto meno: anche moltissimi preti, infatti, erano impegnati dentro le realtà sociali, sia pure in modo variegato e pagando anche di persona e con la vita.
- Siamo vissuti in una Chiesa troppo di clero, davvero post-tridentina sotto questo aspetto, col predominio della morale sulla fede (pesantemente della morale e “purità” sessuale con i suoi innumerevoli peccati – non dabatur parvitas materiae! – e corsa angosciante a confessarsi per la paura del “Dio ti vede” e dell’inferno), col predominio di dogmi, leggi, precetti e sacramenti, di riti (molti quelli funebri), di pratiche (!) di pietà, di devozioni… tutto, appunto, centralizzato sul clero (il proprio sacerdote) e “sacro”.
Fede in Cristo e carità quale posto avevano? Qualche mio collega teologo criticava parecchio la formazione seminaristica prevalente un po’ dappertutto: più che sulla “grazia” e sulla purità di cuore si insisteva sulle virtù etiche, in special misura sulla pur preziosa castità (detta: virtù angelico-mariana). Ovvie le conseguenze pastorali e di educazione nostra e della gente. - Oggi – periodo storico culturale post-cartesiano e illuminista – predomina l’“io”, l’“uomo”, magari secolarizzato, cioè senza valori trascendenti, sacri e non negoziabili. Dopo rivoluzionarie scoperte scientifiche e dopo tanti tragici mali (shoàh, gulag, terremoti, violenze su deboli e miserabili…), come “io” posso credere ancora in Dio, diventato quasi ipotesi inutile? La patria: che cosa è diventata? La famiglia: regge ancora, ma sotto quali colpi! Papa e Chiesa: sì, ma quanti cambiamenti di superficie e profondi, pur benefici e benedetti: basta pensare al concilio. E gli scandali anche dentro l’alto e il basso clero?…
Dunque? Cambiamo, anzi abbandoniamo tutto il “sacro” passato?… La crisi dunque della fede tradizionale con le sue conseguenze; crisi solo della fede tradizionale o anche di quella fondamentale nel Cristo incarnato e pasquale? Che se anche questa fosse in crisi, non sapremmo più comunicare la “gioiosa notizia” della speranza al mondo. - Recuperando aspetti importanti della Chiesa dei primi secoli, siamo passati ad una Chiesa più attenta alla ricchezza dinamica e pluralista della parola biblica di Dio, alla storia e al suo divenire, più conciliare-sinodale, con maggior valorizzazione del vescovo locale e dei laici; il sacerdote è più presbitero-pastore-presidente, anche nella liturgia, in un popolo tutto sacerdotale-profetico-regale-filiale; egli appartiene a un presbiterio locale ma anche universale, prete del Signore della Chiesa prima che della Chiesa soprattutto locale- parrocchiale.
- Cammino ormai in atto, da continuare, anche alla luce della bimillenaria storia della Chiesa e del presbiterato. Sarà recuperabile così la fede, almeno quella fondamentale nella “grazia” del Signore crocifisso e risorto e nell’Evangelo del suo Spirito? Lo speriamo.
- Quali attività sono sembrate più valide a me personalmente ma non solo: la formazione biblica (mia innanzitutto) poi di chierici e laici in varie occasioni e sedi e per tanti anni. Frutti? Dopo il periodo col card. Martini c’è, a parte un notevole ascolto del papa, il trionfo dei messaggini, compresi quelli più o meno mariani. Mi sembra così a Milano, ma forse anche altrove. In parallelo un certo trionfo del vecchio liturgismo ritualistico e cerimoniale, accanto a discutibili risvegli di pietà popolare (che pure mantiene i suoi valori).
- Quali eventi vedo oggi molto interessanti e promettenti: l’impegno caritativo della Chiesa, davvero imponente, benché migliorabile, a cominciare dal Vaticano; il papa della Evangelii gaudium; il cammino religioso dell’Africa, dei cristiani nei territori islamici, della Cina (130 e più milioni di Bibbie in cinese!), della Russia (800 monasteri rinati quasi dal nulla!); il dialogo ecumenico tra Chiese, più di quello interreligioso; il diaconato permanente (migliorabile per vari aspetti : a volte quei diaconi sembrano solo… chierichettoni per pontificali ancora pesantemente levitico-clericali), anche probabile riserva di preti futuri celibi o uxorati: cf. le richieste dei vescovi dell’America Latina, e non solo, per un duplice clero a servizio delle comunità e soprattutto dell’eucaristia domenicale, con duplice e appropriata formazione umana, spirituale e teologica.
- Domanda: che cosa può suggerire l’evoluzione in atto di idee e prassi? Per esempio, quella circa sessualità, matrimonio e famiglia; quella circa la donna (a che cosa è ridotta in tanti ambienti? E quale sarà il suo ruolo nella Chiesa, a parte quello che ha già? Diaconato, presbiterato?…).
- Dagli altri confratelli mi aspetterei riflessioni sull’oratorio, sulla scuola, sulla stessa parrocchia ecc. E che dire della gioventù odierna: sarà una speranza per il prossimo futuro? A volte lo si afferma: è solo uno slogan o c’è del vero? Se non altro il giovane è più disposto a cambiamenti che non noi anziani. Problema ovvio: a quali cambiamenti?
Abbiamo letto e apprezzato, anzi suggeriamo ad altri di discuterne, perchè utile per comprendere vicende passate e sofferte e il nostro oggi di chiesa e di società. – grazie. Invierò anche un contributo di sostegno. Saluti e buon lavoro.
Un gruppo di preti milanesi