In preparazione al cammino sinodale («Sinodaler Weg»), che avrà inizio la prima domenica di Avvento, la Conferenza episcopale tedesca, nell’assemblea della scorsa primavera, aveva istituito quattro Forum con l’incarico di approfondire i temi relativi al potere nella Chiesa, alla morale sessuale, alla forma di vita sacerdotale e al ruolo delle donne nei servizi e nei ministeri della Chiesa. I quattro gruppi si sono messi subito al lavoro e ora, a distanza di alcuni mesi, hanno pubblicato i risultati dei loro incontri. Katholisch.de ne ha diffuso i contenuti, in una sintesi molto stringata, scritta a tre mani, con in allegato le relazioni integrali che si aggirano tutte sulle venti pagine. Riprendiamo, in una nostra traduzione, la sintesi com’è stata riportata in katholisch.de il 19 settembre scorso.
1° Forum: «Potere, partecipazione e divisione dei poteri»
È giunto il momento di un rinnovamento della Chiesa nel settore “Potere, partecipazione e separazione dei poteri”: è questo il filo conduttore del documento di lavoro del primo Forum. Gli autori dello scritto (una ventina di pagine) intendono «ricavare alcune lezioni dallo scandalo degli abusi» che, secondo i dati dello studio MHG, affonda le sue radici anche nell’abuso del potere spirituale.
Allo stesso tempo, su questo argomento, invitano a puntare «di nuovo sulla sacra Scrittura» e sul primato dell’evangelizzazione. Nella loro indagine essi individuano nella Chiesa una vistosa contraddizione tra dottrina e azione. Precisamente nel sec. 19°, riproducendo il modello della monarchia, numerosi poteri si erano accumulati nella “sacra potestas” del ministero ordinato, tanto da stabilire una gerarchia secondo la quale «i fedeli erano considerati in maniera unilaterale dipendenti dai preti». Cosa che non è più possibile in tempi di democrazia.
Gli autori del testo chiedono poi in maniera provocatoria: «La Chiesa crede ancora a ciò che predica con il Vangelo della speranza circa la riconciliazione, l’amore e la salvezza?». L’attuale crisi della Chiesa minaccia la sua esistenza se non vengono approntate misure adeguate.
I partecipanti al Forum avanzano quindi alcune proposte molto concrete su come il potere e la divisione dei poteri nella Chiesa possano essere organizzati in modo nuovo. Ma non intendono con ciò arrivare a formulare delle «definizioni». Così, per esempio, chiedono, in forza della «fondamentale uguaglianza di tutti i membri della Chiesa», che si stabilisca come vincolante la collaborazione dei diversi servizi nella Chiesa, «compreso il ministero episcopale». In concreto, dev’essere garantito che «la leadership e il potere decisionale non sono legati esclusivamente all’ordinazione».
Inoltre, propongono che i fedeli possano esprimersi sul problema della tassa sulle religioni (Kirchensteuer), sull’assegnazione degli uffici direttivi che devono essere tassativamente ad tempus, sul controllo dei dirigenti a tutti i livelli, che dev’essere compiuto da organismi indipendenti, e sulla predicazione dei fedeli nella santa messa.
Allo stesso tempo, gli autori del documento di lavoro esortano affinché il «cammino sinodale» costituisca già «una modalità di cambiamento» verso una nuova cooperazione tra chierici e laici. Deve svilupparsi la consapevolezza che il potere deve essere condiviso e il suo esercizio giustificato. Ma ci deve esser anche «la sicurezza del processo»: l’ambito decisionale dei comitati del processo di riforma e quanto le decisioni siano vincolanti devono essere chiariti prima ancora di cominciare.
2° Forum: Morale sessuale
Dal documento di lavoro del Forum sulla “Morale sessuale” si possono riconoscere chiaramente le distanze esistenti tra le vedute dei partecipanti su questo tema. Infatti, in diversi punti delle schede, accanto all’opinione della maggioranza dei presenti, è specificata anche l’opinione di una minoranza non precisata. Per esempio, una delle richieste accolte dalla grande maggioranza dichiara che «le norme sulla morale sessuale della Chiesa devono essere rivedute in termini di valore normativo». La minoranza invece non vuole alcun cambiamento, ma propone una spiegazione e una comunicazione plausibili per il nostro tempo.
Il documento di lavoro (oltre 20 pagine) è stato redatto sulla base della conferenza che il teologo moralista di Friburgo, Eberhard Schockenhoff, ha tenuto nel mese di marzo all’assemblea dei vescovi tedeschi. Essa è concepita sulla falsariga delle tre fasi: “vedere-giudicare-agire”.
Dopo una descrizione dell’attuale situazione che, secondo il parere della maggioranza, mostra «una tangibile lontananza tra l’insegnamento della Chiesa e la vita della gente», seguono alcuni «profili di un’etica teologica sessuale umana per i nostri tempi» e alcuni giudizi sugli atti sessuali e sull’omosessualità, che sono diversi tra la maggioranza e la minoranza.
Le possibili conseguenze sono illustrate con due esempi: il primo riguarda il problema dell’autodeterminazione sessuale, in cui la maggioranza si esprime per una morale sessuale della Chiesa che riconosca agli individui il diritto di «dire di sì agli atti sessuali che vogliono» e di poter scegliere «chi amare». L’opinione opposta intende per autodeterminazione nel campo sessuale unicamente «il diritto personale di porre dei limiti». Tra l’altro, viene presentato il problema della benedizione dei partner. Sono state avanzate tre posizioni che vanno dalla richiesta di maggiore approfondimento al rifiuto. Queste però non sono state discusse né votate.
3° Forum: La forma di vita sacerdotale
Anche se il Forum è intitolato “Forma di vita sacerdotale” non riguarda tuttavia solo i chierici. Infatti, il gruppo, facendo riferimento al «sacerdozio di tutti i battezzati», intende anzitutto parlare dei «problemi ecclesiologici fondamentali», prima di entrare nei dettagli. Inoltre, la «forma di vita sacerdotale» è trattata «non come stato, ma in base ai criteri dell’evangelizzazione». In questo modo si seguono le indicazioni di Roma, secondo cui l’evangelizzazione deve costituire il criterio principale di tutte le determinazioni.
Anzitutto la missione, in una società che sta diventando sempre più secolare, deve riguardare tutto il popolo di Dio. Il Forum considera il «cammino sinodale» un’opportunità per la Chiesa, nel senso che non vede più solo delle proposte già confezionate, ma si rivolge apertamente alla gente. In questo modo la Chiesa può crescere anche come presenza. Nel documento di lavoro si parla anche della missione di ciascuno, così come può essere vissuta e sperimentata.
Soltanto in un secondo momento si viene a trattare concretamente dei preti, dei loro compiti e dell’organizzazione del loro ufficio. A questo riguardo, all’interno del Forum, si costata un dissenso di fondo: cioè se il sacerdozio deve essere pensato anche in vista delle donne. Su questo problema il documento di lavoro rimanda al quarto Forum che si occupa esplicitamente del ruolo delle donne nella Chiesa.
Per quanto riguarda i preti, si parla del rapporto tra sacramentalità e potere (sul problema del potere si vuole sentire anche il parere del Forum competente) e dei presupposti per accedere all’ufficio. Qui entrano in gioco «i punti scottanti»: si tratta dei diversi orientamenti sessuali dei preti e del problema se «il celibato è l’unica forma appropriata alla natura del sacerdozio?». Inoltre, il gruppo di lavoro cerca di indagare sul modo di prevenire le frustrazioni inerenti all’ufficio.
Per il Forum è importante che la discussione sia aperta e si svolga su un piano di parità. Viene qui presa in considerazione la possibilità di partecipazione dei social media e di osservatori esterni. Ma si attribuisce importanza – in stretto riferimento alle affermazioni del papa – al fatto che non si tratta di prendere decisioni a maggioranza come in un parlamento, ma di un «effettivo ascolto dello Spirito Santo».
4° Forum: Le donne nei servizi e ministeri nella Chiesa
Il Forum “Le donne nei servizi e ministeri della Chiesa” sottolinea nel suo documento di lavoro (18 pagine) «la grande urgenza del tema».
Il problema delle donne è considerato dall’opinione pubblica come il «banco di prova» della serietà di ciò che la Chiesa intende con la sua volontà di riforma. Per non perdere le donne impegnate, occorre discutere apertamente dei problemi che si pongono, compreso quello relativo all’ordinazione.
L’«evidente discrepanza tra la dottrina della Chiesa e la dottrina ampiamente uniforme della teologia scientifica» in questo ambito costituisce uno «scandalo». A questo riguardo, il documento di lavoro chiede di indagare quanto siano effettivamente vincolanti i documenti del magistero relativi a questo tema, di riesaminarne gli argomenti e di verificare la loro solidità.
Nel gruppo di lavoro c’è unanimità nel richiedere che le possibilità per le donne di partecipare a pari diritto alla vita della Chiesa siano ampliate. Alla luce dell’uguaglianza giuridica tra uomini e donne presente in molti stati, il valore della posizione della donna nella Chiesa cattolica non «corrisponde alle attese della società per un’equa partecipazione ai compiti direttivi».
Il fatto che il ministero ordinato sia limitato solo agli uomini è percepito come una contraddizione dell’uguaglianza fra l’uomo e la donna, uguaglianza che si fonda sia sulla teologia sia sulla creazione, come continuamente viene ripetuto anche da parte della Chiesa.
Il problema della partecipazione delle donne ai servizi e ai ministeri della Chiesa, secondo il Forum, è strettamente legato all’evangelizzazione. La Chiesa non può proclamare in maniera credibile il Vangelo se esclude la «metà dell’umanità» dall’annuncio ufficiale.
Tuttavia, a prescindere dal servizio legato all’ordinazione delle donne, il diritto canonico offre già alcune possibilità alle donne di partecipare alla dirigenza come guide delle comunità – come avviene già, per esempio, in alcune diocesi tedesche Questa possibilità deve essere maggiormente conosciuta e promossa, afferma il documento.
Il gruppo di lavoro si esprime positivamente anche sul diaconato della donna. L’esistenza delle donne diaconesse e la loro azione come diaconesse è dimostrata ed esse sono state benedette e autorizzate. I membri del Forum hanno affermato che è grande l’attesa che la Chiesa si esprima in relazione al loro servizio diaconale. Un incarico alle diaconesse potrebbe costituire la via per rafforzare questo servizio. Non è chiaro tuttavia se il diaconato conferito ad una donna sia partecipe dell’ordinazione sacramentale.
Nel voto finale, il documento di lavoro del Forum auspica che, nei problemi in questione, abbiano a prevalere «la creatività e la ricchezza di idee». Ed ha aggiunto anche che si potrebbe pensare a «forme alternative a quelle del ministero ordinato finora in atto».
Chiedere serve ad evidenziare le contraddizioni.
Nel mondo cristiano c’è un’incomunicabilità totale e radicale ormai, nel mondo secolarizzato è 300 volte più facile incontrarsi per parlare.
Perchè non lo so ma è così ormai, non serve a nulla pure scrivere qua dentro…
Poniamo il caso che il Sinodo tedesco stabilisca la possibilità di ordinare donne diacono.
In questo caso cosa succederebbe?
L’ordinazione sarebbe valida solo in Germania?
Se una diacona tedesca si trovasse a Rimini in vacanza potrebbe celebrare un matrimonio?
Se no perché?
Se si allora il Sinodo tedesco potrebbe deliberare su temi che riguardano l’intera cattolicità.
Insomma dopo questo Sinodo esisterà ancora una Chiesa Cattolica?
A che serve scrivere e chiedere? Tanto nessuno risponde…