Continua violenta la rottura della comunione in seno alla Chiesa ortodossa, uno scisma che fa dell’Africa uno dei suoi più importanti terreni di scontro: il Patriarca greco-ortodosso di Alessandria, Teodoro II, continua a denunciare gli sforzi russi di espandersi in Africa ignorando, e anzi andando contro, l’autorità canonica consolidata del Patriarcato di Alessandria, che storicamente sostiene che i cristiani ortodossi in Africa ricadano sotto la sua giurisdizione (cf. qui su SettimanaNews).
Il mese scorso, l’Esarca della Chiesa ortodossa russa in Africa, il metropolita Konstantin di Zaraisk, ha completato un tour in dieci paesi africani e, secondo Ortodox times, Teodoro ha dichiarato in tale occasione che la Chiesa russa «ha ignorato ogni principio di legge e ordine ecclesiastico», condannandone l’azione in Africa, ed ha accusato direttamente il Cremlino, che secondo lui sta facilitando la logistica di questi numerosi e intensi viaggi del clero ortodosso russo in Africa «attraverso metodi secolari e influenza finanziaria» minando il sistema stesso della Chiesa ortodossa in Africa.
Attualmente, ci sono 250 preti russi in Africa, responsabili di circa 300 comunità locali e il metropolita Konstantin ha recentemente completato un tour di quasi tre settimane che ha toccato Sudafrica, Egitto, Marocco, Gabon, Camerun, Repubblica centrafricana (dove ha incontrato il presidente Touadera), Burkina Faso, Costa d’Avorio, Togo e Benin.
L’esarcato russo è stato formato nel dicembre 2021 e, da allora, il Patriarcato di Alessandria ha adottato varie misure, tra cui la riduzione allo stato laicale degli esarchi ortodossi russi in Africa, per controllare la sua espansione, ma con poca efficacia. A febbraio, il Patriarcato di Alessandria ha ridotto allo stato laicale il metropolita Konstantin e la reazione della Chiesa ortodossa russa è stata di rottura definitiva, con la denuncia di una decisione che secondo i russi è “illegale” e «non valida». Quest’estate tuttavia anche il patriarca ecumenico ortodosso Bartolomeo di Constantinopoli si è schierato con Teodoro, il Patriarcato di Alessandria, e contro Mosca, accusando la Chiesa russa di “etnofilettismo” (confondere la Chiesa con la nazione).
Nel 2018 è iniziato lo scisma tra la Chiesa ortodossa russa e il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli su decisione unilaterale della prima. La ragione è decisione del Patriarcato di concedere l’autocefalia (indipendenza) alla Chiesa ortodossa ucraina, che precedentemente era legata a quella russa. Nel tempo, le varie chiese ortodosse si sono schierate mano a mano con la causa ucraina.
- Dal sito della Rivista Africa, 30 novembre 2024