Con la prima sessione dell’Assemblea sinodale (apertasi a Francoforte giovedì 30 gennaio, fino a domenica 2 febbraio), di cui fanno parte 230 tra rappresentanti del mondo cattolico tedesco e i membri della Conferenza episcopale, la Chiesa cattolica tedesca ha iniziato formalmente il processo sinodale che la impegnerà nei prossimi due anni.
Rivolgersi la parola e decidere
Noti i quattro temi maggiori: potere e clericalismo; la forma di vita del prete; morale sessuale cattolica; il ruolo delle donne nella Chiesa. Come la ragione che ha quasi imposto un percorso del genere, al fine di cercare di arginare la completa perdita di credibilità della Chiesa – in primo luogo tra i cattolici stessi, e poi più ampiamente all’interno della società tedesca: appunto, gli esiti dello studio commissionato dalla Conferenza episcopale sugli «Abusi e violenze da parte del clero in Germania».
La fase preparatoria è stata caratterizzata da grosse aspettative rispetto alle decisioni finali del percorso sinodale, da un lato, e dall’altro da polemiche sul merito giuridico e sui contenuti presi in considerazione (nei quali si rispecchia più l’atmosfera generale del cattolicesimo globale che una condizione particolare di quello tedesco). Verso entrambe le posizioni il presidente della Conferenza episcopale, card. R. Marx, e il presidente del Comitato centrale dei cattolici tedeschi, T. Sternberg, hanno condiviso un atteggiamento di realismo per quanto concerne i diversi livelli di competenza decisionale (con istanze di riferimento diverse per ciascuno), e di profonda consapevolezza per l’urgenza del tornante davanti al quale si trova tutta la Chiesa tedesca (laici, religiosi, preti e vescovi). «Vi sono tre diverse categorie di decisione. Quelle che possono essere messe in atto dai vescovi locali nelle loro diocesi. Quelle che possono essere inviate a Roma come votum. E infine quelle che molto probabilmente richiedono un Concilio della Chiesa cattolica» (Sternberg).
Le braci della polemica
Consapevoli di ciò, è comunque responsabilità della fede di una Chiesa locale poter usare tutti gli spazi che la configurazione canonica le lascia e, al tempo stesso, collaborare con la Chiesa universale attraverso le proprie specifiche competenze ed esigenze.
Davanti a preoccupazioni negli ambiti della curia romana, circolanti anche in gruppi sintonici a papa Francesco, in merito a una sorta di volontà scismatica interna al cattolicesimo tedesco, dai laici ad alcuni vescovi, Marx e Sternberg sono stati categorici: il processo sinodale non si pensa come alternativo a quello della Chiesa universale; piuttosto si inserisce in esso raccogliendo le suggestioni e le aperture di Francesco, e solo il fatto di immaginarsi che lo spirito dell’Assemblea sinodale sia quello di gettare le basi per una Chiesa nazionale tedesca (separata) «è semplicemente un’idiozia».
L’idea di un neo-gallicanesimo sull’altra sponda del Reno è, infatti, storicamente assurda e congiunturalmente impraticabile. Il fatto che anche ceti illuminati della curia romana temano qualcosa del genere è piuttosto indice di precise strategie da parte di alcuni gruppi cattolici (tedeschi e non), da un lato, e di una necessità di apprendimento a spiegare la particolarità di un vissuto di Chiesa oltre i propri confini e le proprie strutture, dall’altro.
Il genio di cui abbiamo bisogno
La Chiesa cattolica tedesca nel suo complesso deve imparare a raccontarsi e a spiegarsi al di fuori dei propri codici abituali; generando prossimità virtuose sia con altre Chiese europee, sia con gli stessi ambienti della curia romana, al fine di sottrarre il Cammino Sinodale alla riduzione della comunicazione di massa.
Ma anche qui, non si tratta solo della Chiesa tedesca. Se il Cammino Sinodale diventasse il luogo di una sapiente elaborazione per interdire alla macchina digitale della comunicazione di essere l’atmosfera omni-assorbente in cui la Chiesa e i credenti raccolgono le loro informazioni sulle comunità locali, istruendovi in accordo i parametri di giudizio, esso potrebbe rendere un servizio alla fede di portata quasi ben più decisiva dei temi intorno a cui conviene l’Assemblea.
Su questo ultimo punto il Cammino Sinodale potrebbe quindi rappresentare una pratica virtuosa a vantaggio di tutta la Chiesa: «Mi auguro – così il card. Marx – che questa sia l’occasione in cui tutti coloro che si dicono cristiani si rapportino gli uni verso gli altri con educazione e mostrino di avere rispetto vicendevole dell’altro. Questo sia per ciò che riguarda le sessioni dell’Assemblea sinodale, sia per quanto concerne la cultura della discussione nei social media». Una prova di maturità per tutti coloro che affermano di essere cattolici, da qualsiasi parte degli schieramenti essi si pongano.
Una cultura dell’onestà e della rettitudine di cui si è sentita palese mancanza nei vari tentativi di strumentalizzare la Lettera al popolo pellegrinante di Dio che è in Germania di papa Francesco (come d’altronde si sente quotidianamente a livello di cattolicesimo globale davanti al cammino di una Chiesa prossima al Vangelo e alla gente fortemente voluto da Francesco stesso).
I tempi dell’Assemblea sinodale
In quanto organo più alto del Cammino Sinodale l’Assemblea plenaria si riunirà due volte all’anno (prossimo appuntamento nell’autunno 2020). Nei tempi fra una sessione e l’altra sono previsti i lavori contenutistici dei quattro forum tematici.
Come ha chiaramente affermato K.-H. Wiesemann, vescovo di Treviri, al di là di questioni strettamente giuridico-canoniche, il Cammino Sinodale e le sue decisioni devono avere per i vescovi tedeschi «un carattere vincolante morale estremamente alto».
Nel cattolicesimo odierno il vero problema non è tanto quello di aprire percorsi immaginati come alternativi a quelli di Roma, quanto piuttosto il percorrere strade che non hanno nulla a che fare con la vita quotidiana dei fedeli e della gente comune – strade dove la Chiesa come istituzione incontra solo se stessa in una tragica solitudine.
Cammino Sinodale – Cf. SettimanaNews:
Chiesa tedesca in cammino sinodale
Chiesa in Germania: i quattro forum
Turbolenze nella Chiesa tedesca
Il cammino sinodale della Chiesa tedesca
Ai cattolici tedeschi, firmato Francesco
H. Wilmer: una Chiesa non roccaforte, ma oasi
Chiesa tedesca, col fiato corto…
L’uomo è destinato a restare chiuso nei suoi ragionamenti, nel suo fare, anche buono, anche “cristiano”? Per certi aspetti non a caso Emanuele Severino vedeva il prevalere della tecnica anche nel cristianesimo. Non a caso Heidegger osservava che ormai solo un Dio ci può salvare. E che denken ist danken ossia pensare è ringraziare, accogliere il dono