La crisi di fiducia nei confronti del card. Woelki nella diocesi di Colonia si protrae oramai da un tempo troppo lungo. Da Roma si attende ancora una decisione di papa Francesco in merito alla lettera di dimissioni che il cardinale aveva presentato nel corso del suo “periodo sabbatico” dalla guida della diocesi.
Poco prima della visita ad limina dei vescovi tedeschi è intervenuto sul tema il presidente del Consiglio diocesano T. Kurzbach, che ha chiesto che la questione Woelki venga apertamente discussa nel corso della visita, con il chiaro intento di giungere a una soluzione definitiva per il bene della Chiesa locale.
“Dalla questione Woelki dipende molto, molto di più che un solo fatto personale”.
La crisi della diocesi si estende anche alla città. Infatti, il card. Woelki non appare nel programma del “Carnevale di Colonia” che si tiene il 6 gennaio.
Il 4 gennaio, nel quadro delle manifestazioni previste, si terrà una celebrazione ecumenica che sarà celebrata, nel duomo, dal decano cattolico per la città di Colonia e dal sopraintendente evangelico. La classica sosta nella residenza del cardinale al termine della celebrazione non avrà luogo per il secondo anno consecutivo.
Segno questo di una crisi di rappresentanza, anche civile, che oramai aleggia intorno alla persona e alla vicenda di Woelki.
L’anno scorso 300.000 fedeli hanno lasciato formalmente la chiesa cattolica in Germania. Le questioni etiche di cui si discute in Germania non sono affatto ininfluenti rispetto alla radice dell'”incontro con Gesù”. Il Papa cita Holderlin e propone un fervorino, invece di sottolineare la gravità della situazione in atto… che faccia invece qualcosa, qualcosa che lascia pensare che la chiesa sta cambiando e prenderà sul serio i casi di abusi in Francia come in Germania, come ovunque. I giovani se ne vanno perché fiutano la mancanza di autenticità e il compromesso politico. Resterà il papa, che cita filosofi, ascoltato da qualche prete che non vuole perdere il posto e qualche nonna. Gesù non vuole questo. Perdonatemi la provocazione.
Dalla conferenza stampa di Francesco al rientro dal Bahrain) La Germania ha una vecchia storia religiosa. Citando Hoelderlin io dirò: “Tante cose hanno vissuto, tante”. La vostra storia religiosa è grande e complicata, di lotte. Io ai cattolici tedeschi dico: la Germania ha una grande e bella Chiesa Evangelica; io non ne vorrei un’altra, che non sarà (mai) tanto buona come quella; ma la voglio Cattolica, alla cattolica, in fratellanza con la Evangelica. Alle volte si perde il senso religioso del popolo, del Santo popolo fedele di Dio, e cadiamo nelle discussioni eticiste, nelle discussioni di congiuntura, nelle discussioni che sono conseguenze teologiche, ma non sono il nocciolo della teologia. Cosa pensa il Santo popolo fedele di Dio? Come sente il Santo popolo di Dio? Andare lì a cercare come sente, quella religiosità semplice, che tu la trovi nei nonni. Non dico di tornare indietro, no; ma alla fonte di ispirazione nelle radici. Tutti noi abbiamo una storia di radici della fede; anche i popoli l’hanno: ritrovarla! Mi viene in mente quella frase di Hoelderlin per la nostra età: “L’uomo vecchio dovrebbe mantenere quello che ha promesso da fanciullo”. Noi nella nostra fanciullezza… abbiamo promesso tante cose, tante cose. Adesso ci mettiamo in discussioni etiche, in discussioni congiunturalistiche, ma la radice della religione è lo schiaffo che ti dà il Vangelo, l’incontro con Gesù Cristo vivo: e da lì le conseguenze, tutte; da lì il coraggio apostolico, da lì andare alle periferie, anche alle periferie morali della gente per aiutare; ma dall’incontro con Gesù Cristo. Se non c’è l’incontro con Gesù Cristo ci sarà un eticismo travestito da cristianesimo. Questo volevo dire, ma dal cuore. Grazie
Woelki ha la testa dura. Ma non è possibile che una Diocesi si fermi per un arcivescovo. Poi che ne sappiamo noi se è una elite quella che gli fa guerra? Nella Chiesa è triste vedere diocesi i n mNO AD UN GRUPPO RISTRETTO DI PRETI CHE FANNO IL BELLO E CATTIVO TEMPO