Religion Digital è un portale di informazione religiosa in lingua spagnola, avviato nel 2000 e diretto da José Manuel Vidal. Il 14 luglio ha pubblicato un’intervista con il nuovo prefetto del Dicastero per la dottrina della fede, l’arcivescovo argentino Víctor Manuel Fernández. L’intervista è stata realizzata da Guillermo Jesús Kowalski e pubblicata con il titolo “Domande scomode al nuovo Guardiano della Fede Cattolica”. La traduzione dallo spagnolo è di Fabrizio Mastrofini.
– Mons. Víctor Manuel Fernández, il Vaticano II voleva eliminare un atteggiamento antimoderno e porre l’accento su un dialogo fecondo per l’umanità. Ritiene che questo obiettivo sia stato raggiunto o a cosa attribuisce la sua mancanza?
Credo che, con tutti gli alti e bassi, l’opzione della Chiesa per il dialogo con il mondo sia ormai irreversibile, anche se ci sono minoranze che continuano a resistere. San Giovanni Paolo II, pur avendo delle riserve su alcune applicazioni del Concilio, considerate più di rottura con il passato, ha compiuto grandi gesti di avvicinamento al mondo nelle sue varie dimensioni.
Francesco lo fa con un coraggio fuori dal comune, con una capacità ammirevole di esporsi oltre ogni rischio. La Laudato si’ è un modello di dialogo con il mondo, ma, oltre ai suoi scritti, ci sono gli incontri diretti, faccia a faccia, in cui è disposto ad ascoltare quello che gli vogliono dire, anche se può essere offensivo o impegnativo.
Questo è fondamentale, perché non c’è dialogo senza una generosa apertura all’ascolto del cuore della questione. In questo senso possiamo dire che Francesco sta portando il Concilio alla sua più luminosa concretezza.
– Qual è la sua diagnosi e quale dovrebbe essere l’atteggiamento della Chiesa di fronte al massiccio allontanamento dalla fede ecclesiale, alla moltiplicazione delle spiritualità e a quello che il papa chiama il “paradigma tecnocratico” come modellatore della cultura odierna?
I gruppi conservatori incolpano il Concilio e Francesco di questo allontanamento di molte persone, perché ritengono che l’apertura faccia perdere alla Chiesa la sua identità e la renda meno attraente. Credo che la diagnosi sia piuttosto quella opposta. Se ci sono gruppi minoritari che hanno bisogno di una liturgia e di un modo particolare di esprimere la dottrina, c’è spazio anche per loro.
La maggior parte di coloro che si allontanano è perché non trovano nella Chiesa un linguaggio attraente, una proposta accattivante, un messaggio espresso in modo tale da essere percepito come fonte di vita e di pienezza. In questo senso, ciò che ha spinto molti ad andarsene è che non c’è stato un dialogo sufficiente con il mondo.
– A cosa attribuisce il fatto che una teologia così feconda, come la teologia del popolo, sia incomprensibile in Europa?
La cultura europea è diventata sempre più individualista, e questo non è colpa della Chiesa. Né è una situazione a cui la Chiesa deve adattarsi. È piuttosto una chiamata profetica e controculturale. Richiede che cresciamo nella capacità di mostrare che “nessuno si salva da solo”, che non c’è alcuna realizzazione personale nel condurre una vita comoda e isolata, che siamo più felici se siamo una famiglia e se siamo persone. La società deve essere scossa da questo terribile inganno che le fa credere che l’individualismo sia la salvezza.
In questa linea, la teologia del popolo diventa incomprensibile e irrilevante per la cultura europea, anche per la cultura ecclesiale infettata da questo spirito individualista. Si tratta, infatti, di una teologia che ci invita a pensare, sentire e vivere come un popolo, e un popolo in cui i più importanti sono gli ultimi. Che fascino può avere questo messaggio per orecchie borghesi, per una persona fossilizzata nei suoi obiettivi individuali?
– Papa Francesco ha parlato fin dall’inizio di due grandi mali per la Chiesa: il clericalismo e l’autoreferenzialità. Come pensa che si debbano affrontare questi mali, che minacciano la centralità della fede cattolica?
Il primo con un sano cammino sinodale. Colpisce la riluttanza di molti sacerdoti a dare maggior risalto ai laici, senza rendersi conto che, se continuiamo così, saremo mangiati dai topi. All’autoreferenzialità si contrappone l’autotrascendenza, e per questo non c’è niente di meglio di una spiritualità in cui il centro è la carità, l’amore che ci fa uscire da noi stessi.
Ma questo è qualcosa di soprannaturale, che dobbiamo implorare come dono dello Spirito Santo. L’essere umano da solo non è in grado di compiere un tale miracolo.
– Il papa le ha risparmiato la questione dei processi per abusi all’interno della Chiesa. Questo significa che il suo Dicastero non si dedicherà ad indagare le cause sistemiche della vita clericale che sono il terreno di coltura di questi abusi? Non pensa che ammettere, chiedere perdono, punire, accompagnare e risarcire le vittime siano misure insufficienti se non si approfondiscono le cause strutturali di questi crimini, che vengono commessi in tutto il mondo?
Lei ha perfettamente ragione, quello che dice è molto prezioso. È vero che, da questo punto di vista, la sezione dottrinale della Dottrina della fede, insieme alla Cultura e alle Accademie vaticane, potrebbe arricchire molto la riflessione sulle cause della pedofilia nella Chiesa. È un compito complesso, interdisciplinare, impegnativo, che senza dubbio ci farebbe molto bene. Ma spero di avere le risorse minime per poter intraprendere le tante cose importanti che si potrebbero fare.
– Ci sono migliaia di sacerdoti sposati. Rimangono sacerdoti per il carattere del sacramento e possono celebrare i sacramenti in pericolo di morte. Tuttavia, c’è una legge non scritta che li ha messi a tacere, ha tolto loro il sostegno, e non sono inclusi nel compito di evangelizzazione. Pensa che sia possibile invertire questa ingiustizia teologica o devono rassegnarsi a continuare a essere ignorati ed esclusi dalla vita della Chiesa?
È possibile ripensarci. È una questione di competenza del Dicastero per il clero, ma sarei disposto a dare il mio contributo se prima o poi ci fosse la possibilità di discuterne.
– Alcuni di noi ritengono che la sinodalità non sia semplicemente una risorsa pastorale, ma un superamento anche del Vaticano II. Visto il rifiuto aperto e/o silenzioso di parte del clero che ritiene di perdere dei privilegi, cosa farà la Chiesa per incanalare questa iniziativa di fronte a queste resistenze?
Affrontare queste resistenze in modo più deciso nella formazione iniziale e permanente del clero. Ma anche, se apriamo nuove strade per la responsabilizzazione dei laici, saranno loro stessi a insegnare ai sacerdoti come superare il clericalismo. Ci sono laici molto santi, molto impegnati, molto generosi che a volte ci spiazzano e ci lasciano senza parole. Io stesso ho imparato molto da loro quando ero parroco, e credo che sempre più laici si sentano liberi di intervenire, di dare il loro parere, di contribuire.
– Cosa può dirci il nuovo prefetto sulla guerra delle identità sessuali e di tutti i tipi di identità che è in corso da qualche decennio nella cultura di oggi, che ha generato tanta aggressività e spaccature sociali?
Abbiamo bisogno di un’ascesi che ci permetta di tollerare con carità che, a volte, ci sia un’aggressività che ci ferisce. Abbiamo il dovere di sviluppare questa ascesi, perché la violenza verbale di alcuni di questi gruppi identitari è uno sfogo comprensibile per loro, dopo molti secoli di nostra violenza verbale, di linguaggio offensivo, molto offensivo, o di una manipolazione delle donne come se fossero di seconda classe, disprezzate.
Ripeto che Francesco è un modello di quella “sopportazione” che nasce dal cuore di un padre. È possibile che, con il tempo, si raggiunga un maggiore equilibrio, che si rifletta e si discuta su questi temi con meno asprezza, con meno attacchi, con una serenità che ci permetta di affrontarli in modo più integrale e profondo.
Non ho visto comparire in tutta la durata dell’intervista la parola Cristo. Visto che si tratta di “cristianesimo” la cosa non è un po’ strana?
Cristo è morto per la nostra salvezza e per portarci nel suo Regno !! Ma lui in quale regno ci vuole portare???? Io scelgo Cristo! Viva Cristo Re! Viva la Santa CHIESA Cattolica apostolica di sempre! Io la chiesa di quest’uomo e di tutti coloro che la pensano come lui non la voglio
Dal fatto che si considerino scomode queste domande si evince una vecchia impostazione.
Purtroppo un vero problema nella Chiesa sono i troppi capelli bianchi coperti dal colore.
Queste sono le solite domande che i giovani, tutti i giorni, pongono sui social.
Io direi che sono quesiti scontati, mentre scomode sono le risposte del nuovo prefetto.
L’ unica domanda scomoda al nuovo Prefetto della Fede cattolica sarebbe : Ma lei crede nella fede cattolica ?
Temo che la risposta non sarebbe un si o un no come insegna il Vangelo ma un : Vediamo,forse, nella misura in cui, dipende……,cosa si intende per fede …e poi cattolica cosa vuol dire …dobbiamo ripensare e reinventare la definizione …..
Eccetera eccetera eccetera.
Penso un sacco di gente risponderebbe ‘si’, ma indagando meglio si scoprirebbe che hanno idee molto sui dogmi, sul cosa significa essere cattolici
Quindi a ragione il Prefetto darebbe una risposta articolata
Si articolata e molto molto confusa
Apostasia dilagante nel mondo della chiesa.Siamo alla nuova Babilonia. Ma non praevalebunt.
Quindi per il prefetto della DDF è un apostata?
Su cosa basa questa affermazione
Personalmente sono piu’ interessata alla parte Mistica del Cristianesimo. Se devo proprio esprimere il mio parere sull’aspetto della religione organizzata ritengo che sia doveroso andare alla radice ed analizzare le ragioni per la quale e’ stata fondata l’istituzione e valutare se le ragioni originarie siano ancora valide per I tempi odierni.
Ricchiedera’ coraggio e sincerita’ per poster estirpare le radici dell’ ipocrisia secolare che ha condotto a questo punto.
Riflessione molto propositiva specie nell’intendimento di perforare la dura corteccia del suprematismo clericale che spesso relega il laicato o nella fedeltà pedissequa o nell’anticlericalismo ideologico e che fa della chiesa l’orto chiuso di una èlite di chiamati.
Molti sono i chiamati ma pochi gli eletti…..