L’ex nunzio C.M. Viganò: tre passi nel buio

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Mons. Carlo Maria Viganò, ex segretario del Governatorato vaticano, ex nunzio a Washington ed ex moralizzatore, nella sua corsa all’intransigenza estrema supera un triplice limite.

Prima accusa il papa di aver accettato solo esteriormente la carica nascondendo la reale intenzione di fare il male della Chiesa. Cosa che si comprende «dal comportamento di Bergoglio, ostentatamente anticattolico ed eterogeneo rispetto all’essenza stessa del papato. Non vi è azione di costui che non suoni palesemente di rottura rispetto alla prassi e al magistero della Chiesa».

Carlo Maria Viganò

Il secondo “salto” è nell’accettare di farsi ri-ordinare vescovo dal più radicale (e sgangherato) vescovo consacrato da mons. Lefebvre, Richard Williamson, buttato fuori dalla Fraternità San Pio X per insubordinazione.

Il terzo passaggio è di fondare a Viterbo il collegium traditionis, un proprio seminario e ostello per i preti e religiosi tradizionalisti. «Nella Chiesa ci sono centinaia, migliaia di chierici, sacerdoti, religiosi e laici a cui viene negato da un’autorità tirannica e corrotta il sacrosanto diritto di essere fedeli a nostro Signore come lo sono stati per duemila anni i nostri fratelli nella fede».

Ne parlano ampiamente siti e pubblicazioni dei tradizionalisti cattolici come Corrispondenza romana e La bussola quotidiana.

Le accuse al papa si moltiplicano e si precisa la posizione di Viganò. Non è “sedevacantista” (non c’è più un papa legittimo), non nega la validità della rinuncia di Benedetto XVI e accetta l’elezione di Francesco come legittima. Ma nega il senso positivo del suo ministero, viziato fin dall’origine dall’intenzione di fare il male della Chiesa. È vero papa, ma poiché «con coerenza e premeditazione (compie) l’esatto opposto di ciò che si attende dal vicario di Cristo e dal successore del principe degli apostoli», per “vizio di consenso”, invalida l’intera sua azione pastorale e ne stravolge il segno.

Come fa notare R. de Mattei non è una tesi nuova. È quella di p. Guérand de Lauriers (1898-1988). Prima seguace di Lefebvre e poi fondatore di un ulteriore spezzone intransigente (istituto Mater Boni Consilii), egli riteneva tale Paolo VI e i suoi successori, in contraddizione con il compito del papato. Tesi che, per essere vera, dovrebbe dimostrare che tutte le singole le decisioni del papa sono in contrasto con il Vangelo e il bene della Chiesa.

Sulla ri-ordinazione si sofferma La bussola quotidiana (12 gennaio). L’informazione gira da qualche mese e l’interessato non l’ha smentita. «La ri-consacrazione episcopale di mons. Viganò, “sub condicione”, significa che l’ex nunzio apostolico negli Stati Uniti si è convinto della tesi (dapprima sostenuta e poi rifiutata da Lefebvre) che tutti i sacramenti amministrati dopo la riforma liturgica seguita al Concilio Vaticano II siano “dubbi”, ovvero non sarebbe certa la loro validità a causa delle deviazioni dottrinali operate dal concilio stesso».

La ri-consacrazione fa scattare la scomunica latae sententiae. Un’operazione che rafforza la paranoia di Viganò per il complotto mondiale del deep state (stato profondo) e della parallela “Chiesa profonda” che perseguono l’oscuro disegno per togliere la libertà ai popoli, agli uomini e alle istituzioni. Unici resistenti sarebbero D. Trump e V. Putin.

Si imputa, inoltre, a Viganò l’ordinazione illecita di alcuni preti. Ci sono voci insistenti «su una già avvenuta consacrazione episcopale».

Il collegium traditionis si aprirà all’eremo della Palanzana a Viterbo. Sostenuto dalla fondazione Exsurge Domine, fondata dallo stesso Viganò, è finalizzato a far nascere un proprio presbiterio per garantire il futuro alle sue posizioni ecclesiali.

Sono già presenti quattro chierici provenienti da Familia Christi, fraternità sacerdotale fondata a suo tempo da mons. Luigi Negri e chiusa di autorità dal suo successore a Ferrara, mons. Gian Carlo Perego, per gravi insufficienze.

Lì dovrebbero dislocarsi anche le monache di Pienza che si sono opposte alla visita canonica del Dicastero per la vita consacrata. «Sono delle pazze furiose» mi ha confidato un ufficiale del dicastero.

I personalismi scismatici contrappongono la Fraternità San Pio X al percorso di Carlo Maria Viganò, quest’ultimo agli aderenti e partecipanti all’istituto Mater Boni Consilii e questi ai lefebvriani e a Viganò. Ma un certo spazio è trovato da tutti, aperto dalla spinta conservatrice che attraversa anche il corpo ecclesiale. Ordinazioni episcopali sono registrate per tutti, eccetto per la Fraternità San Pio X.

La frenesia degli spezzoni intransigenti e la moltiplicazione delle ordinazioni episcopali intorbidano le acque di quanti invocano il pugno duro dell’autorità senza saper rispettare neppure la propria.

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17 Commenti

  1. Bruno Bonazzi 5 giugno 2024
    • Roberto 12 settembre 2024
  2. giomas2 7 aprile 2024
  3. Salvo Coco 17 gennaio 2024
    • anima errante 17 gennaio 2024
      • Salvo Coco 18 gennaio 2024
        • Angelo 21 gennaio 2024
  4. Piero 16 gennaio 2024
    • Salvo Coco 18 gennaio 2024
  5. Pietro 15 gennaio 2024
  6. Adelmo li Cauzi 15 gennaio 2024
    • Anima errante 16 gennaio 2024
      • Adelmo li Cauzi 16 gennaio 2024
        • Anima errante 17 gennaio 2024
          • Adelmo li Cauzi 17 gennaio 2024
          • anima errante 18 gennaio 2024
  7. anima errante 15 gennaio 2024

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