Sono 29 gli articoli dei nuovi statuti che regolano l’identità, la missione e il governo del santuario “nazional-cattolico” di Fatima, persona giuridica, canonica e pubblica, eretta dalla Conferenza episcopale portoghese, che non ha finalità di lucro, ma fini esclusivamente religiosi.
Il santuario è espressione della comunione ecclesiale con la Chiesa universale, in comunione con il santo padre, seguendo gli orientamenti del magistero della Chiesa.
La sua identità è chiara: «Per sua propria natura, il santuario è un luogo sacro dove la proclamazione della parola di Dio, la celebrazione dei sacramenti, in particolare della riconciliazione e dell’eucaristia, e la testimonianza della carità esprimono il grande impegno della Chiesa nell’evangelizzazione; e pertanto si caratterizza come luogo genuino di evangelizzazione a partire dal primo annuncio fino alla celebrazione dei sacri misteri cristiani» (art. 6).
Ne costituiscono la specificità: le apparizioni di Nostra Signora ai veggenti, che fecero esperienza profonda del primato di Dio nell’adorazione del suo mistero trinitario; l’annuncio della misericordia divina che si piega sulle sofferenze umane; la denuncia del male e il richiamo alla conversione; la preghiera soprattutto per la pace nel mondo; il Cuore Immacolato di Maria come segno ed espressione della bontà di Dio; l’amore al papa, garante dell’unità delle Chiese particolari.
La missione del santuario ha come obiettivo generale portare l’essere umano al riconoscimento e all’adorazione di Dio: Santo, Uno e Trino (art. 7).
Vanno accolti i pellegrini cattolici, ma anche membri di altre confessioni cristiane, credenti di altre religioni e tutti coloro che cercano spazi espressivi di cultura e arricchimento umano.
Va posta particolare attenzione alla parola di Dio, la Buona Notizia di salvezza di Gesù Cristo; alla celebrazione comunitaria della fede, soprattutto tramite i sacramenti dell’eucaristia e della riconciliazione; agli spazi di solidarietà con opere di carità e di misericordia nei confronti dei più bisognosi; a far conoscere il Messaggio di Fatima e a viverlo nel contesto dell’annuncio cristiano; alla promozione della devozione mariana, soprattutto con la recita del rosario per la pace nel mondo e la devozione dei primi sabati; a forme di preghiera personale e comunitaria; alla preservazione della memoria degli eventi di Fatima del 1917.
Specifici articoli riguardano le entità di quanti, a vario modo, si occupano del santuario: dalla Santa Sede alla Conferenza episcopale portoghese, dal Consiglio nazionale al vescovo di Leiria-Fatima, dalla figura del rettore all’Ufficio affari economici, dal Consiglio di coordinamento al Consiglio pastorale.
Le scelte pastorali sono orientate a partire dalla specificità del santuario di Fatima: l’accoglienza dei pellegrini soprattutto malati, la testimonianza della carità, un luogo di evangelizzazione, la dimensione eucaristica del Messaggio di Fatima; la pietà popolare, l’ambiente quanto mai suggestivo e coinvolgente per il silenzio e la contemplazione.
L’art. 20 si sofferma sull’accoglienza ecumenica. Il santuario è luogo di accoglienza e di condivisione dei cattolici con le altre confessioni cristiane e l’art. 21 allarga l’orizzonte: «Ai credenti di altre religioni deve essere data un’accoglienza conveniente, seguendo gli orientamenti della Sede Apostolica sul dialogo interreligioso, in modo da non generare ambiguità sull’identità e missione del santuario di Fatima».
Le nuove norme entreranno in vigore il prossimo 20 febbraio.