Si sta svolgendo in questi giorni a Fulda la plenaria autunnale della Conferenza episcopale tedesca (20-23 settembre) e la settimana prossima (30 settembre – 2 ottobre) si terrà la seconda Assemblea plenaria del Cammino sinodale – nel corso della quale si procederà alla prima lettura i testi elaborati dai quattro Forum tematici (potere nella Chiesa; la vita del prete; sessuale e morale; il ruolo delle donne nella Chiesa).
A questi due appuntamenti la Chiesa tedesca arriva in stato di agitazione: i contrasti sul documento legato al potere e divisione dei poteri nella Chiesa, che ha condotto alla pubblicazione di un testo alternativo al di fuori della struttura del Cammino sinodale; le reazioni al rifiuto di papa Francesco di accogliere le dimissioni del vescovo di Amburgo, mons. S. Heße – pungenti è dir poco di quelle che sono circolate sui principali mezzi di informazione; la pubblicazione del rapporto di indagine di una commissione esterna, incaricata dalla diocesi di Hildesheim per ciò che concerne gli abusi e la loro gestione durante l’episcopato di mons. H.M. Janssen (1957-1982) – con il primo vescovo tedesco che risulta essere colpevole di abusi sessuali a danno di minori; la permanente situazione di crisi nella diocesi di Colonia, dove la sfiducia nei confronti del vescovo, il card. Woelki, si approfondisce ogni giorno di più. Solo per dare conto delle tempeste maggiori.
Al Cammino sinodale la plenaria della DBK dedicherà solo una mezza mattinata di studio e confronto – troppo poco per arrivare pronti, come corpo episcopale, a un appuntamento come quello della prima valutazione dei testi usciti dai lavori dei Forum. Molto tempo viene invece dato a questioni amministrative interne, ossia l’elezione dei nuovi presidenti, vice-presidenti e consulenti delle 14 commissioni della DBK.
A tutto questo si aggiunge l’avvio dei lavori del Sinodo voluto da Francesco sulla sinodalità della Chiesa cattolica, un atteggiamento sempre più aggressivo della stampa verso i vescovi e la Chiesa per ciò che concerne gli abusi, la gestione della pastorale e delle strutture diocesane in ogni Chiesa locale. Inoltre, un clima di sostanziale ostilità che sembra essere la base del rapporto tra i laici e i vescovi a livello nazionale – che non è necessariamente lo specchio di quello delle singole diocesi.
A una Chiesa che sembra essere stata messa nell’angolo come un pugile oramai solo in attesa del KO, potrebbe giungere in soccorso la linea offerta dal documento preparatorio per il Sinodo di tutta la Chiesa cattolica – ma bisogna averne la forza e la volontà, che sembrano essere oramai ridotte al lumicino. Il massimalismo a cui aspira buona parte del laicato tedesco e qualche vescovo, in direzioni opposte, non potrà che produrre uno stallo che potrebbe rivelarsi fatale.
La disponibilità di alcuni ad accettare i tempi necessari per mettere mano a reali trasformazioni strutturali, potrebbe invece rivelarsi la carta vincente: in grado di liberare il cattolicesimo tedesco dalla sua ossessione per il presente e immaginare vie per una Chiesa che verrà.