Su Frontiera, il giornale on-line della diocesi di Rieti, si trova una notizia tragicamente emblematica: «Il pomeriggio di sabato 13 agosto ha visto il vescovo Domenico recarsi ad Amatrice per aprire una Porta Santa nella chiesa di Santa Maria Assunta».
La Porta Santa, si precisa, «rimarrà aperta solo per un certo periodo (verrà chiusa il 16 ottobre prossimo)».
La devastazione del terremoto manterrà sempre aperta quella Porta.
Non abbiamo notizie, né racconti, né testimonianze, né riflessioni. Vorremmo soltanto attraversare quella porta col silenzio sulle labbra e una piena orante nel cuore.
Sempre da Frontiera riportiamo l’invito del vescovo Domenico Pompili
«La messa è un modo per stare accanto alle persone con la preghiera. In questo momento la disperazione non può essere censurata. In questa fase di emergenza sono necessarie due cose: stare accanto alle persone e dare degna sepoltura ai morti. E noi siamo proprio accanto alle persone che si trovano ad affrontare il tragico momento dell’identificazione».
«La preghiera facciamola come ci viene senza temere di prendercela con Dio. È preferibile prendersela con qualcuno piuttosto che con nessuno. Delle due l’una: o ce la prendiamo con Dio, e dunque abbiamo un “tu” con cui litigare, o ce la prendiamo con la fortuna o la sfortuna, e non so quale delle sue sia la situazione più superstiziosa».
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