Accusato di abusi sessuali
L’annuncio di Alejandro Moroni – martedì 5 aprile –, che ha parlato a nome del Consiglio superiore del Sodalizio, è drammatico. Luis Fernando Figari viene dichiarato persona non gradita; è colpevole di abusi sessuali ed è stato chiesto al Vaticano di cacciarlo dal Sodalizio, che nel 1997 Giovanni Paolo II riconobbe come una società di vita apostolica incorporandola così al diritto pontificio.
Il superiore Moroni non ha adoperato mezzi termini. Ha usato più volte nel messaggio video la parola «perdono» ad ogni livello, che peraltro il vertice del Sodalizio aveva già chiesto nell’ottobre 2015. Papa Francesco nel dicembre scorso ha decretato l’espulsione del fondatore dal Sodalizio. Moroni ha annunciato la «riforma integrale» del Sodalizio senza entrare nei dettagli.
Ripercorriamo gli avvenimenti. Luis Fernando Figari nasce a Lima l’8 luglio 1947. Compie studi umanisti e legge all’Università cattolica di Lima e all’Università San Marco. Nel 1971 fonda il «Sodalizio di vita cristiana» con l’appoggio dell’arcivescovo di Lima, card. Landazuri, al quale fa seguire una serie di altre fondazioni. Nel 1984 è a Roma per la Giornata mondiale della gioventù e viene chiamato da Giovanni Poalo II a prendere la parola. Nel 1997 il Sodalizio riceve l’approvazione vaticana come Sodalizio di vita apostolica per laici e preti. Nel 2002 Figari viene nominato consultore del Pontificio consiglio per i laici. Nel 2005 papa Benedetto lo nomina uditore al Sinodo dei vescovi sull’eucaristia. Il 3 giugno 2006 rivolge al papa il saluto finale in occasione dell’incontro dei movimenti ecclesiali e nuove comunità, la vigilia di Pentecoste.
Il Sodalizio di vita cristiana (SVC), diffuso anche in Colombia, Argentina, Brasile, conosce una certa rinascita di vocazioni laicali, maschili e femminili. Aumenta progressivamente il numero di preti, che vi fanno parte, e può contare su due vescovi: mons. José Antonio Eguren Anselmi, vescovo di Piura, e mons. Kay Schmalhausen Panizo, vescovo di Ayaviri. Il movimento gode dell’appoggio del card. Lopez Trujillo e soprattutto dell’arcivescovo di Lima, card. Juan Luis Cipriani Thorne, che ebbe come suo ausiliare proprio mons. Eguren Anselmi, prima che questi fosse nominato arcivescovo di Piura.
Figari aveva a Roma protettori tra i cardinali di curia. Interessante la cavalcata di Figari. Fa i suoi studi nel collegio Santa Maria a Lima. Inizia a formare un gruppo di ragazzi, si sceglie i più bravi (e i più belli) tra le famiglie italiane, tedesche, spagnole, ma non tra gli indios e meticci. Predica la sistematica separazione dal mondo, toglie dalle famiglie i giovani e li inserisce nella sua “famiglia”. Figari esercita un fascino non indifferente sia per il suo aspetto fisico, che cura in modo perfetto, sia soprattutto per l’aureola di semi-dio di cui viene circondato da un gruppo di entusiasti. Ai giovani dice di rinunciare alla propria libertà di coscienza per affidarsi totalmente alla sua direzione, che, più che spirituale, è psicologica.
Accadono fatti inquietanti, che subito vengono avvolti dal silenzio e dall’omertà. Il card. Cipriani chiude tutti e due gli occhi e lascia che la stampa del Sodalizio intervenga accusando pesantemente i detrattori. Un membro dell’alta direzione del Sodalizio, Daniel Beltran Murguia, viene trovato in un hotel della piazza San Martin mentre dava del denaro a una ragazzo di undici anni perché si lasciasse fotografare in posizioni indecenti. Il Sodalizio lo espelle. Si viene a sapere che Beltran mantiene contatti con una rete di pedopornografia internazionale.
I giornalisti Pedro Salinas e Luis Ennrique Escardò portano alla luce numerose denunce di casi, raccontando anche la loro esperienza traumatica all’interno del Sodalizio. Ombre pesanti gravano sul silenzio del Vaticano e sull’azione diplomatica del nunzio in Perù, mons. Rino Passigato, ora nunzio in Portogallo.
La goccia che fa traboccare il vaso è il caso di German Doig Klinge, il laico considerato da Luis Fernando Figari il “delfino”. È un uomo elegante, figura atletica, barba, dialettica accattivante, colto in letteratura e scienze giuridiche, formato secondo i canoni di Figari. Viene nominato vicario generale del Sodalizio. Muore improvvisamente nel 2001. Ha soltanto quarant’anni e godeva di ottima salute. Si fanno diverse ipotesi: infarto, suicidio, assassinio. È certo che sapeva moltissime cose sia della politica dell’allora presidente Fujimori sia dell’apparato ecclesiastico del card. Cipriani. Lo si fa passare per santo e ha inizio la corsa per portarlo sugli altari. Si pubblicano biografie, si stampano immaginette con la sua foto e la preghiera per ottenere grazie con l’approvazione ecclesiastica. Si erigono busti, si fanno collette per sostenere le spese della beatificazione.
Ma a dieci anni dalla morte (13 febbraio 2001), il Sodalizio con uno scarno comunicato annuncia che il processo viene interrotto perché si trova che Doig aveva condotto una doppia vita. Era noto il suo comportamento omosessuale.
Chi l’ha coperto trema
Due fatti inquietanti: la simultanea uscita di Figari dalla cupola del Sodalizio e la paralisi del processo di beatificazione di Doig. È probabile che Figari fosse al corrente della doppia vita di Doig e per non essere chiamato in causa si sia dimesso. Esce di scena. L’Assemblea generale del Sodalizio nel gennaio 2011 emette un lungo comunicato di condanna nei confronti di German Doig. La personalità di Doig era segnata da megalomania e il suo comportamento autoritario, fanatico e intollerante. Figari, un semplice laico, riverito in Vaticano, considerato un “genio” di azione apostolica da membri della gerarchia ecclesiastica peruviana, il card. Cipriani in testa. Chi non lo stimava, come il vescovo teologo Strotmann, ne subiva le conseguenze.
Ora si sa – il superiore generale Moroni l’ha detto – che le denunce di abusi ammontano a 27, come avevano scritto Pedro Salinas e Paola Ugaz, ferocemente attaccati dal Sodalizio.
È una storia triste, drammatica, inquietante perché coinvolge un buon numero di personalità della gerarchia ecclesiastica peruviana, membri della curia romana, politici di destra, ambienti dell’economia liberista, mass media comperati a suon di denaro e favori.
Non si sa ancora tutto della torbida vicenda del Sodalizio di Figari, Doig e compagnia. Potrebbero dire ancora qualcosa coloro che si nascondono, di cui però circolano nomi e cognomi.
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