La Giornata mondiale della gioventù si svolgerà a Lisbona dal 1° al 6 agosto. Cosa rappresenta per i giovani e quali le sfide da affrontare? Il cardinale designato, vescovo ausiliare di Lisbona, Américo Aguiar, presidente della Fondazione Gmg, in un’intervista a Manuel Meyer della KNA parla dei preparativi, delle attese e dei costi.
La Giornata mondiale della gioventù non cerca di convertire i giovani alla Chiesa. «La Giornata mondiale della gioventù è stata, non è e non deve essere un evento di conversione, anzi, è e deve essere sempre un’occasione per conoscersi e rispettarsi come fratelli e sorelle… La Giornata è un invito a tutti i giovani del mondo a fare esperienza di Dio».
La Chiesa non si impone, ma solo suggerisce: «Come è bello essere tutti disponibili a testimoniare il Cristo vivente e ad avere fiducia nella trasformazione che solo il Cristo vivente può operare nelle nostre vite!». Così si esprimeva mons. Américo Aguiar, che riceverà il berretto cardinalizio il prossimo 30 settembre, attuale vescovo ausiliare di Lisbona, alle domande che gli rivolgeva il canale televisivo portoghese RTP Notícias.
Aguiar ha sottolineato che la Giornata mondiale della gioventù vuole aiutare i giovani a rispettare la loro diversità. «Non vogliamo in alcun modo convertire i giovani a Cristo o alla Chiesa cattolica, vogliamo che sia normale per un giovane cristiano cattolico dire e testimoniare chi è, o per un giovane musulmano, ebreo o di un’altra religione non avere problemi a dire chi è e di testimoniarlo, e che un giovane che non ha religione si senta accolto e non si senta un estraneo perché la pensa diversamente».
Pubblichiamo, in una nostra traduzione, il testo dell’intervista concessa dallo stesso prelato a Manuel Meyer della KNA.
– Mons. Aguiar, dal 1° al 6 agosto si svolgerà a Lisbona la Giornata mondiale della gioventù della Chiesa cattolica. Come stanno andando i preparativi?
Stiamo andando bene. Grazie all’aiuto di centinaia di giovani e delle diocesi portoghesi, l’alloggio, l’assistenza e il trasporto dei pellegrini sono molto bene organizzati. Sono inoltre pronti l’ampio programma culturale e il festival della gioventù a Belem con pastorale vocazionale e catechesi.
Ma più si avvicina la data, più ci sentiamo piccoli. È la prima volta che in Portogallo ha luogo un evento di questa portata. Aspettiamo ben oltre un milione di giovani provenienti da 183 paesi. Sono già iscritti in 600.000. Costituiscono quasi il 10% della nostra popolazione. Una bellissima sfida, ma anche una grande responsabilità.
– Sono passati quattro anni dalla Giornata mondiale della gioventù 2019 a Panama.
Da allora sono successe molte cose: conflitti sociali, crisi economiche, ora la guerra in Ucraina e soprattutto la pandemia del coronavirus con le sue chiusure, particolarmente dure per i giovani. Si può avvertire che il loro desiderio per Gesù dopo la pandemia è più grande che mai. Ma anche il loro bisogno di potersi finalmente di nuovo riabbracciare.
– Senza dubbio i giovani oggi sono emozionati.
Ed è per questo che vogliamo dare loro più voce del solito alla Gmg. I giovani non sono il futuro, sono il presente e noi desideriamo conoscere cosa pensano dei problemi attuali. Così il nostro vescovo non solo parlerà loro, come di consueto, durante le catechesi della Gmg, ma soprattutto li ascolterà.
Questa è una novità nel formato della Gmg. Si parlerà di questioni ambientali, della pandemia, della guerra in Ucraina e di altri conflitti, della fratellanza universale. Si tratterà di costruire ponti tra diverse religioni e società; ma anche del modello di economia più umano voluto da papa Francesco, orientato alla giustizia sociale e non solo alla crescita. I giovani di oggi, che appartengono a una generazione digitale molto interattiva, vogliono e potranno parlare molto di questi argomenti a Lisbona.
– In effetti, sarà la prima Gmg in cui la maggior parte dei pellegrini, nati dagli anni ’90 in poi, sono considerati i cosiddetti “nativi digitali”. Cosa significa questo per l’evento?
Una grande sfida, perché questa generazione comunica semplicemente in modo molto diverso da noi. Non ci saranno più opuscoli stampati o fogli informativi. Anche il libro del pellegrino con le preghiere e i canti è disponibile solo come app digitale. Istruisce i giovani anche sulle impronte di CO2 che si lasciano alle spalle con il loro viaggio a Lisbona e offre varie idee su come ridurlo attraverso la raccolta dei rifiuti, la piantagione di alberi o attività di riciclaggio.
In una dozzina di paesi, i giovani stanno già piantando alberi per compensare la loro impronta di carbonio. Cerchiamo anche di rendere la Gmg più dinamica del solito, perché la nuova generazione chiede una partecipazione attiva.
– Qual è lo stato generale della comunicazione tra i giovani e la Chiesa?
Almeno per noi in Portogallo, dipende molto dalla diocesi e dai responsabili. Ma in generale, specialmente noi, generazioni più anziane nella Chiesa, dobbiamo cambiare e rendere più moderno il nostro linguaggio e i nostri canali di comunicazione per raggiungere i giovani; anche nel modo con cui preghiamo.
C’è chiaramente un problema di comunicazione tra Chiesa e giovani che dobbiamo risolvere. Penso che la Gmg costituirà una buona opportunità per migliorare anche il lavoro giovanile della Chiesa in Portogallo e darà ai giovani ruoli più importanti nelle nostre diocesi.
– Papa Francesco sembra parlare ai giovani attraverso il suo linguaggio e i suoi modi. Molti lo celebreranno come una pop star della Gmg. Questo diluisce la dimensione spirituale dell’incontro?
Senza dubbio il papa piace ai giovani per il suo umorismo, la sua semplicità, la sua sensibilità e il suo linguaggio. Con la sua parola d’ordine “Christus vivit” arriva ai giovani. Ma la Gmg non è un festival cattolico alla Woodstock. E la cosa più importante non è come o perché i giovani vengono a Lisbona, ma che tornino a casa persone migliori.
– Come si adatta il motto della Gmg “Maria si alzò e partì in fretta” con il linguaggio giovanile del papa?
Molto bene. Con la citazione del Vangelo di Luca, vuole invitare i giovani ad agire, ad alzarsi, ad attivarsi, a prendere decisioni. Non devono aver paura di uscire dalla loro zona di comfort.
D’altra parte, il motto mariano si addice al Portogallo. Siamo un paese di grande devozione mariana. Vorremmo anche che i partecipanti alla Gmg visitassero in quei giorni il santuario mariano di Fatima.
– II Portogallo non sta andando molto bene economicamente; la disoccupazione è alta. Questo è uno dei motivi per cui ci sono state molte critiche alle spese elevate previste per un evento religioso.
Dobbiamo spiegare alla gente che la Gmg non è un problema solo di costi, ma un investimento per il nostro Paese e per il nostro futuro. E con questo non mi riferisco solo all’effetto pubblicitario difficilmente accessibile a livello internazionale per il Portogallo o al denaro che i pellegrini spenderanno durante il loro soggiorno.
Bene, lo Stato ci sostiene con circa 30 milioni di euro, la città di Lisbona con 35 milioni. Altri 30 milioni provengono dai comuni e dalle donazioni alla Chiesa. Ma sono sicuro che, alla fine, il bilancio sarà positivo. E se avanzano dei soldi, li investiremo in progetti per i giovani.
A prescindere da ciò, non si tratta solo di spese. Dei 35 milioni di euro della città, solo 10 milioni vanno direttamente alla Gmg. Il resto sono investimenti permanenti in infrastrutture urbane; ad esempio, il palco dell’altare dove papa Francesco celebrerà la messa di chiusura e che potrà poi essere utilizzato per futuri eventi culturali.
– L’altare dovrebbe costare quasi cinque milioni di euro. Il clamore in un Portogallo in crisi è stato enorme.
Giustamente. Siamo rimasti sorpresi e scettici sui costi. Il problema: nella zona, Parque do Tejo (Parco del Tago), c’è una ex discarica e la riconversione per un tale evento non era opportuna. Ma il parco rimarrà per i residenti. Comunque, i costi per il palco dell’altare di quasi 5.000 metri quadrati sono stati enormi.
L’altare doveva essere alto nove metri in modo che tutti potessero seguire la messa finale su un’area delle dimensioni di quasi 100 campi da calcio. Ora il palco sarà grande la metà e alto solo quattro metri. Ma verrà allestito un maggior numero di schermi in modo che tutti possano seguire bene la messa. Questo ci ha permesso di dimezzare quasi i costi da 4,9 a 2,9 milioni di euro.
Ha ragione il vescovo di Lisbona Ma che c’ entra Cristo con la GMG ? Nulla. E’ un evento in cui ,ci si incontra, si mangia e si beve,si passa il tempo, magari si formano coppie.Viene in mente una gioventu’ tipo film di Nanni Moretti : ma in pratica cosa fai ? Giro, vedo gente, vado alla GMG …
Un giovane che non vuole perdere tempo in vana retorica, in aria fritta, un giovane che cerca Cristo ,oppure che crede gia’in Cristo, che ama Cristo, non ha nulla a che vedere con le GMG e coi vescovi modernisti.
forse potrebbe darsi una risposta leggendo la preghiera ufficiale della GMG (preghiera che nella nostra comunità stiamo recitando per accompagnare i nostri giovani che saranno a Lisbona)
Ma sul serio la Chiesa non vuole convertire nessuno?
Se è così l’unica spiegazione plausibile è che la Chiesa non crede che la conversione sia utile alla salvezza.
Voglio dire che se uno è convinto che solo attraverso Cristo ci si salva e rinuncia ad annunciare Cristo è, come minimo, un egoista che desidera la dannazione altrui.
Dato che la Chiesa non può desiderare la dannazione di nessuno la sua rinuncia a convertire si spiega soltanto in un modo: la Chiesa non crede in Cristo come salvatore del genere umano.
Ora, continuando il ragionamento, questo vuol dire che la Chiesa non è più cristiana.
Mi pare una cosa senza senso, incredibile, assurda.
Forse può essere tutto uno scherzo?
Vuoi vedere che il Vescovo aveva voglia di scherzare e ci ha presi tutti in giro?
È certamente così, è l’unica spiegazione logica.
Perché un cardinale che non crede in Cristo salvatore sarebbe veramente troppo anche per l’attuale papa.