«Insulso», «imbarazzante», sono due tra i commenti negativi più gentili ricevuti via Twitter dal documento della Pontificia accademia per la vita reso noto il 22 luglio dal titolo «L’Humana Communitas nell’era della Pandemia. Riflessioni inattuali sulla rinascita della vita» (cf. SettimanaNews, testo integrale qui).
Altri commenti negativi hanno riguardato il termine “inattuale” presente nel sottotitolo: sarebbe la “prova” che la Pontificia accademia è un «covo» di nichilisti; per qualcuno il documento è di stampo «massonico» (qualunque cosa voglia dire); poi c’è chi sostiene che Greta Thunberg sia a capo della Pontificia accademia e così via.
Naturalmente c’è l’ineffabile account Twitter di qualcuno «che ha studiato teologia a Roma» e quindi può testimoniare dell’inconsistenza del testo in questione.
Essere contro, a prescindere
Ma su tutti i commenti negativi – e sono decine – ne spicca uno, trasversale, e recepito molto bene: la colpa irreparabile del documento è di non citare mai Dio, Gesù, la fede.
Su questo punto specifico è necessario soffermarsi. Perché è partito un ordine di scuderia vero e proprio: in italiano i blog e i tweets, in inglese quelli che afferiscono a “Chiesa militante”, in spagnolo il via è stato dato dal direttore di un sito conservatore cattolico con oltre 7.500 followers.
(Li cito in questo modo vago per non fare loro ulteriore pubblicità. Chi fosse interessato a verificare può guardare il profilo Twitter della Pontificia accademia: @PontAcadLife e verificare da sé).
Di fronte all’ordine di scuderia, si sono scatenate critiche di tutti i generi. Mai però sul contenuto del testo. Quale parte non va bene? Quali affermazioni sono contestabili? Naturalmente via Twitter non si può essere specifici ma solo “massimalisti” e ciò va bene per la propaganda anti-cattolica. Già, perché l’altro aspetto curioso, bizzarro, contraddittorio, e da sottolineare, è esattamente questo: a puntare il dito sono tutti sedicenti cattolici.
Poi, andando a leggere meglio quella “Chiesa militante”, il titolo dice: «Vatican on Pandemic: “God is dead”» (Il Vaticano nella Pandemia: “Dio è morto”); e poi, scorrendo il testo dell’articolo (sic!), possiamo apprendere che il Covid-19 è «il virus cinese» e così di seguito.
La parte più interessante sono i commenti di attacco alla Pontificia accademia per la vita e dunque a papa Francesco. L’equivoco maggiore è rappresentato da quel termine “inattuali” presente nel sottotitolo. Qui si comprende il furore ideologico, l’ignoranza, l’approssimazione – e anche la strumentalizzazione.
Nello stesso momento in cui si pubblicava il testo del documento, la Pontificia accademia ha diffuso un’intervista in cui mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia accademia, ha spiegato il perché dell’uso del termine: «“Inattuale” è una parola che viene dalla tradizione filosofica. Qui la impieghiamo, con un po’ di provocazione, per indicare l’urgenza di ritrovare un pensiero della comunità che, a quanto sembra, non è più di moda.
In un momento in cui la vita sembra sospesa e siamo colpiti dalla morte di persone care e dalla perdita di punti di riferimento per la nostra società, non possiamo limitarci a discutere il prezzo delle mascherine o la data di riapertura delle scuole. Dovremo cogliere l’occasione per trovare il coraggio di discutere condizioni migliori per orientare il mercato e l’educazione, piuttosto. Ci sembra una pretesa esagerata? Ecco, proprio questo vuol dire “inattuale”».
Che fare allora?
In questo caso la comunicazione della Pontificia accademia per la vita ha preso la strada di rispondere ad alcuni di questi attacchi, con dei tweets in spagnolo e in inglese sulla necessità di leggere tutto il documento, sottolineando che la Pontificia accademia e la Chiesa si occupano dell’umanità e dei problemi più urgenti (è il mandato evangelico, anche se non c’è bisogno di starlo sempre a dire…) e il testo del 22 luglio, come anche quello del 30 marzo, sono profondamente radicati nel solco della Tradizione, del magistero, della dottrina sociale.
Chi vuole capire ha tutti gli elementi per farlo. E, infatti, diversi apprezzamenti sono arrivati da autorevoli persone o enti: il prof. Massimo Faggioli, il Dicastero per lo sviluppo umano integrale, Conferenze episcopali, la World Medical Association e altri.
Occorre rispondere
Restano da sottolineare tre aspetti.
Primo. Le critiche arrivano così forti, ideologiche, virali, da ordine di scuderia, ignoranti (pensiamo al fraintendimento di “inattuali”), perché il testo coglie nel segno. Infastidisce una Chiesa presente, attenta, capace di analisi che mettono in dubbio l’assetto economico-sociale esistente.
Secondo. Occorre rispondere. Con calma e in modo ponderato ma occorre rispondere. I social sono uno strumento straordinario anche nella loro negatività. Fanno capire quanta strumentalizzazione è possibile, quanta ideologia è sottostante, quanti fasulli account esistono allo scopo di provocare rumore e confusione. Non essere presenti sui social significa non conoscere questa parte della realtà. Non rispondere mai significa lasciar parlare solo le voci negative, anche sapendo che serve a poco, perché siamo di fronte ad una strategia di disinformazione organizzata e sostenuta economicamente.
E qui veniamo al terzo aspetto. Proprio perché la disinformazione è organizzata e finanziata, la Chiesa in quanto Santa Sede, conferenze episcopali, diocesi, parrocchie, associazioni e movimenti, congregazioni religiose maschili e femminili, dovrebbe colmare il drammatico ritardo accumulato. Prima di tutto sarebbe necessaria una parola chiara per sconfessare tutto questo bizzarro e variopinto proliferare di situazioni e siti “cattolici” che tali non sono affatto. E poi unirsi per inviare messaggi positivi e sensati, in maniera coordinata e sinergica, perché evangelizzare – cioè annunciare il Vangelo – declinando le situazioni concrete di vita, sarebbe lo scopo. O no?
- Fabrizio Mastrofini è responsabile della Comunicazione esterna per conto della Pontificia accademia per la vita.
“perché è partito l’ordine di scuderia”. Non sono un dotto, ma non trova che la frase sia con sottigliezza, disprezzante alla pari di quelle contestate? Spesso tra le righe sta il vero insulto.
Caro amico, non ti devi scusare. La mia ultima frase era rivolta a quanti si sono scandalizzati per la non presenza di quei termini nel testo. In realtà questo scandalizzarsi è spia di una mentalità più radicale e difficile da contrastare. Mi scuso io se sono sembrato polemico nei tuoi confronti. Grazie.
Chiedevo soltanto conferma su un’informazione riportata nell’articolo.
Informazione, a mio modesto avviso, non secondaria.
Mi dispiace sinceramente di essere sembrato polemico.
Non era assolutamente mia intenzione.
Mi scuso per aver dato questa impressione senza volerlo.
Apparentemente. In realtà questo testo del 22 luglio va letto insieme a quello del 30 marzo. E insieme alla Lettera di Papa Francesco alla Pontificia Accademia per la Vita del 2019, intitolata “Humana Communitas”, che questo ultimo documento dell’Accademia riprende fin dal titolo e dunque non per caso. Tutti e tre i testi sono disponibili su http://www.academyforlife.va
Dunque le critiche “filologiche” sono davvero fuori luogo e strumentali.
Ma veramente nel documento della Pontificia Accademia per la vita non si parla mai di Dio, Gesù o la fede?