Lettera indirizzata da alcune vittime degli abusi di Rupnik ai vertici della Chiesa universale e italiana a seguito del report della diocesi di Roma. La lettera è stata pubblicata dal sito Italy Church Too in data 19 settembre 2023 (cf. qui).
Al Santo Padre papa Francesco; al cardinal vicario De Donatis; al cardinal Matteo Zuppi, presidente della CEI; al Cardinal João Braz de Aviz:
i fatti e i comunicati che si sono susseguiti in questi ultimi giorni – l’udienza privata, resa poi pubblica attraverso immagini apparse in rete, concessa dal papa a Maria Campatelli, ex religiosa della Comunità Loyola e attuale presidente del Centro Aletti; e il comunicato diffuso oggi con il report conclusivo della visita canonica realizzata alla comunità del Centro Aletti (cf. SettimanaNews, qui) – ci lasciano senza parole, senza più voce per gridare il nostro sconcerto, il nostro scandalo.
In questi due avvenimenti non casuali, anche nella loro successione nel tempo, riconosciamo che alla Chiesa non interessa nulla delle vittime e di chi chiede giustizia; e che la “tolleranza zero sugli abusi nella Chiesa” è stata solo una campagna pubblicitaria, a cui hanno invece fatto seguito solo azioni spesso occulte, che hanno invece sostenuto e coperto gli autori di abusi.
Ci fanno pensare che la retorica che abbiamo visto in scena a Lisbona durante luglio e agosto scorsi è una parola vuota (“Tutti, tutti, tutti sono accolti nella Chiesa!”), perché alla fine non c’è posto in questa Chiesa per chi ricorda verità scomode.
Non abbiamo altre parole, perché tutta la sofferenza delle vittime l’abbiamo esposta come una ferita aperta, e certo disgustosa… E le vittime sono perciò state censurate per non essere state discrete, ma aver esposto qualcosa di ripugnante: il loro dolore, la manipolazione di chi le ha circuite in nome di Cristo, dell’amore spirituale, della Trinità. Hanno esposto il loro dolore perché la manipolazione e gli abusi ne hanno ferito per sempre la dignità.
Tutto quello che hanno ricevuto e continuano a ricevere è solo silenzio. Soprattutto le vittime dell’abuso di potere da parte di Ivanka Hosta (che per trent’anni ha coperto le nefandezze di Rupnik, e ha ridotto in schiavitù spirituale coloro che si opponevano ai suoi disegni di rivincita) aspettano una risposta definitiva, chiara, materna da più di un anno. Ma hanno solo ricevuto silenzio. E con questa relazione oggi pubblicata, che scagiona da ogni responsabilità Rupnik ridicolizza il dolore delle vittime, ma anche di tutta la Chiesa, mortalmente ferita da tanta tracotanza ostentata.
Quel colloquio concesso dal papa a Campatelli, in un clima così familiare è stato sbattuto in faccia alle vittime (queste e tutte le vittime di abusi); un incontro che il papa ha negato loro. Non ha mai neppure dato risposta a quattro lettere di altrettante religiose ed ex religiose della Comunità Loyola che gliele avevano fatte recapitare nel luglio del 2021.
Le vittime sono lasciate nel grido afono di un nuovo abuso.
Fabrizia Raguso,
docente associata di Psicologia, Universidade Católica Portuguesa di Braga
Mira Stare,
Dr. Theol. Universität Innsbruck
Gloria Branciani,
Licenza in Filosofia
Vida Bernard,
Licenza in Teologia
Mirjam Kovac,
dottorato in Diritto canonico
Il dolore è profondo e ancora più grande è lo sconcerto per il silenzio da parte dei vertici della chiesa. Vorrei lanciare un appello a tutti coloro che hanno espresso vicinanza e dolore nei confronti di queste sorelle che sono state così ferite ed in esse sentono la ferita della chiesa tutta perché pastori che dovevano pascerla, l’hanno depredata. Gesù dice che ci sono dei demoni che si vincono solo con la preghiera e il digiuno, uniamoci in una cordata di preghiera per sostenere queste nostre sorelle nella loro lotta per la verità e giustizia. Sono certa che il Signore ascolterà la nostra preghiera, se chiediamo ciò che a Lui è gradito: la giustizia e la verità. Noi desideriamo che questa piaga purulenta venga aperta e guarita. Sappiamo che il caso Rupnik non è che la punta di un iceberg del cui sommerso non conosciamo le dimensioni. Il cuore sanguina ma non possiamo rimanere inermi. Il nostro Dio che ha ascoltato il grido del suo popolo schiavo in Egitto, non potrà non ascoltare il grido della sua chiesa che si dibatte in un’altra schiavitù: quella del potere e del denaro.
Proviamo insieme a recitare ogni giorno una decina del santo rosario accompagnata da questa preghiera/intenzione:
Padre Santo, accogli il grido del nostro dolore perché una piaga profonda e purulenta uccide la tua Chiesa. Tu stesso, nel tuo amato Figlio Gesù, ci hai insegnato che non si può passare oltre e far finta di non vedere. Per questo ti preghiamo. Guariscici da questo flagello che è l’abuso, qualunque abuso, commesso da coloro che ti rappresentano. Difendici da questo male e donaci la tua grazia per poterlo combattere e vincere. Te lo chiediamo per Cristo tuo Figlio e la sua e nostra Santissima Madre. Amen
Amen, Amen , Amen
Tutta la mia solidarietà alle firmatarie di questa lettera, di cui condivido ogni singola parola, e alle altre vittime.
Lo slogan del pontificato, “Tolleranza zero per gli abusi”, andrebbe cambiato con “tolleranza zero per le vittime”.
Non mi aspettavo molto in termini di giustizia…ma la realtà di come si sta concludendo questa vicenda supera le peggiori fantasie e aggrava la situazione, pregiudicando seriamente l’appartenenza ecclesiale di molte persone.
Questo è uno dei tanti esempi di familismo amorale che si esercita all’interno delle nostre gerarchie ecclesiali, tanto maschili quanto femminili (nota bene: qui non c’entra il genere, anche la superiora della Comunità Loyola Ivanka Hosta si è comportata da perfetta narcisista abusatrice come nei migliori/peggiori casi di “clericalismo” che solitamente associamo ai maschi chierici)…non sarebbe forse il caso di cambiare piuttosto proprio la struttura delle comunità oggi più che mai organizzate attorno al tema del potere (sebbene si parli in continuazione di “servizio” dell’autorità, of course…)?
Tutto ciò vuol dire che l’artista non ha commesso abusi su donne consacrate che lavoravano per lui, e che la sacerdotessa avallata in silenzio: il denaro era più prezioso della dignità delle donne abusate. Ora è asdolto può continuare, tanto sa che nessuno lo condanna: evviva l’artista e l’arte di fregarsene. Tanti preti,che onestamente hanno messo su famiglia lasciando il celibato sono rimasti machita dalla sentenza del Sacro diritto canonico. Troppo presto e stata dimenticata lesortazione di Papa Francesco: MISERICORDIA ET MISERA, Al n° 16 l’invito a pensare ai preti onesti che rimanendo cristiani di fatto, hanno dimostrato che il matrimonio È sacramento di Dio.per l’evoluzione del Creato.
Sottoscrivo con forza e tanta stima, comprensione e ammirazione per il vostro coraggio, donne firmatarie abusate. Provo profondo disgusto, da battezzato, per la mafiosa, penosa e vergognosa condotta di chi, a qualsiasi livello…, insabbia, disconosce, disprezza e umilia il vostro dolore e la verità sulle porcherie schifose subite. Collera e ira nel sapere che il colpevole ancora gira intoccato, vomitevole constatazione.
E ci si domanda perché le chiese sono vuote? La carità, la giustizia, la verità, il Vangelo non abitano più li. Sono altrove.
Nelle coscienze di persone che, come voi, sono disposte a tutto, anche al martirio, perché la Buona Novella sia veramente tale. Grazie di esserci.
Carlo Contatore
Ma come si può definire “tracotanza” la giusta indignazione di chi è stato oggetto di abusi? Si difende l’indifendibile e si bollano come tracotanti le vittime! Un po’di rispetto in più non guasterebbe, accidenti!
Come cattolica praticante e fervente,trovo veramente una cosa disgustosa che la Chiesa giustifichi uno come Rupnik che ha approfittato della sua posizione per compiere atti abominevoli. Mi spiace dirlo ma la mia misericordia è verso
Le vittime di questa persona che continua imperterrita e con tracotanza nel suo cammino ,difeso da chi dovrebbe più di ogni altro condannarlo.E’ vero noi non dovremmo giudicare,ma negli ultimi tempi siamo in una situazione disperata, sopraffatti da tutte le nefandezze che ogni giorno i rappresentanti di Cristo ci vomitano addosso.Quelli che lo dovrebbero rappresentare in terra.Spero ardentemente nella seconda venuta e nel trionfo del cuore Immacolato di Maria e allora veramente giustizia sarà fatta.Sono vicino a tutte le vittime di abusi e le sprono a continuare la loro battaglia per il trionfo della verità e le abbraccio forte forte.
Buon giorno. Il report della diocesi di Roma non scagiona affatto da ogni responsabilità Rupnik; il report della diocesi di Roma non ridicolizza il dolore delle vittime e neanche quello di tutta la Chiesa. La tracotanza io la vedo ostentata in modo piuttosto violento, in questa “lettera delle vittime”, contro tutto e contro tutti, nel più puro stile ‘robespierrano’, ormai da club dei giacobini. Che rotolino le teste!
Questa risposta è l’apice del despotismo “morale”, col quale si intende infangare anche l’indignazione di di una vittima lasciata agonizzante da parte del passante prelato, che alla propria colpa aggiunge anche l’orgoglio della superbia di chino si piega a rimediare anzi seppellisce la vittima senza nemmeno approvi una lapide sopra, percancellarne del tutto la memoria…. Ma credete che anche Dio dimentichi?…. Tutto questo è uno scandalo già annunciato in parabola e il finale della storia è una profezia ineluttabile, e paradiso non è.
Buona sera. Se mi permette, le restituisco gratis il “despotismo morale” con il quale mi contraria nel suo commento. Ribadisco che il report della diocesi di Roma non scagiona affatto da ogni responsabilità Rupnik né tantomeno ridicolizza il dolore delle vittime. Tutti loro, accusato (o se lei preferisce, qui in buona compagnia, aguzzino) e vittime, tutte sono persone adulte. Le ricordo che il libro dell’Apocalisse è già stato scritto, completo. E no, Dio non dimentica! Non dimentica le eventuali vittime e – grazie a Dio – neanche i supposti aguzzini. Tutte persone adulte.
Signor/Signora enniob,
potrebbe rivolgersi direttamente alle vittime con il Suo Nome e Cognome e riceverà risposta da coloro che sono certamente persone adulte e e che da troppo tempo hanno ritenuto ciò che finalmente ora viene gridato dai tetti.
Scriva al Direttore di Settimana News che provvederà a metterla in contatto con una delle firmatarie di origine italiana, che non disdegnerà di risponderle da persona ormai libera e liberata.
Le auguro una buona giornata e se volesse ascoltare anche me, qui sotto gliene da la possibilità !
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Buona lettura. E’ del 2017 in originale francese. Sì ESATTO 2017 e non abbiamo ricevuto risposte valide. Forse ci risponderà Lei.
Ringrazio e porgo distinti saluti !
Proprio perchè persone adulte ancor più grave la sottomissione psicologica e di plagio compiuta da colui che usava violenza nei loro confronti motivandola con la sua spiritualità e la sua teologia. Gravissima, disumana questa violenza!
E altrettanto grave la violenza alle vittime nel voler, da parte della Chiesa, nascondere, minimizzare, difendere il crocifissore. Molto stò soffrendo anche dall’atteggiamento di Papa Francesco in tutto questo! Addirittura non ricevere, non ascoltare, non abbracciare le vittime!!! Senza parlare della questione ‘scomunica’ che oggi si vuole quasi dire frutto di procedure errate. Sconvolgente! Poco importa la testimonianza del Centro Aletti, anzi grave anche il loro non rispetto delle vittime. Se la loro vita è tranquilla e serena vadano avanti: Non dimentichino però di ricordare quando il dio denaro segni la loro vita. Quel dio denaro raccolto e amministrato furtivamente dal loro fondatore: nessuno sapeva quanto e come venisse amministrato. In questa vicenda un grande abbraccio alle vittime che hanno ancora il coraggio di urlare la loro sofferenza subita e la comprensione non avuta. Difficile il perdono a chi ha ucciso dentro donne consacrate. Il perdono lo rimando al buon Dio.
Veramente la lettera delle vittime non e’ “contro tutto e contro tutti” ma solo contro chi vuole insabbiare questo ennesimo caso di abusi. La “tolleranza zero” non puo’ valere solo per alcuni casi e non per altri. si dice che la Legge e’ uguale per tutti. In questo caso la sofferenza delle vittime e’ data dal vedere che un personaggio potente e con amicizie in alto loco e’ trattato in modo privilegiato.
Se non c’ e’ giustizia non ci puo’ essere fiducia , se il Vicariato di Roma si mostra opaca sede di favoritismi e di giochi di potere, perdera’ ogni
fiducia .Ed e’ politica miope e stolta salvare l’ amico Rupnick se questo provoca il rifiuto e li scandalo e la sofferenza delle vittime e di tanti fedeli .
Ringrazio per il prezioso servizio di ‘carità cristiana’ che Settimanew offre ai tanti desiderosi di Verità, Bontà, Bellezza. Sono un Educatore, credo profondamente nell’educazione come motore dell’umanità. Informare e informare sempre nella verità, far riflettere, aiutare a sperare e a vivere per un mondo più onesto e pulito, sono doverosi compiti di una società sana e volta al futuro, ma ancor di più da parte di coloro che credono in quel Maestro che tutto vede e sa e a tutto provvede, A volte serve che sia la Verità messa al primo posto, altre la Bontà, altre la Bellezza, ciascuna nella sua radicale opera di reciproco servizio. Grazie.
Michele De Beni
Rispetto per il dolore di queste donne abusate più volte dai rappresentanti della Chiesa. Non ci si può che unire al loro grido di dolore che (chi ha fede) sa che Dio ascolterà, mentre per chi non ha fede e per chi vacilla nella fede a fronte di tali scempiaggini è forse l’ora di sperare almeno nella giustizia civile. In ogni caso quella del Centro Aletti resterà nella Storia (checché ne dicano e scrivano i pennivendoli del Vicariato di Roma) come una delle più sconvolgenti e inqualificabili pagine di abusi e di coperture degli abusi ai massimi livelli della Chiesa. Che vergogna…….
La frase finale è una coltellata che ferisce profondamente… I vertici della Diocesi di Roma devono vergognarsi, tanto più che lo stesso Rupnik, come scrive anche Avvenire, “aveva ammesso i fatti e chiesto perdono”. Questo è uno schiaffo alle vittime e un’ombra terribile su questo pontificato. Solidarietà e vicinanza alle vittime….
E la Misericordia di Papa Francesco. Vi aspettavate qualcosa di diverso???La mia solidarietà più totale ma uno come Rupnik con me avrebbe preso calci sui denti alla prima carezza…L ubbidienza nella Chiesa non è quella della Comunità Loyola.