Cambio di passo della Santa Sede: la severità nei confronti degli abusi (sessuali, di potere, malversazioni e malaffare) si allarga al concetto di «abuso nell’esercizio di apostolato giornalistico». Non è censura per i giornalisti, intendiamoci, ma un avvertimento per tutti coloro che sotto la scusa di fare giornalismo approfittano per denigrare, calunniare, spargere a piene mani disinformazione on line.
E siccome questa categoria lavora on line e via social media, quindi su scala internazionale, è difficile farla smettere e le denunce servono a poco da un paese all’altro. Così almeno arriva la sanzione canonica, che diventa un fatto accertato e un avvertimento da cui non si può prescindere.
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In questo caso, Papa Francesco ha approvato l’espulsione di dieci esponenti della società di vita apostolica «Sodalitium Christianae Vitae» fondata a Lima (Perù) nel 1971. I dieci sono caduti a causa della gravità degli abusi denunciati dalle vittime e ora accertati. L’annuncio è stato dato dalla Conferenza episcopale peruviana, che ha diffuso un comunicato stampa della Nunziatura apostolica nel paese latinoamericano.
Il provvedimento di espulsione dal Sodalizio di vita cristiana riguarda, anzitutto, un arcivescovo, mons. José Antonio Eguren Anselmi, che ha lasciato da qualche mese l’arcidiocesi di Piura e Tumbes; quindi due sacerdoti, Daniel Cardó e Rafael Ísmodes; l’ex superiore generale Eduardo Regal Villa; i formatori Miguel Salazar, Humberto del Castillo e Oscar Tokumura Tokumura; i laici consacrati Erwin Scheuch Pool e Ricardo Trenemann; infine, il giornalista Alejandro Bermúdez, già direttore dell’agenzia ACI Prensa, di stampo conservatore, legata al gruppo multimediale EWTN, che fin dall’inizio del pontificato ha preso di mira Papa Francesco. Alejandro Bermúdez ha un ruolo chiave anche in Catholic News Agency, controparte USA dell’agenzia spagnola.
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Nella Nota si precisa che la decisione è stata presa dal papa dopo aver valutato le difese presentate in risposta alle accuse emerse durante la «missione speciale», svoltasi tra luglio e agosto 2023, affidata a Charles J. Scicluna, segretario aggiunto del Dicastero per la Dottrina della Fede, e a Jordi Bertomeu Farnós, officiale del Dicastero.
La Nunziatura fa sapere che l’espulsione si fonda sullo «scandalo prodotto dal numero e dalla gravità degli abusi denunciati dalle vittime». Si tratta di: «abusi fisici, con sadismo e violenza; abuso di coscienza, utilizzando metodi settari per spezzare la volontà dei subordinati; abuso spirituale, con l’utilizzo di informazioni ottenute in una direzione interna o spirituale non sacramentale; abuso di ufficio e di autorità, con episodi di violazione delle comunicazioni e di molestie sul posto di lavoro, nonché di insabbiamento di reati; abuso nell’amministrazione dei beni della Chiesa; abuso nell’esercizio dell’apostolato giornalistico».
Francesco, «insieme ai Vescovi del Perù e dei luoghi in cui è presente il Sodalitium Christianae Vitae, addolorati per quanto accaduto, chiedono perdono alle vittime e si uniscono alla loro sofferenza. Chiedono inoltre a questa società di vita apostolica di avviare un cammino di giustizia e di riparazione», conclude il comunicato. Il provvedimento segue quello dello scorso 9 agosto, che espelleva dal Sodalizio il fondatore, Luis Fernando Figari. Il Sodalizio è attivo in Pennsylvania e Colorado negli Stati Uniti e in diversi paesi dell’America Latina.
Se entriamo nel dettaglio delle vicende di alcuni dei personaggi espulsi, scopriamo una realtà sconcertante del Sodalizio. Ad esempio, il laico consacrato Erwin Scheuch Pool, ora espulso, è il fratello di Martin Scheuch Pool, già appartenente al Sodalizio, fuoriuscito denunciando i molti abusi perpetrati in diversi momenti. Martin Scheuch Pool pubblica regolarmente sul suo blog Las líneas torcidas.
Ma la figura più interessante è Alejandro Bermúdez, che nel suo profilo su X si definisce «giornalista cattolico» e ha un pacchetto di 70 mila followers. Grazie al fondatore, Figari, Alejandro Bermúdez ha fondato ACI Prensa, agenzia di stampa di carattere conservatore, ora entrata nel circuito del gruppo multimediale EWTN, responsabile dei più forti attacchi contro papa Francesco, grazie anche a cospicui finanziamenti di imprenditori nordamericani collegati al mondo politico repubblicano.
I legami economici e la potenza di fuoco di questo concentrato ostile al papato, in questi anni, sono stati svelati da due inchieste del National Catholic Reporter negli Stati Uniti. Alejandro Bermúdez in questi anni, via social e non solo, ha attaccato un po’ tutto e tutti, compresa la Pontificia Accademia per la Vita e il suo presidente mons. Vincenzo Paglia, responsabili a suo avviso di deviare dai princìpi della morale e della tradizione cattolica − qualunque cosa ciò voglia dire.
Adesso, dopo l’espulsione, si presenta come vittima sacrificale sull’altare del giornalismo. Solo che, ovviamente, quello di EWTN, ACI Prensa e tutta la compagnia cantante, non è giornalismo ma un miscuglio di disinformazione, attacchi personali, distorsione sistematica delle fonti e dei fatti, un sistema di affermazioni buttate lì e mai provate.
Una strategia consolidata che va sotto il nome di disordine informativo sempre resistente a qualsiasi tentativo di correzione. Con l’espulsione e l’accusa di «abuso nell’esercizio della professione giornalistica» la Santa Sede ha fatto un passo avanti e mostrato che la misura è colma. Non un intervento per censurare, ma per chiedere con forza responsabilità e correttezza a chi fa informazione.
Fa specie apprendere che il sistema degli abusi è talmente generalizzato nella Chiesa, che non coinvolge solo i chierici, ma è una prassi anche dei fedeli laici. Che degrado!
Quando c’è la volontà Francesco interviene. Dovrebbe intervenire più spesso e con determinazione.