Anche dopo che i giornalisti del quotidiano spagnolo El Pais hanno consegnato, nel corso del volo di ritorno dalla Grecia, a papa Francesco gli esiti di una loro raccolta di probabili casi di abuso nella Chiesa cattolica del paese, i vescovi spagnoli continuano a non ritenere opportuna la creazione di una commissione indipendente per indagare sui casi. Viene invece preferita la via individuale di denuncia dei casi presso debiti uffici che sono in via di apertura nelle diocesi spagnole.
Il papa ha consegnato gli atti ricevuti da El Pais alla Congregazione per la dottrina della fede, che provvederà ad avviare le procedure opportune secondo le nuove disposizioni canoniche emanate da Francesco; ed ha inoltre contattato il presidente della Conferenza episcopale spagnola, il card. J. Omella vescovo di Barcellona.
Secondo le carte dell’indagine giornalistica, circa il 77% dei presunti casi di abuso sessuale sono avvenuti all’interno degli ordini religiosi – che stanno prendendo le dovute misure corrispondenti alle accuse rivolte loro. I maristi si sono impegnati a mettere i sopravvissuti al primo posto, dando credito alla loro parola in sede di indagine.
Rimane l’impressione di un andamento in ordine sparso, tra le varie diocesi e fra clero diocesano e ordini religiosi; col rischio di non raggiungere una visione di insieme del fenomeno degli abusi in Spagna e di avere difficoltà a farsi un’idea della portata numerica dei casi.
L’indagine di El Pais contiene dozzine di casi in cui si presume che cardinali e vescovi o non abbiamo avviato le indagini canoniche previste, oppure abbiano cercato di proteggere i presunti abusatori. Indagine che, per proteggere le persone interessate, non contiene né i nomi dei sopravvissuti né gli anni in cui avrebbero subito abusi sessuali nella Chiesa spagnola. La Conferenza episcopale si augura che i dati a disposizione vengano messi a disposizione, in forma concreta e completa, degli appositi uffici ecclesiali e statali.
La resistenza da parte dei vescovi a istruire una commissione indipendente, volendo gestire quindi tutto internamente, appare essere rischiosa soprattutto sul piano della credibilità pubblica della Chiesa spagnola rispetto all’indagine e gestione dei casi di abuso avvenuti al suo interno. Tenendo conto anche del fatto che, ancora una volta, il giornalismo ha preceduto la doverosa attivazione di indagini serie e approfondite da parte ecclesiale.
Come mai il PAIS ha fatto questa indagine? Per amore della verità o per screditare la Chiesa?
Se si conoscono quei casi possono portarli ai vescovi perché completino loro la verifica della verità.
Perché dal Papa? Sono contenta che non si é pronunciato su questo.
Perché abbiamo bisogno di avere una conoscenza totale dei casi? A cosa serve?
Perché ci siano i fatti della Francia dove i Vescovi si devono dimettere costretti dai giornalisti? Già il socialismo in Spagna sta facendo stragi, forse guidati anche dalla massoneria.
In Spagna lasciamo fare ai Vescovi che loro sanno come é opportuno gestire la situazione.
Ringrazio p. Marcello Neri per questa news che non sapevo. Trovo tristissimo, miope e controproducente l’atteggiamento dei vescovi spagnoli.