Il testo Followers contro. Twitter scompiglia la Chiesa, pubblicato dalla Marcianum Press, nasce come adattamento e sintesi della tesi di dottorato di Fabrizio Mastrofini, discussa presso la Facoltà di Scienze delle Comunicazioni Sociali della Pontificia Università Salesiana, nell’ottobre del 2022.
Il «disordine informativo»
L’attutale proliferare di notizie e opinioni al quale assistiamo, a ogni livello e riguardo a qualunque argomento, non comporta di per sé una migliore informazione per tutti. Anzi. Questo fenomeno – diciamo “quantitativo” – si associa a una pericolosa tendenza: mentre aumenta ogni giorno la facilità di reperibilità delle informazioni, diminuisce la possibilità di verificarne agilmente la correttezza delle fonti o il rigore dell’argomentazione. Questa anti-proporzionalità contribuisce ad alimentare il «disordine informativo» (information disorder).
Il fruitore dell’informazione si può trovare esposto a informazioni false («dis-informazione»), a informazioni false date in buona fede («mis-informazione»), a informazioni vere, manipolate con l’intenzione di calunniare o mettere in cattiva luce («mala-informazione»). Il testo di Mastrofini entra più nello specifico e spiega alcune delle tecniche studiate per diffondere informazioni false, parzialmente vere o comunque tendenziose (dark ads, bandwagon effect, echo chambers, filter bubbles ecc.).
Tutto ciò contribuisce a formare una «società della confusione»: interessi politici, economici e sociali divengono potenziali fonti di distorsione dell’informazione. Risultato: cresce la sfiducia (o per lo meno il sospetto generalizzato), quando non la rabbia e la violenza (vedi il linguaggio dei commenti degli hater nei social media, o a seguito di un qualunque contenuto informativo in rete).
Disordine informativo nella Chiesa
Il testo si propone poi di analizzare nello specifico gli effetti del disordine informativo nella Chiesa, in particolare nel pontificato di Papa Francesco. Si parte da una veloce analisi delle tesi dei detrattori di papa Bergoglio. Le critiche che vengono mosse attaccano le direttrici fondamentali presentate in Evangelii Gaudium: 1) «Chiesa in uscita», ovvero inclusiva, efficace, attenta ai bisogni delle persone (capitolo primo); 2) Chiesa «povera tra i poveri» (capitolo secondo); 3) annuncio evangelico leggero, semplice, che accetta la complessità della storia e vi lavora con generosità e intelligenza (capitolo secondo, seconda parte).
Si passa poi ad analizzare alcuni esempi specifici. Di particolare interesse è quello del «Cristo Nero». Si tratta di un tweet pubblicato dalla Pontificia Accademia per la Vita (PAV) il 12 settembre 2020, in occasione del funerale di Willy Monteiro, ragazzo italo-capoverdiano pestato e ucciso mentre provava a difendere un suo amico. L’immagine fatta rimbalzare attraverso l’account ufficiale della PAV mostrava la Pietà di Michelangelo editata con Photoshop, «in cui il Cristo che giace è rappresentato con la pelle nera».
Le polemiche divennero accesissime, tant’è che richiesero poi alcuni chiarimenti ufficiali (14 settembre 2020, tramite ANSA). I commenti degli hater, tuttavia, non cessarono di moltiplicarsi: si interpretava l’immagine come una difesa del movimento Black Lives Matter (BLM). Il tono dei commenti divenne sempre più critico, aspro, volgare. La PAV ebbe modo di chiarire ulteriormente (29 marzo 2021): «c’è stata una manipolazione di un messaggio contro il razzismo in tutto il mondo. La smentita alle agenzie di stampa è stata semplicemente ignorata, ed è la prova della manipolazione del messaggio. […] Il Cristo Nero nella Pietà non è un messaggio a favore di BLM».
Il pericolo dello «schema binario»
Dopo un’attenta analisi lessicale delle varie reazioni al tweet, Mastrofini abbozza l’interessantissima questione dello «schema binario», che pare attivarsi come reazione a qualunque informazione rintracciabile in rete: «la realtà diventa una contrapposizione fra un noi compatto e privo di differenze e contrasti, e un loro rappresentato come ugualmente omogeneo, una contrapposizione rispetto alla quale si invita […] a fare una scelta netta di appartenenza».[1]
Tale divisione, definita paranoide dalla letteratura scientifica di psicologia sociale,[2] compare in moltissimi contesti sociali globali: «noi e loro, prima di tutto […]. La strategia è segnata dalla presenza di dicotomie radicali». La visione del mondo che fornisce tale “approccio informativo fondamentale” è semplice, estremamente – eccessivamente – stilizzata. È troppo semplice: essa rifiuta e riduce l’inevitabile complessità del reale. In una parola, distorce la verità.
Per una «bioetica dell’Informazione e della Comunicazione Globale»
Nella conclusione del testo viene proposta una possibile via per inaugurare e incoraggiare una modalità di comunicazione più efficace, più limpida, più responsabile. Tale ipotesi viene costruita in particolare per la comunicazione ecclesiale, ma i passi che contempla possono venire applicati e adattati in molte situazioni: 1) «mettere a punto un Piano per la comunicazione capace di delineare con chiarezza obiettivi, strategie, modalità e responsabilità»; 2) «definire le risorse a disposizione»; 3) avviare una «riflessione sull’ecologia della comunicazione», essendo un elemento che inevitabilmente «incide sulle persone, sulle società, sulle relazioni»; 4) mettere in luce e approfondire il collegamento tra la comunicazione e la Bioetica Globale, «ovvero i temi riguardanti le diverse dimensioni e questioni collegate alla vita e alla qualità della vita degli uomini e delle donne del nostro tempo».
L’Autore auspica, così, l’approdo a una «Bioetica dell’Informazione e della Comunicazione Globale»: il principio di «connessione universale» non deve dividerci, rendendoci ottusi tifosi per l’una o l’altra fazione, ma, al contrario, responsabilizzarci, scartando «le correnti di pensiero che proliferano fomentando divisione, rancore, odio sociale e razziali, discriminazioni di ogni forma e di ogni tipo».
Possibili approfondimenti
Il testo, scritto con grande attenzione e dotato di un corposo e rigoroso apparato di note e bibliografico, apre la strada a nuove domande e altre prospettive di analisi. Può essere interessante chiedersi il perché, dal punto di vista sociale e psicologico, del nascere dello «schema binario». Di più. Il testo accenna – ma per ragioni di spazio non approfondisce – la questione di un profondo mutamento antropologico: è il concetto di verità stessa che viene a cambiare con l’attuale esplosione informativa nel web, tramite soprattutto gli attuali strumenti social a disposizione. Anche questa linea più filosofica merita grande attenzione.
[1] G. Cosenza, Semiotica e comunicazione politica, Roma-Bari, Laterza 2018, 5, citato nel testo di F. Mastrofini, 90.
[2] Cf. O. Kernberg, Mondo esterno e realtà interna, Boringhieri, Torino 1985, 197-207. Si parla, più precisamente, di «assunto affettivo di base» di tipo «attacco/difesa». Scatta quando una società è in crisi, ovvero perde di vista i valori fondamentali che la sorreggono e la guidano.