Nella giornata di oggi, 29 marzo, tramite un comunicato del presidente card. O’Malley, sono state annunciate le dimissioni di p. Hans Zollner dalla Pontificia commissione per la tutela dei minori – di cui il gesuita faceva parte fin dalla sua fondazione nel 2014.
Zollner, che è una figura chiave dell’impegno della Chiesa cattolica nell’elaborare prassi di tutela da abusi nei confronti dei minori e degli adulti vulnerabili, ha chiesto al papa di essere liberato da questo incarico sia a motivo dei crescenti impegni presso l’Istituto di antropologia e studi interdisciplinari per la dignità umana e la cura di persone vulnerabili, presso l’Università Gregoriana, sia della recente nomina quale consulente in materia di prevenzione e tutela presso la diocesi Roma.
Il card. O’Malley ha sottolineato l’importanza del lavoro compiuto da Zollner in questi anni nella Pontificia commissione per la tutela dei minori: “egli è stato una costante presenza nel corso degli anni, poiché abbiamo visto la nostra Commissione crescere e trovare la sua strada come il centro di salvaguardia di tutta la Chiesa. P. Zollner ha contribuito a modellare e implementare molti dei progetti e dei programmi che hanno trovato la loro origine nella Commissione deliberazioni, in particolare il Global Summit nel febbraio 2019”.
Non meno dei nuovi impegni sopraggiunti, sulla decisione di Zollner possono aver influito anche la riconfigurazione della posizione della Pontificia commissione per la tutela dei minori legata alla riforma complessiva della Curia romana, da un lato; e, dall’altro, una non piena sintonia tra la visione e le valutazioni di Zollner, in particolare per ciò che concerne i lavori della CIASE francese e anche quelli più recenti della Commissione portoghese, e alcuni alti rappresentanti e uffici di Curia.
Tenendo conto che molte resistenze a un approfondito impegno di indagine, elaborazione delle cause e implementazione delle necessarie politiche di tutela si devono registrare proprio in seno alla dirigenza della Chiesa cattolica, le dimissioni di Zollner rischiano di rappresentare un impasse di difficile gestione e un momento di regressione rispetto a quanto è stato fatto sinora.
Difficile, infatti, trovare qualcuno che abbia la visione complessiva, le competenze professionali e la resilienza spirituale del gesuita tedesco. Si apre così un vuoto che non può non lasciare allarmati quanti sono convintamente impegnati nel lavoro contro gli abusi sessuali all’interno della Chiesa cattolica.
Al di là di ogni considerazione, accanto alle parole di ringraziamento di papa Francesco e del card. O’Malley, tutta la comunità cattolica ha un debito di gratitudine e riconoscenza verso p. Zollner.
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P. Zollner ha però lasciato questa dichiarazione durissima sui motivi che lo hanno indotto a lasciare il suo ruolo, non si tratta affatto solo di un aumento di impegni.