Per il quarto anno consecutivo Milano si fa teatro di una grande fiera dell’editoria che si articola in plurimi eventi snodati su tutto il territorio urbano e che ha l’obbiettivo di porre il lettore in diretto contatto con editori ed autori attraverso il tramite dell’oggetto libro. Le Edizioni Dehoniane Bologna sono anche quest’anno presenti nelle giornate di venerdì 18 e sabato 19 novembre a BookCity con due presentazioni di libri selezionati per il loro considerevole e pregevole grado di interesse e attualità.
Sul tempo della malattia
Il turbante azzurro di Beatrice Gatteschi e Roberto Maier
Conversazione con Silvano Petrosino
Beatrice Gatteschi, una laurea in Lettere classiche, responsabile di una libreria universitaria a Milano, racconta che cosa accade a una donna quando il medico, nel corso di una normale visita di routine, le diagnostica un tumore al seno.
Il diario di quei giorni è raccolto nel libro Il turbante azzurro appunto, un duetto sul tempo della malattia dove la scrittura diventa indagine, scavo, consolazione e dove le pagine del diario di Beatrice si alternano, come in una corrispondenza, con le riflessioni di Roberto Maier, prete milanese, professore di Teologia all’Università Cattolica e alla Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale.
Venerdì 18 novembre, gli autori conversano con Silvano Petrosino, docente di Semiotica all’Università Cattolica di Milano, autore della nota di lettura.
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Collodi voleva davvero dire questo?
Il naso corto. Una rilettura delle Avventure di Pinocchio di Daniela Marcheschi
Conversazione con Riccardo Campa. Coordina Sara Calderoni
A lungo abbiamo attenuato la carica esplosiva di Pinocchio leggendo le Avventure come la parabola di un burattino irrequieto che infine si ravvede diventando disciplinato e conformista. Ma è credibile che un romanzo di suggestivo richiamo e straordinario estro umoristico si concluda come una qualunque opera edificante? E Collodi voleva davvero dire questo? La punteggiatura e l’uso di espressioni che l’autore usa in chiave ironico-satirica ci orientano in tutt’altra direzione: una strizzatina d’occhio, insomma, per avvisare il lettore che il finale della storia è diverso da come sembra.
«Le Avventure di Pinocchio» si aprono nel segno del comico per chiudersi nello stesso segno ( l’irrisione del ragazzino compiaciuto di sé) con perfetta simmetria, in un ridicolo che ridicolizza a sua volta il ridicolo in una molteplicità anarchica e scoppiettante di direzioni. Pinocchio non può diventare «perbene», perché tradirebbe il compito che ne contrassegna il destino irrequieto e dinamico: tener vigile la propria coscienza a costo di risultare perennemente irriverente.
Sabato 20 novembre, Daniela Marcheschi, direttore dell’Edizione nazionale delle opere di Collodi, conversa su questa originale lettura con Riccardo Campa, direttore del Centro studi, documentazione e biblioteca dell’Istituto Italo-latino americano, e Sara Calderoni vice presidente del Centro internazionale di studi sulle letterature europee.
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