Il 27 gennaio si tiene a Bologna, alla Johns Hopkins University – organizzata dalla Fondazione per la collaborazione tra i popoli di Romano Prodi – la presentazione del progetto SESAME (Synchrotron-light for Experimental Science and Applications in the Middle East), il «sincrotrone di luce»[1] realizzato in Giordania, ad Allan, nel cuore del Medio Oriente, da una collaborazione scientifica internazionale che ha riunito intorno allo stesso tavolo la Cina, gli Stati Uniti, la Russia, l’Autorità nazionale palestinese, Israele, il Bahrain, il Brasile, la Gran Bretagna, il Giappone, il Kuwait, Cipro, l’Egitto, l’Iran, la Giordania, il Pakistan, la Turchia la Svizzera e numerosi paesi europei, come l’Italia, la Francia, la Spagna, la Germania, la Grecia e la Svezia. Un elenco che non può non colpire per la coesistenza di una fetta di mondo importante, rappresentata da una varietà culturalmente, politicamente e religiosamente affatto riconciliata di attori.
Si tratta della prima di quattro lezioni che la Fondazione bolognese presieduta da Romano Prodi ha organizzato in vista di una Conferenza internazionale sul ruolo della diplomazia della scienza per la costruzione della pace e della cooperazione, prevista sempre a Bologna nel prossimo mese di aprile (qui gli estremi).
La scienza e la comunione
L’idea che le grandi collaborazioni scientifiche possano risultare uno strumento diplomatico per la loro capacità di intessere rapporti tra i diversi paesi coinvolti si sta facendo strada. Una recente conferenza, organizzata a Beirut dall’Università Euromediterranea (EMUNI) e dalla Commissione europea,[2] ha messo a tema tra le altre cose il ruolo che la diplomazia della scienza può svolgere nel contrastare gli estremismi e addirittura il terrorismo.
Nel 2012, il fisico italiano Ugo Amaldi, intervistato sui grandi progetti internazionali di ricerca attivi al CERN di Ginevra per la rilevazione del bosone di Higgs, aveva espresso una sua convinzione di scienziato che osserva il suo lavoro con gli occhi del credente:
«In un momento così difficile per la vita sociale, soprattutto nel mondo occidentale, vedere tanti giovani scienziati – molti dei quali italiani – pieni di entusiasmo che dedicano la loro vita, con stipendi spesso modesti, a cercare di capire come è fatto il mondo, collaborando a partire da posizioni filosofiche e culturali del tutto differenti, è una bella speranza per il futuro dell’umanità che non può che far piacere all’uomo credente. Il cristiano, infatti, crede in un Dio che lo invita ad avere fiducia nelle potenzialità dell’uomo. Verificare a questi livelli che esiste la possibilità di lavorare insieme senza essere mossi solo da ambizioni o da intrecci economici, è una bella speranza per chi crede nella capacità dell’uomo di ricercare la verità al di sopra degli interessi e degli egoismi di parte.
Ci sono senz’altro forti volontà di primeggiare dietro le grandi collaborazioni scientifiche internazionali. Ma nei laboratori c’è sempre anche una sincera volontà di superare le differenze che crea uno spirito di collaborazione convinta e appassionata superiore a convinzioni e opzioni di vita anche molto differenti. Un atteggiamento a cui noi credenti dovremmo puntare sempre».[3]
[1] Il sincrotrone è un acceleratore di particelle. SESAME, progetto nato sotto l’egida dell’UNESCO nel 2002, consentirà lo sviluppo della ricerca scientifica nel Medio Oriente.
[2] L’evento si è tenuto il 1 dicembre 2016 a Beirut (Libano). Era intitolato: «Towards Enhancing Framework Conditions for Cooperation between the European Union and the Middle East» (qui) e ha indagato, tra le altre questioni, la possibilità di aprire collaborazioni scientifiche tra Unione Europea, Nord Africa e Medio Oriente.
[3] «Passione per la verità. Intervista al fisico Ugo Amaldi», in Regno-att. 2,2012,54.