In Germania ci sono attualmente 19 facoltà cattoliche di teologia. Recentemente era circolata la voce che il Vaticano vorrebbe ridurle a quattro/cinque. Ma la voce è stata smentita in maniera decisa dal sottosegretario della Congregazione per l’educazione cattolica, Friedrich Bechina, in un’intervista a katholisch.de raccolta da Thomas Jansen e pubblicata il 29 gennaio in coincidenza con la pubblicazione della costituzione apostolica Veritatis gaudium di papa Francesco circa le Università e le Facoltà ecclesiastiche. Ecco il testo dell’intervista.
– Mons. Bechina, lo scorso fine settimana, era apparsa la notizia che la Congregazione per l’educazione cattolica vuole ridurre drasticamente il numero delle facoltà cattoliche di teologia in Germania. Per quale ragione?
È una notizia falsa. La Congregazione vaticana per l’educazione cattolica non si è in alcun modo espressa sul numero futuro delle facoltà teologiche cattoliche in Germania.
Nei negoziati con la Conferenza episcopale tedesca e i partner del Concordato ci siamo sempre preoccupati di conservare le sedi delle facoltà teologiche cattoliche. Da parte nostra non si è in alcun modo pensato a una riduzione. Vogliamo però che sia rafforzato il profilo delle facoltà e accelerata la specializzazione. I rispettivi punti di forza delle facoltà devono essere ulteriormente potenziati ma non ogni facoltà deve coprire in egual misura tutte le discipline. Questo è stato raccomandato anche del Consiglio scientifico.
– Saranno perciò conservate tutte le facoltà teologiche?
Questo problema non dipende naturalmente solo dai nostri desideri, ma anche dal fatto se riusciamo a trasmettere in maniera credibile il significato delle facoltà teologiche per l’università e la società. C’è un accordo tra la Congregazione per l’educazione e la Fakulktätentag (Assemblea delle facoltà), di non voler ridurre le facoltà, ma di svilupparle e plasmarle ulteriormente. Questa convinzione è condivisa anche dalla Conferenza episcopale e, almeno in linea di principio, anche dai governi regionali tedeschi interessati. Il problema delle sedi tuttavia non possiamo deciderlo da soli. Questo è possibile solo attraverso il dialogo con i partner del Concordato – cioè con le regioni che finanziano gran parte delle sedi. Nel caso di facoltà puramente ecclesiastiche, i primi nostri interlocutori sono i vescovi e la Conferenza episcopale tedesca.
– In Vaticano è stata presentata una nuova costituzione apostolica, cioè una nuova normativa del papa sugli Istituti di studi ecclesiastici. Quali ripercussioni ha sulle facoltà teologiche cattoliche?
Dietro la costituzione apostolica Veritatis gaudium c’è l’intenzione di conferire alla teologia nell’università, nella società e nella Chiesa una voce percettibile e rilevante e di rafforzarla ancor di più. Il documento fa perciò tre richieste alla teologia universitaria. Primo: deve proclamare il Vangelo nel mondo d’oggi, e ciò significa promuovere un dialogo ancora maggiore soprattutto nel grande pubblico, nella società e anche nella stessa università Secondo: la teologia deve lavorare maggiormente in maniera inter-disciplinare e trans-disciplinare e superare l’autoreferenzialità. E terzo: le diverse facoltà e scuole superiori devono collaborare più strettamente tra loro.
– Quali conseguenze ha la nuova normativa vaticana sulle scuole superiori per la Germania?
Lo scritto è un documento politico inteso a incoraggiare le facoltà a trovare nuove risposte alle sfide del nostro tempo. Non contiene tuttavia – per quanto riguarda le norme concrete – niente di rivoluzionario. La grande flessibilità della legislazione della Chiesa a riguardo degli studi rimane e sarà perfino ulteriormente rafforzata. Le conferenze nazionali dei vescovi devono avere in futuro un margine maggiore di azione. In Germania, in forza dei rapporti Chiesa-Stato, questa è del resto in gran parte già una prassi comune.
–Ci sono dei cambiamenti per le nomine dei professori alle facoltà cattoliche ecclesiastiche nelle università? Per esempio, circa il rapporto numerico tra sacerdoti e laici nelle facoltà?
Bisogna designare i candidati per le cattedre disponibili e in possesso della necessaria qualificazione. Questo lo dicono anche le facoltà teologiche: è un valore se in una facoltà sono rappresentati sia sacerdoti sia laici in modo da ottenere una certa varietà e un carattere dialogico. Una facoltà teologica del tutto senza professori sacerdoti sarebbe, a mio parere, un grande impoverimento e difficilmente raggiungerebbe pienamente il suo scopo.
– Cambierà qualcosa nelle nomine?
Bisogna naturalmente guardare con grande realismo come è la situazione delle domande di assunzione e cosa viene richiesto. Ma penso che in futuro nei concorsi si dovrà attribuire maggior valore al fatto se i professori sono capaci di gestire la loro materia in maniera dialogica, e se hanno la capacità di lavorare in modo interdisciplinare e in rete.