La prossimità con lo «Earth Overshoot Day» di quest’anno (28 luglio 2022), è occasione per riproporre un numero monografico della rivista di filosofia e scienze dell’uomo Idee dedicato all’enciclica di papa Francesco Laudato si’ sulla cura della casa comune, che per l’ampiezza dello sguardo e la qualità dell’analisi provoca «a una sana riflessione a largo spettro, dove ogni sapere con le pratiche conoscitive ed operative che mette in atto viene interrogato in funzione delle sue capacità di fornire strumenti per ripensare le basi e gli stessi fondamenti dell’agire umano». Il fascicolo della rivista Idee qui presentato (anno IX, nn. 17/18, 2019) può essere richiesto alla casa editrice Milella (per posta elettronica).
Non deve meravigliare che una rivista filosofica dedichi uno dei suoi numeri monografici ad un documento come la lettera enciclica Laudato si’ che ha ovvie finalità di carattere pastorale per il mondo dei credenti; come la Fides et Ratio del 1998, che affrontava un problema in comune col mondo dei non credenti per cercare di superare insieme il secolare conflitto tra le verità della scienza e le esperienze della fede, essa è indirizzata a ogni comunità del pianeta, perché investe problemi globali che stanno venendo al pettine in ogni ambito del vivere umano.
Una non comune visione d’insieme
E se Idee si concentra sui contenuti concettuali della Laudato si’ e sulla loro portata, lo fa perché viene richiesto con urgenza l’intervento del pensiero stesso invitato a interpretare e ad interrogare i «segni dei tempi» col dare loro senso per poter agire in maniera più appropriata. In questo, sempre tenendo programmaticamente conto delle strategie messe in atto da diversi capitoli del percorso filosofico-scientifico contemporaneo e da altre figure, sia del primo che del secondo Novecento, che hanno invocato la necessità di un cambiamento paradigmatico sul terreno teorico e quello umano più in generale, una volta venuti meno i principi di base di certa modernità ormai non più in grado di dare risposte adeguate ai problemi odierni.
Inoltre, come ogni altra enciclica e soprattutto quelle degli ultimi pontefici, la Laudato si’ fa tesoro dei risultati raggiunti nelle diverse discipline scientifiche visti all’interno di una non comune visione d’insieme e che a volte la stessa riflessione filosofica ancora non ha del tutto metabolizzato; essi, infatti, vengono considerati delle risorse indispensabili e interrogati per essere di supporto nella ricerca di soluzioni globali e planetarie sempre più non rinviabili data la posta in gioco delle diverse sfide che l’umanità intera si trova ad affrontare.
Per tali non secondarie ragioni e la vastità dei temi presi in esame, tale enciclica, come a suo tempo avvenne per la Fides et Ratio – che come disse Dario Antiseri in un volume scritto con Giovanni Reale (Quale ragione?) necessitava di un vero e proprio «commento epistemologico» –, spinge ancora a leggerla nelle sue pieghe più nascoste, a vedervi un pressante invito ad una sana riflessione a largo spettro, dove ogni sapere con le pratiche conoscitive ed operative che mette in atto viene interrogato in funzione delle sue capacità di fornire strumenti per ripensare le basi e gli stessi fondamenti dell’agire umano.
Per il «cura» del pensiero
E se su Idee, pertanto, trova spazio un fascicolo sulla Laudato si’, è perché, sulla scia di Dario Antiseri, di Mauro Ceruti e di Lorenzo Magnani, essa si può considerare, senza nessuna esagerazione, un vero e proprio laboratorio, un’officina dove si ridimensionano i vecchi arnesi della ragione moderna con gli annessi «assoluti terrestri», che hanno avuto mano libera ad ogni livello da quello teoretico a quello esistenziale per i diversi processi di semplificazione e di assolutizzazione provocati; se ne opera, pertanto, una «riconversione» in senso eco-cognitivo col proporre e forgiare dei «rimedi razionali» ed operativi, alla luce di alcuni risultati raggiunti agli avamposti del pensiero filosofico-scientifico.
Tali «rimedi razionali», termine che mutuiamo da una figura femminile poco nota come Hélène Metzger (1888-1944) impegnata nei suoi lavori storico-epistemologici a disegnare i contorni di una ragione aperta alle diverse dimensioni umane, ad una lettura di diverso tipo possono sembrare avveniristici e lontani per l’urgenza dei problemi.
In realtà, come risultato di una diagnosi non comune dei problemi del nuovo secolo, non cadono in un generico e «ingenuo ottimismo» e possono essere «condivisibili», a dirla con Mauro Ceruti che non a caso cita una considerazione di Pierre Teilhard de Chardin, una delle fonti dell’Enciclica: «Le menti “realistiche” possono pur deridere i sognatori che parlano di una umanità cementata e bardata non già di brutalità, ma d’amore… E, tuttavia, noi siamo giunti ad un punto decisivo dell’evoluzione umana in cui l’unica via di uscita si trova nella direzione d’una comune passione e d’una “cospirazione”».
I diversi contributi presenti nel fascicolo, oltre ad essere frutto di una «comune passione», possono essere considerati interpreti di tale «cospirazione» nel cercare di offrire delle chiavi di lettura della Laudato si’, che a suo modo si presenta tale in ogni pagina ed invita tutti a fame parte e a dare un umile contributo alla «cura» stessa del pensiero. E per facilitare il lettore sono stati individuati dei percorsi che possono chiarire alcuni punti a partire dal fatto che essa si muove per scelta sui binari del pensiero complesso. Anzi, come dimostrano Francesco Bellusci e Salvatore Colazzo è impregnata di complessità e la trasuda da ogni lato, e se ne perdono i punti di forza se tale approccio metodologico non viene tenuto presente.
Sguardi sull’enciclica
Dopo la riproposta del contributo che conserva ancora la sua validità e apparso subito dopo la pubblicazione dell’enciclica di Dario Antiseri e dedicato al pensiero economico messo in atto dai francescani, lo scritto di Lorenzo Magnani la interpella alla luce del suo percorso in centrato sul «modello eco-cognitivo della conoscenza» che permette di capire il tipo di «conversione ecologica» richiesta alla ragione stessa. Il contributo di Silvano Tagliagambe, grazie ai suoi lunghi studi dedicati al pensiero russo ed in particolar modo a quella figura divenuta strategica nel pensiero del Novecento come Pavel Florenskij, spiega le motivazioni dell’interesse degli ultimi due pontefici per la teologia e la spiritualità orientali concentrandosi sul concetto evangelico di «luce taborica».
Seguono dei contributi che da altre visuali cercano di interrogare l’enciclica in alcuni suoi aspetti che possono sembrare non primari, come quello di Carlo Alberto Augieri che ne analizza la «scrittura» in grado di «demitizzare» alcuni concetti tradizionali del linguaggio teologico, operazione utile per capire meglio nel suo più giusto senso la stessa dimensione spirituale assegnata all’impegno ecologico. Enrico Giannetta, grazie ai suoi ultimi studi incentrati sui rapporti tra pensiero scientifico e pensiero teologico e ad una particolare lettura del Vangelo di Giuda, ci introduce in un’analisi storico-filologica di alcuni passi dei testi evangelici per far vedere le consonanze tra il cristianesimo dei primi secoli e quello presente nell’enciclica. Gaspare Polizzi a sua volta rivede alcuni nuclei portanti dell’Enciclica, come l’idea di contratto naturale, alla luce di quel particolare e nello stesso tempo ricco e variegato percorso di ricerca avanzato da Michel Serres.
Parte del fascicolo si concentra poi sulla presenza-assenza nel percorso dell’enciclica di alcune figure del primo Novecento, come Pierre Teilhard de Chardin (Mario Castellana), Simone Weil (Paolo Farina) e Romano Guardini (Andrea Tornasi). Vere e proprie figure «profetiche», ma emarginate che nei rispettivi percorsi teorico-esistenziali, hanno creato ante litteram un’atmosfera concettuale e una carica progettuale ivi presenti anticipando diversi temi oggi al centro dell’attenzione in vari contesti, non solo di ricerca. Segue un reading nel pensiero del Novecento dove alcuni filoni delle cosiddette «filosofia della crisi» e di altri importanti esponenti del pensiero cristiano vengono interpellati per evidenziarne debiti e sviluppi (Luigi Ricciardi).
I contributi dell’ultima parte prendono in esame alcuni «nodi» di fondo della Laudato si’ per la loro importanza prima nel campo dell’agire etico come la cittadinanza ecologica (Riccardo Beltrami), l’etica ambientale (Michele Indellicato), la fragilità e la vulnerabilità (Roberto Massaro), la difesa dell’ambiente come strumento di salvezza (Laura Tundo Ferente); seguono poi due altri scritti che affrontano questioni più specifiche di natura economica che prendono in esame alcune indicazioni dell’enciclica relative all’assolutizzazione del mercato e alle sue implicazioni sociali (Rita Mascolo) e agli orientamenti da dare alla produzione agricola in base all’approccio ecologico (Simona Pisanelli).