Il Premio Comenius è stato istituito nel 2012. Ha lo scopo di onorare una personalità che, nello spirito del pensiero e dell’opera di Jan Amos Comenius, ha dato un contributo significativo all’educazione, all’apprendimento, alla scienza e alla cultura nello sviluppo della comunità internazionale. Il Premio Comenius è stato assegnato a Tomáš Halík, docente all’Università Carlo di Praga, per decisione della giuria nel 2020, ma la cerimonia non ha allora potuto avere luogo a causa della pandemia di Coronavirus. Gli è stato dunque consegnato lo scorso 12 marzo 2022. Pubblichiamo di seguito il suo discorso di accettazione del premio.
Signore e signori, illustri ospiti!
È un grande onore essere il primo destinatario ceco del Premio Comenius.
Questa cerimonia ha dovuto essere rinviata diverse volte, aspettavamo tempi migliori. Ma non appena una tempesta devastante si è placata, ne è scoppiata un’altra. L’Europa è in guerra.
Ogni mattina, nelle ultime due settimane, ho avuto la sensazione che un sogno notturno sia stato sostituito da un altro, terribile, e ho cercato di svegliarmi da esso. È stato simile a due anni fa, quando la prima ondata del Coronavirus ci ha travolto. Quando accendo la TV e ascolto le notizie, all’inizio penso si tratti solo di un film horror o di un documentario di tanto tempo fa. Dopo poco non riesco più a percepire i numeri delle persone uccise, ferite, i numeri dei rifugiati. Il nostro cervello e la nostra immaginazione non hanno la capacità di elaborare tutte le immagini orribili di questi giorni.
Cominciamo a chiederci se il «mondo normale» e la «vita normale» non fossero solo un sogno dal quale ci siamo risvegliati in un’altra realtà, se non fosse un tempo lontano dell’infanzia che non ricordiamo più bene.
Un piano che conosciamo
René Descartes e Comenius sono vissuti in un’epoca simile, un’epoca di guerra, nella quale il mondo veniva radicalmente rimodellato, l’Europa era divisa, tutte le certezze precedenti andavano in frantumi. Nel suo famoso testo, prima di scoprire un nuovo continente di certezza, il soggetto razionale (il «Cogito»), Descartes si domanda se il sogno non sia la realtà e la realtà solo un sogno. Per lui, il garante dell’autenticità della realtà quotidiana è Dio e la sua veracità (veracitas Dei), perché Dio non può essere una specie di demone maligno (daemon malignus). Dio diventa così il compagno silenzioso della ragione nella sua lotta per la certezza in mezzo all’oscurità e alla violenza.
Blaise Pascal e Comenio cercano Dio, il «centrum securitatis», altrove, nel cuore umano. Il cuore ha la sua propria ragione che la ragione non può comprendere pienamente. Nel Labirinto del mondo, il pellegrino di Comenio raggiunge «il limite stesso del mondo e della luce», guarda senza gli occhiali dell’illusione nell’abisso della morte e del nulla. Solo allora avviene la sua conversione alla profondità dell’uomo e del mondo.
Anche noi oggi guardiamo in faccia alla morte. Ci togliamo gli occhiali delle ingenue illusioni che quella attuale sia solo una guerra locale in qualche luogo lontano, che i criminali di guerra al Cremlino si accontenteranno della conquista dell’Ucraina.
Vladimir Putin, l’Hitler del nostro tempo, sta seguendo un piano che conosciamo dalla storia della Cecoslovacchia: prima occupare le zone di confine, poi l’intero paese.
E se il mondo democratico non lo affronta in tempo e con sufficiente fermezza, Putin andrà avanti. E la sua azione sarà un incoraggiamento per i dittatori e ai criminali di guerra di tutto il mondo. I paesi che non si liberano in tempo da ogni dipendenza dalla Russia pagheranno in futuro un prezzo molto alto per la loro cecità e il loro egoismo nazionale.
Libertà, preziosa e fragile
Se l’Occidente permette alla Russia di distruggere la libertà dell’Ucraina, tradirà i valori fondamentali che sono i pilastri della sua identità. Questa guerra è una lotta per il volto morale dell’Europa, una prova di coraggio e solidarietà.
Oggi accettiamo il Premio Comenius ricordando un uomo che ha vissuto la sofferenza della guerra e dell’esilio, ma che non ha perso la fede in Dio, nella vittoria della pace e dell’umanità. Sono convinto che il presidente Zelenskyj e il popolo ucraino, che sta sanguinando nella lotta per il ritorno della pace, della libertà e della giustizia, meritino pienamente il premio Nobel per la pace.
Alle soglie di un nuovo capitolo della storia ceca, Václav Havel, nel suo primo messaggio di Capodanno, ha citato la visione profetica di Comenius secondo la quale il governo dei nostri affari sarebbe tornato nelle nostre mani. Allora abbiamo gioito per il ritorno della libertà. Oggi sappiamo che la libertà è un dono prezioso ma anche fragile; è anche un compito difficile. Deve essere costantemente nutrita, protetta e sviluppata.
È tempo di svegliarsi.
Naarden, 12 marzo 2022