Tempo e calendari domestici

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La visita della mostra “I calendari di Gino Gini” in una Galleria milanese (qui) è l’occasione per illuminare con pensieri e ricordi quei fogli.  Sui numeri e sulle parole di un calendario interveniamo con scritte e segni per appuntare impegni o memorie.

Pagine della quotidianità che volano via dopo mesi e anni. Facilmente dispersi, nonostante la loro utile presenza in case e uffici. È lo stimolo per riflettere sul senso del tempo e il suo fluire e fermarsi grazie al numeratore di istanti, ore, giorni, anni, che Agostino chiamava “anima”.

Per il filosofo e padre della Chiesa – a cui su questo tema molti pensatori sono debitori – il tempo in sé non esiste, ma è una “distensione dell’anima”, la quale con la memoria trattiene il passato, con l’intuizione coglie il presente e con l’attesa si protende al futuro.

Leopardi

Nel presentare il suo lavoro l’artista Gini (Milano 1939) confessa che da circa 20 anni raccoglie calendari. Li vidi infatti tre anni fa sul tavolo di lavoro del suo affascinante atelier posto sul naviglio milanese e condiviso con Fernanda Fedi, compagna d’arte e di vita.

Difficile non pensare al venditore (così scriveva Giacomo Leopardi nella sua breve e intensa operetta morale pubblicata a Firenze nel 1834) che, da un ventennio, distribuiva ogni anno un nuovo almanacco ai passeggeri. Il grande scrittore rifletteva in merito alle umane illusioni che inesorabilmente si ripresentano quando guardiamo al futuro.

Nel dialogo, il passeggero chiede al venditore a quale anno passato vorrebbe che l’anno nuovo assomigliasse. L’uomo non sa indicarne uno, perché non l’attrae l’idea di tornare a vivere ciò che già è trascorso, con il suo carico inevitabile di “piaceri e dispiaceri”. Meglio illudersi del nuovo che sopraggiunge, di un futuro indefinito e casuale in cui si può sperare. È un pensiero amaro che guarda in faccia il lato  negativo della vita e i mali che essa dispensa senza alcun senso apparente.

Il tempo si fa arte

La scelta di Gino Gini – che conserva i calendari e ne fa oggetti artistici – sembra però andare in un’altra direzione e suggerisce, con raffinata ironia, un’idea di tempo in cui entrano in gioco (viste le opere è proprio il caso di usare questo termine) parola e arte propri degli umani.

Attratto da sempre dalla parola poetica visualizzata e autore di bellissimi libri d’artista, Gini non sembra troppo inquietato dal tempo che vola e pare porti via ogni cosa. E neppure dal disordine che si affaccia nella composizione, per quanto ancorata alla rigorosa enumerazione dei giorni.  Il gesto della scrittura e i segni deposti su pagine modeste possono salvare, con la loro colorita ricchezza espressiva, gli istanti che sembrano scivolare nel nulla.

Il messaggio è confortante. L’arte dà un senso ai giorni di chi trova le figure in cui abbandonarsi. Dalle antiche incisioni rupestri ai manifesti del design contemporaneo passando per le ardite scritte futuriste, dadaiste e per la stagione della poesia visiva, le scritture e le cancellature hanno esaltato la parola e la sua forza comunicativa.

Le parole e la fede

Un confronto con la fede religiosa: chi sosta sulla Parola di Dio coglie il valore di un testo di meditazione. Avverte il richiamo di nomi e simboli che illuminano il presente. Eloquente a tal proposito il monito evangelico che avvia il cammino quaresimale: «Sta scritto:” Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”» (Mt 4,4). Testi, parole e Parola sanno nutrire spiritualmente, creando ponti e alleanze sorprendenti.

In un tempo di diffusa omologazione del linguaggio, di slogan ripetuti, di emotività avvolgente (sembra che ai più basti l’espressione “mi sono emozionato” per descrivere vissuti profondi, moti interiori e i vari colori della propria interiorità) diventa indispensabile una parola che superi l’appiattimento in un caduco conformismo.

Sia Agostino (per cui il tempo non è), sia Leopardi vivono anche oggi. Resistono le parole disegnate da maestri che giocano in libertà con vecchi calendari, e dar nuova vita a queste finestre aperte sul trascorrere dei giorni.

L’allestimento della mostra dell’artista Gino Gini in contemporanea a Nizza, in Francia, presso la Galerie Quadrige
I calendari di Gino GINI
Les désordres du temps – testo Gérard-Georges Lemaire
Mostra dal 24 febbraio al 25 marzo 2023
Quadrige Art contemporain – 14, Avenue Pauliani, Nice.

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