Nei giorni scorsi è stato presentato ad Hannover (Bassa Sassonia) il «gruppo di alleanza» per l’Europa composto dal governo del Land, dalle Chiese, da rappresentanti dei sindacati, della società civile e del mondo dell’imprenditoria. Compito del «gruppo di alleanza» è promuovere a livello pubblico tutta una serie di iniziative volte a sensibilizzare la popolazione, soprattutto le generazioni più giovani, sull’importanza concreta e già attuale dell’Unione Europea.
L’Europa non è un agglomerato elitario distante e distaccato, ma sono progetti e realizzazioni concrete che incrociamo quasi ogni giorno nella nostra vita senza saperlo o senza esserne debitamente informati. Come indicava mons. Wilmer, vescovo cattolico di Hildesheim e tra gli iniziatori di questo processo culturale e politico in vista delle elezioni europee, l’Europa «è ciò che da più di cinquant’anni ci permette di vivere in pace. Con l’Europa ne va della pace e della guerra. E la pace non è un esisto scontato, ma una lunga e comune lotta per una solidarietà negoziata».
Tra le parole di mons. Wilmer scorre la persuasione che l’Europa sia la dimensione decisiva e urgente sulla quale si misurano i molti modi possibili di partecipazione politica del cattolicesimo odierno. Un cattolicesimo che, come diventa chiaro in questa esperienza di compartecipazione con altre realtà istituzionali e civili della società tedesca, non può più essere pensato nella forma del posizionamento distinto e solitario, separato da altre figure di persuasione politica, ma deve essere capace di cogliere l’opportunità di stringere alleanze solidali sulle questioni che, nel giro di breve tempo, decideranno non solo del destino del progetto europeo, ma anche della possibilità stessa di politiche locali (e nazionali) che non siano ridotte all’irrilevanza per eccesso narcisistico di valutazione di sé.
Ognuna di queste politiche, che vista nel quadro limitato della sua «potenza» nazionale sembra poter aspirare all’illimitato del potere, in assenza dell’ampliamento comunitario europeo, che non è senza le sue farraginosità e talvolta anche contraddizioni, è destinata semplicemente alla completa irrilevanza davanti alla spartizione del mondo che USA e Cina vanno immaginando a partire dalla loro singola egemonia.
Votare a maggio «per la solidarietà con coloro che sono costretti ai margini della società e per prospettive sostenibili per le generazioni più giovani» (mons. Wilmer), significa esattamente prendere una posizione politica contro l’indifferentismo individualista e l’isolazionismo narcisista delle potenze mondane odierne.
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