Ottant’anni fa, Marian Anderson tenne un concerto sui gradini del Lincoln Memorial. Quell’anno gli organizzatori della Howard University, che l’avevano ospitata per un concerto, tentarono di affittare la Constitution Hall (la più grande sala da concerti allora disponibile). Le «Daughters of the American Revolution», un gruppo di donne discendenti dei partecipanti alla Guerra di Rivoluzione, erano le proprietarie della sala. E questo gruppo composto esclusivamente di donne bianche si rifiutò di affittare la sala da concerti agli organizzatori.
La first lady Eleanor Roosevelt diede le dimissioni dalle «Daughters of the American Revolution» e fece in modo che Marian Anderson potesse tenere il suo concerto al Lincoln Memorial. Quando fu annunciato per la prima volta che a Marian Anderson non sarebbe stato permesso di cantare nella Constitution Hall, la redazione di America pubblicò la presa di posizione che riportiamo in calce (originale inglese qui).
A detta di molti esperti, Marian Anderson è la più grande cantante concertista vivente. Ondate di proteste, da parte di singole persone e organizzazioni, si sono levate contro la decisione delle «Daugthers of the American Revolution» (DAR) di escluderla, per ragioni puramente razziali, dall’ingresso nella Constitution Hall di Washington per un concerto. Queste proteste devono essere prese seriamente in considerazione da coloro che hanno a cuore la causa del vero americanismo.
La questione in gioco non è di carattere legale, ossia se le DAR in quanto associazione privata abbiano il diritto davanti alla legge esistente di procedere a tale esclusione. La questione è molto più profonda e tocca la coerenza di tale atto con quanto le DAR affermano di professare – e insieme con loro i gruppi patriottici che guardano naturalmente a esse come a delle guide.
La democrazia americana è basata sulla convinzione che ogni individuo nella nostra repubblica deve essere giudicato, nel bene e nel male, come un individuo e non come membro di un gruppo. Ogni filosofia opposta a questa conduce, logicamente, al collettivismo e a una definitiva sovversione delle istituzioni democratiche.
Non fa alcuna differenza se l’eccezione viene fatta in nome della razza, delle origini nazionali, dell’adesione religiosa o della classe sociale. Il risultato sarà invariabilmente lo stesso, e in ogni caso contraddice palesemente i principi che le DAR dovrebbero supportare.
Il primo sangue versato nella Rivoluzione Americana è stato quello di un negro. E se il lignaggio dagli eroi rivoluzionari afferma il patriottismo, allora dovrebbe affermare quei principi sui quali è fondato il patriottismo. Il vero patriottismo si basa non su parole o discendenza, ma sulle azioni.