Faenza: i giovani in sinodo

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«Indico ufficialmente il sinodo dei giovani della Chiesa di Faenza-Modigliana per il biennio 2017-2019». Così si legge nel decreto a firma del vescovo Mario Toso, datato 8 aprile 2017. Un’iniziativa coraggiosa che poche diocesi hanno finora intrapreso.

Questi gli obiettivi del sinodo:

– rinnovare e rivivere il proprio incontro con Gesù,

– entrare in dialogo e in amicizia con i propri compagni, anche con coloro che si dichiarano non credenti,

– divenire efficaci comunicatori della fede ai giovani, a partire dalla riscoperta della propria identità cristiana.

Aiutare i giovani «a essere sempre più missionari» – scrive il vescovo – è l’intento di fondo di questo cammino sinodale, mentre per la Chiesa faentina «è tempo di un più attento e generoso ascolto del mondo giovanile». Non ci si perderà in analisi e in discorsi generici. A loro viene data la parola per raccontarsi, per narrare il loro vissuto, perché dicano come vedono la Chiesa. Ma tutto ciò non deve restare lettera morta. Ai giovani, infatti, il vescovo chiede di «diventare protagonisti nel rinnovamento e nella costruzione della comunità ecclesiale, scegliendo gradualmente il proprio ministero, assumendo responsabilità nella catechesi, nell’esercizio della carità, nell’amministrazione dei beni ecclesiastici, nella pastorale».

Non si parte da zero, né come bacino a cui riferirsi (sono stati 210 i giovani della diocesi presenti a Cracovia per la Giornata mondiale della gioventù) né come strutture organizzative. Mons. Toso ha costituito, infatti, la Consulta diocesana dei giovani che ha tenuto il primo incontro nel febbraio scorso. Ecco le parole del presule in avvio dei lavori: «Siete stati costituiti in Consulta per iniziare a vivere un progetto entusiasmante, in particolare per preparare il sinodo dei giovani. Iniziate un cammino per essere Chiesa giovane che diventa capace di incontrare e comunicare con i giovani, per aiutarli a realizzare pienamente la loro gioia in Gesù». Concretamente – ha detto don Francesco Cavina, responsabile diocesano per la pastorale giovanile – saranno gli stessi giovani che «andranno nelle parrocchie per incontrare i coetanei, provando a capire come fare a portare il Vangelo nei vari ambiti della vita: studio, lavoro, famiglia, sport, tempo libero».

Il decreto di indizione scandisce anche i tempi di realizzazione:

* aprile – settembre 2017: fase antepreparatoria che vedrà la scelta delle tematiche e dei giovani sinodali,

* settembre 2017 – maggio 2018: fase preparatoria con invio di un questionario ai giovani del territorio diocesano e incontro con i giovani delle unità pastorali, delle associazioni e dei movimenti,

* settembre 2018 – maggio 2019: assemblea sinodale vera e propria nella quale si tracceranno le linee operative da proporre all’intera diocesi,

* agosto 2019: pellegrinaggio diocesano dei giovani in Terra Santa,

* settembre 2019: chiusura del sinodo e consegna del progetto diocesano di pastorale giovanile.

Perché questa attenzione ai giovani? è stato chiesto a don Cavina. Perché – è stata la risposta – «la Chiesa ha urgente bisogno di mettersi in cammino a fianco dei giovani, di tutti i giovani, anche di quelli “scomodi”, di quelli che hanno abbandonato le nostre parrocchie». E poi – ha proseguito – parrocchie, associazioni e movimenti hanno bisogno di “aria fresca”, di rinnovamento. Non solo: «Troppo spesso “utilizziamo” i giovani perché abbiamo bisogno di loro, ma non li mettiamo davvero al centro della comunità». Dobbiamo renderci contro che, prima di essere il nostro futuro, i giovani sono il nostro presente.

Parlando alla Consulta diocesana dei giovani, il vescovo lo aveva detto chiaramente: sulle orme del prossimo sinodo della Chiesa universale, il sinodo della Chiesa faentina, intende essere «sinodo dei giovani, con i giovani, per i giovani».

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