Mantova-Leopoli: un cuore cattolico

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Mantova e Lviv (Leopoli), due Chiese sorelle: un legame nato nel 1999 per volontà dell’allora parroco di Solferino (MN), don Emilio Gerevini, di altri suoi confratelli, e dell’attuale Presidente dell’Università Cattolica Ucraina e arcivescovo metropolita di Philadelphia (USA) degli Ucraini, mons. Borys Gudziak, allora Rettore dell’Università Ucraina di Leopoli, che sarebbe divenuta poi Università Cattolica Ucraina (UCU). Oggi il responsabile del gemellaggio è don Samuele Bignotti, direttore dell’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della diocesi mantovana.

Venticinque anni fa, poco dopo la caduta del regime sovietico, si presentava la necessità di ricostituire anche la cultura teologica della Chiesa greco-cattolica ucraina, una necessità che però non era disgiunta da un fraterno ascolto degli uomini e delle donne di Leopoli.

Un gemellaggio teologico, dunque, di solidarietà, di comunicazione e di interculturalità, come si percepisce nella Summer School organizzata annualmente da UCU, e in questi ultimi anni dal Center of Modern Foreign Languages dell’Ateneo ucraino, che ad oggi ha dato a circa 500 studenti la possibilità di alloggiare per un mese intero presso alcune famiglie mantovane e di partecipare a corsi di lingua e di cultura italiana tenuti da docenti volontari.

La conoscenza della lingua italiana diviene così occasione di amicizia e di fraternità: la parola, intrinsecamente solidale, è relazione e richiede cura, ascolto, attenzione, curiosità, approccio interculturale capace di vedere nella bellezza delle differenze una risorsa incomparabile.

Solidarietà ininterrotta

La solidarietà tra Mantova e Leopoli non si è mai interrotta in questi venticinque anni, nemmeno con la guerra iniziata nel 2022. Anzi, i rapporti di solidarietà si sono rafforzati e incrementati: come ha ricordato Matteo Amati, direttore di Caritas diocesana, nel febbraio 2022 la diocesi di Mantova si è subito attivata per l’accoglienza di famiglie ucraine, per un totale di 235 persone.

Nella prima fase sono stati fondamentali i Centri di ascolto delle povertà, realtà sparse su tutto il territorio della diocesi impegnate quotidianamente nell’ascolto e nell’accompagnamento sociale. Questi luoghi pastorali, in sinergia con le istituzioni, sono un cuore vivo e pulsante della Chiesa mantovana e vedono la presenza di numerosi laici che giorno dopo giorno intrecciano il tessuto della carità e della fraternità.

Sin da subito numerosi privati cittadini, parrocchie e il Seminario vescovile hanno accolto i nuclei famigliari che chiedevano ospitalità, e si è aperta una raccolta fondi che ha raggiunto la cifra di 344.125,16 € a favore dell’accoglienza in territorio mantovano e dei progetti che si sono e si stanno realizzando direttamente in Ucraina.

Non solo viveri e vestiario, ma anche cultura, cioè integrazione sociale e interculturalità. Infatti, superata la prima fase emergenziale, si sono attivati percorsi di apprendimento della lingua italiana, grazie anche alla Scuola Senza Frontiere di Mantova[1].

Il pane della cultura

Al tempo stesso la diocesi ha proseguito gli scambi con gli studenti dell’UCU, che dal 2019 si sono incrementati anche grazie a corsi online con il coinvolgimento di alcuni istituti scolastici mantovani di indirizzo linguistico.

Come ricorda padre Taras Okis, sacerdote e docente di Italiano dell’Università di Leopoli, «questa condivisione nelle difficoltà ci ha reso e ci rende più forti e più prossimi: più fratelli»[2]. Le lezioni di italiano e gli scambi culturali sono opportunità di amicizia, di arricchimento reciproco e di fratellanza.

È un intreccio di provvidenza divina e di agire umano che lo scorso aprile si è impreziosito della presenza nella diocesi di Mantova del coro Stritennia, il coro dell’Università Cattolica Ucraina di Leopoli. Un’intensa tournée che ha toccato molti paesi di Mantova e non solo, nei quali il coro, costituito prevalentemente da giovani coriste, ha proposto canti liturgici bizantini e canti popolari ucraini. Non sono mancate scene molto toccanti come quando un anziano signore, vicino a una ragazza, forse la figlia, avvolta da una bandiera ucraina, piangeva sentendo quella musica a lui famigliare, quella lingua materna, il profumo della Sua patria, oggi bagnata dal sangue di tanti innocenti[3].

I canti pasquali che il coro Stritennia ha eseguito sono stati canti di speranza, così come la recente visita in Ucraina compiuta da don Bignotti e da alcuni volontari mantovani è stato «un pellegrinaggio della speranza»[4], dal quale si è ricevuta speranza prima ancora di donare speranza.

Il bene più prezioso

Nella lettera che il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI, ha voluto inviare alla Chiesa mantovana per il 25° dell’importante gemellaggio, il porporato ricorda che coltivando il dono di questo legame di solidarietà si aiuta e si viene aiutati. Dopo aver sottolineato che l’amicizia che viene vissuta è «il bene più prezioso», ha concluso con un ringraziamento a tutta la Chiesa mantovana perché sa far risplendere il vero volto della «nostra Madre Chiesa»: costruire la pace con la solidarietà[5].

Ricorda Veronika Shcherbata, studentessa di Social Work ospitata a Mantova quest’anno insieme ad altre sei compagne universitarie: «La partecipazione alla scuola ha rafforzato la mia convinzione che gli scambi culturali siano di grande importanza per la comprensione reciproca tra i popoli. Cucinando piatti ucraini per gli italiani, raccontando loro della nostra cultura e della guerra, ho sentito che stavo dando un piccolo contributo per costruire ponti tra i nostri Paesi»[6].

Il progetto con Leopoli si inserisce nel cammino della Chiesa mantovana lungo i molteplici percorsi della carità cristiana in cui lo sguardo e le mani di ciascuno sanno aprirsi al prossimo oltre ogni confine spaziale. Il compianto mons. Giovanni Volta, vescovo di Pavia originario di Mantova, nell’ottobre 2007, a pochi giorni di distanza dalle esequie di don Gerevini, scriveva:

«Don Emilio amava molto la parrocchia, tuttavia il suo cuore di prete aveva bisogno di spaziare più lontano, non però per disertare la sua gente, ma per arricchirla, perché vivesse in un orizzonte più ecclesiale, più cattolico. S’appassionò per questo alle necessità dei bimbi abbandonati in Romania e nello stesso tempo all’aiuto per la cultura teologica in Ucraina, dando l’esempio che si può vivere in una piccola parrocchia, ma con l’animo aperto a tutta la Chiesa, ai suoi problemi che vanno oltre i ristretti confini del nostro territorio»[7].

Nel suo ultimo viaggio a Leopoli don Emilio, ricordava ancora mons. Volta, era già molto malato e ricevette l’unzione degli infermi in una liturgia bizantina. È forse questa una delle testimonianze più belle della ricchezza del legame con Leopoli.

Poco dopo l’inizio della guerra, mons. Marco Busca, vescovo di Mantova, così si rivolgeva alla Comunità greco-cattolica ucraina che risiede a Mantova:

«La vostra guerra è anche la nostra guerra, le paure e il pianto dei vostri bambini sono nostri, l’urlo che sale dalla vostra terra bombardata lo sentiamo nei nostri cuori, le tante vittime di questa tragedia le piangiamo insieme a voi»[8].

La promessa del vescovo di fare qualcosa per la Chiesa sorella ucraina è stata mantenuta: la Caritas si è subito mobilitata e con lei la fitta rete di solidarietà. I legami mantovani con Leopoli, come quelli con la diocesi di Tirana (Albania), di Banja Luka (Bosnia-Erzegovina) e di Zagabria (Croazia), e con la comunità cattolica di Sighetu Marmatiei (Romania) crescono di giorno in giorno con il contributo di tutti.

Sono relazioni fraterne che rendono il cuore della Chiesa mantovana aperto, ecclesiale, cattolico. Con le parole di mons. Busca, «una Chiesa che respira con due polmoni, quello di occidente e di oriente»[9].


[1] Per il rendiconto dei progetti realizzati al 31 marzo 2024 cf. Gemellaggio di Mantova e Leopoli

[2] https://www.settimananews.it/ecumenismo-dialogo/testimonianza-dalla-ucraina/

[3] Per la tournée mantovana del coro Stritennia cf.

https://www.diocesidimantova.it/appuntamenti/coro-delluniversita-cattolica-di-leopoli-in-concerto7/

[4] https://www.settimananews.it/chiesa/mantova-gemellaggio-con-ucraina/

[5] Per il testo della lettera del Presidente della CEI cf.

https://www.diocesidimantova.it/cdn/documents/Card._Zuppi_-_Ucraini_Mantova.pdf

[6] Cf. https://fl.ucu.edu.ua/en/events/italomovna-shkola-u-mantuyi-v-italiyi-svyatkuye-25-richchya/.

Per il testo in lingua ucraina:

https://ucu.edu.ua/news/italomovna-shkola-u-mantuyi-v-italiyi-svyatkuye-25-richchya/?.

Per la preziosa collaborazione si ringrazia Khrystyna Dzhuhalo, studentessa di Teologia presso UCU e corista del coro Stritennia.

[7] Don Antonio Salvato e Don Emilio Gerevini

[8] Il vescovo Busca alla comunità greco-cattolica ucraina (PDF).

Il 22 luglio 2024, presso il Santuario della Beata Maria Vergine delle Grazie di Curtatone (MN), il vescovo ha ricordato le vittime del conflitto rinnovando l’accorato appello per la pace. Cf.

Omaggio alle vittime del conflitto in Ucraina (PDF)

[9] https://www.diocesidimantova.it/cdn/documents/07-01-17_ome.pdf

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