Dopo la conclusione della visita canonica, svoltasi dal 20 al 22 febbraio 2018, e un anno di commissariamento (dal dicembre 2019), la Congregazione per la Dottrina della Fede ha soppresso la Fraternità Sacerdotale Familia Christi eretta da mons. Luigi Negri, nel 2014, come Associazione pubblica di fedeli e divenuta, dopo appena due anni, Società di Vita Apostolica. Era formata da cinque presbiteri, ciascuno dei quali «non potrà esercitare gli ordini sacri – cioè celebrare la S. Messa, le Confessioni, i matrimoni… – se prima non ha trovato un vescovo il quale, dopo un conveniente periodo di prova nella diocesi a norma del can. 693, lo accolga o almeno gli consenta l’esercizio degli ordini sacri» (cf. can. 701). Riprendiamo il comunicato con cui l’arcidiocesi di Ferrara-Comacchio ha dato notizia dell’evento (qui nel formato originale).
Comunicato del 28 febbraio 2020
Soppressa dalla S. Sede la Società di vita apostolica Familia Christi
Si conclude un iter canonico durato due anni
Con decreto in data 13 dicembre 2019, a firma del card. Luis F. Ladaria, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, trasmesso in data odierna all’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, la Santa Sede ha soppresso la Fraternità Sacerdotale della Familia Christi. La Fraternità – Società di Vita Apostolica eretta da s.e. mons. Negri nel 2014 come Associazione pubblica di fedeli e, dopo appena due anni, nel 2016 come Società di Vita Apostolica e fino ad oggi formata da cinque presbiteri – aveva assunto la cura pastorale della Parrocchia di S. Maria in Vado e la Rettoria del Santuario del Prodigioso Sangue, dal febbraio 2016 al giugno 2018.
In seguito agli esiti della visita canonica alla Fraternità svoltasi dal 20 al 22 febbraio 2018, unitamente a quelli della visita pastorale e delle successive indagini canoniche trasmesse alla Pontificia Commissione Ecclesia Dei della Congregazione per la Dottrina della Fede, il Presidente della stessa, il card. Luis F. Ladaria, ha nominato, in data 1 dicembre 2018, S. E. Mons. Daniele Libanori, vescovo ausiliare di Roma, Commissario plenipotenziario delegato della Santa Sede sulla Fraternità Sacerdotale della Familia Christi, «per verificare la fondatezza degli elementi e delle conclusioni emersi dalla visita canonica» e per determinare eventuali futuri percorsi per la Fraternità Sacerdotale, composta da cinque presbiteri e da alcuni novizi e seminaristi. Il 20 giugno 2019, il Commissario «avendo verificato le difficoltà oggettive per assicurarne lo sviluppo» disponeva «dal giorno 1 luglio 2019 la chiusura dello studentato e del noviziato (compresi gli ospiti, i probandi, i novizi e quanti non incardinati in questa Società di Vita Apostolica)». Nel frattempo, in data 6 giugno 2019, la Congregazione delle Cause dei Santi ha revocato a don Riccardo Petroni l’ufficio di Postulatore per le Cause dei Santi.
Si è arrivati così al Decreto della Congregazione per la Dottrina della Fede, confermato il 6 febbraio 2020 dal santo padre in forma specifica, di soppressione della Fraternità Sacerdotale della Familia Christi e conseguentemente per i reverendi signori Riccardo Petroni, Matteo Riboli, Lorenzo Mazzetti di Pietralata, Emanuele Lonardi, Enrico D’Urso, si applica il can. 701 CIC, in forza del quale ognuno dei sacerdoti fino ad ora incardinati presso la Fraternità Sacerdotale della Familia Christi «non può esercitare gli ordini sacri – cioè non celebrare la S. Messa, le Confessioni, i matrimoni… – se prima non ha trovato un vescovo il quale, dopo un conveniente periodo di prova nella diocesi a norma del can. 693, lo accolga o almeno gli consenta l’esercizio degli ordini sacri» (cf. can. 701); una futura eventuale accoglienza o incardinazione dei sacerdoti sopramenzionati potrà avvenire solamente previo consenso della Congregazione per la Dottrina della Fede, richiesto ed ottenuto per iscritto da una Diocesi o da un Istituto di vita consacrata.
Si conclude un’esperienza riconosciuta non idonea a vivere e formare una Fraternità Sacerdotale di vita consacrata per gravi ragioni religiose, educative e amministrative. Si conclude, inoltre, un iter canonico durato due anni che ha costituito una sofferenza per la nostra Chiesa di Ferrara-Comacchio, segnata profondamente da questa esperienza.
L’arcivescovo ha commentato: «Preghiamo il Signore perché non faccia mai venir meno doni carismatici per la vita e la missione della Chiesa, ma anche l’attenzione ai criteri per il loro discernimento, così come richiamati dalla lettera della Congregazione della Dottrina della fede Iuvenescit Ecclesia: il primato della vocazione di ogni cristiano alla santità, l’impegno alla diffusione missionaria del Vangelo, la confessione della fede cattolica, la testimonianza di una comunione fattiva con tutta la Chiesa, il riconoscimento e stima della reciproca complementarietà di altre componenti carismatiche nella Chiesa, l’accettazione dei momenti di prova nel discernimento dei carismi, la presenza di frutti spirituali quali carità, gioia, pace, umanità, la dimensione sociale dell’evangelizzazione».
Ferrara, 28 febbraio 2020