Si comincerà sabato prossimo, 18 febbraio, e si proseguirà sabato 6 maggio e sabato 21 ottobre 2017. Sono le tre assemblee diocesane previste dalla lettera Discepoli di Gesù per un nuovo stile di Chiesa scritta dal vescovo di Treviso, Gianfranco Agostino Gardin, a consuntivo della visita pastorale alle 51 Collaborazioni Pastorali che raggruppano le 263 parrocchie della diocesi.
Una lettera che guarda al futuro, nella quale il vescovo si chiede quali strade intraprendere per tenere viva o rivitalizzare la vita cristiana. Non si è pensato ad un sinodo, ma a qualcosa di più agile: tre assemblee diocesane da convocare nel corso dell’anno. Questa prassi mons. Gardin la chiama “cammino sinodale”. Cosa fare degli incontri realizzati, durante la visita pastorale, delle conoscenze acquisite, delle considerazioni condivise, perché non vengano «“tumulati” in qualche archivio»? Verranno ripresi e approfonditi in questi tre appuntamenti, in una modalità sinodale, che il vescovo descrive così: «mettersi seduti in cerchio, con atteggiamenti e stile fraterni, in un rapporto in cui risulta l’uguaglianza, dove ognuno può parlare e tutti meritano di essere ascoltati».
Da dove cominciare? Sono due gli obiettivi che il vescovo ritiene particolarmente urgenti: la conoscenza di Gesù e l’incontro con lui e la cura della fede dei cristiani adulti.
Anche il cristianesimo della marca trevigiana «può sempre rischiare di perdere il suo cuore pulsante, la sua “anima”, che è la relazione con Gesù». Il 3 febbraio scorso, avviando il cammino sinodale, il vescovo si chiedeva: «Ma siamo una Chiesa che davvero risponde alla chiamata? Che ne è degli oltre 800.000 battezzati» presenti in diocesi? In poco tempo – scrive mons. Gardin – anche la Chiesa trevigiana ha visto ridursi il numero dei praticanti e registra una maggiore difficoltà nel trasmettere la fede. E, cosa di non poco conto, «il rapporto con Gesù può farsi opaco o flebile non solo in cristiani che vivono piuttosto ai margini della comunità: può diventare tale anche in cristiani che sono considerati, o si considerano, “impegnati”». Perciò «abbiamo bisogno tutti di ritrovare il nostro maestro, Gesù Cristo, di conoscerlo, di incontrarlo e di rimetterci alla sua scuola». La proposta cristiana – annotava il vescovo nella lettera – «non invecchia mai», «anche se attraversa epoche oscure e debolezze ecclesiali».
L’altro obiettivo sono gli adulti, perché «non è pensabile una comunità cristiana senza adulti credenti» e «diventa difficile educare fanciulli e adolescenti alla fede in assenza di credenti adulti».
Tra i due temi – sottolinea mons. Gardin – c’è un legame molto stretto.
L’assemblea sinodale non dovrà, quindi, spaziare su tutta la vita della Chiesa diocesana, ma concentrarsi su questo duplice tema-obiettivo. Il vescovo esorta ad uno sguardo attento alle situazioni reali delle persone, ai loro vissuti, alle loro condizioni concrete, annunciando non principi o progetti, ma un Gesù che si fa presente alla loro storia spesso complessa fatta di fragilità ma anche di potenzialità di bene.
Il vescovo si augura che la sinodalità inaugurata con l’assemblea diocesana diventi un nuovo stile adottato in tutti gli organismi di partecipazione, al fine di dare “un nuovo volto” all’intera Chiesa trevigiana.
Mons. Mario Salviato, vicario dell’Ufficio Coordinamento per la pastorale, ribadisce (cf. settimanale diocesano La Vita del Popolo, 5 febbraio 2017) che
– “sinodale” è stato il lavoro che ha preceduto la stesura delle relazioni presentate durante la visita pastorale, in quanto frutto di incontri fra operatori di parrocchie diverse;
– “sinodale” sarà anche il discernimento che verrà fatto in particolare nell’assemblea prevista per maggio;
– “sinodali”, infine, saranno le scelte compiute dall’assemblea, come “sinodale” sarà anche la verifica se, come Chiesa, si porteranno a compimento le indicazioni scaturite dal confronto assembleare.
E tutto questo – scriveva mons. Gardin – nella speranza «che il cammino sinodale avvii processi, senza l’affanno di vederne subito i risultati».