Dopo che è circolata la voce della decisione del giudice Stephen G. Breyer (83 anni) di dimettersi dalla Corte Suprema degli Stati Uniti, l’apparato politico per la conferma del successore nominato da Biden si è messo subito in moto.
Il senatore C. Schumer, leader della maggioranza democratica, ha affermato la volontà di procedere rapidamente, nei tempi più stretti possibili. Data la maggioranza risicata dei democratici al Senato, affinché questo sia possibile è necessario assicurare la totale compattezza in fase di voto. L’intenzione sarebbe quella di arrivare alla nomina del successore di Breyer entro il termine in corso dei lavori della Corte (giugno-luglio 2022).
Breyer è il giudice più anziano dei tre “liberali” che siedono attualmente nella Corte Suprema. Nel corso del suo lungo mandato, fu nominato infatti da Clinton nel 1994, Breyer si è distinto nel cercare un consenso all’interno della Corte – comprendendo il suo ruolo come un rafforzamento della democrazia offrendo a un paese profondamente diverso al suo interno principi legali chiari.
Inoltre, ha difeso la Corte dall’accusa di essere un corpo che, alla fin fine, agisce seguendo motivi politici più che principi costituzionali: “La mia esperienza più che trentennale come giudice, mi ha mostrato che quando gli uomini e le donne della Corte fanno il loro giuramento lo fanno con un’adesione convinta”.
Non è ancora chiara la tempistica con cui l’amministrazione Biden intende mettere mano alla nomina del successore di Breyer. Si presenta comunque al presidente americano l’occasione di tenere fede a quanto ha espresso più volte, prima e dopo la sua elezione – ossia, di nominare una donna afro-americana alla Corte Suprema.