«Pensare che basterebbe rifiutare nella Chiesa il diritto per ritrovare la Chiesa della carità, sarebbe infilare la strada delle più rovinose illusioni. Una Chiesa che ripudiasse il diritto correrebbe il rischio di essere non la Chiesa della carità, ma la chiesa dell’arbitrio».
Sono parole di Louis Bouyer che servono da sfondo per comprendere l’intento del saggio di Severino Dianich Diritto e teologia, in cui confluiscono saggi pubblicati in occasioni diverse ma che delineano un quadro abbastanza organico e un preciso intento, espresso bene nel sottotitolo: Ecclesiologia e canonistica per una riforma della Chiesa.
Dianich parte dalla duplice convinzione che, da un lato, la riflessione teologica postconciliare ha trascurato il suo compito di contribuire a una figura istituzionale della Chiesa corrispondente all’impulso di rinnovamento del Vaticano II e che, dall’altro, la riflessione canonica è stata in gran parte autoreferenziale, coltivando categorie e linguaggi estranei non solo alla teologia ma anche al mondo giuridico esterno alla Chiesa. Insomma, per dirla con le parole dell’autore stesso: «Se la canonistica si fosse mossa con un po’ più di audacia sul terreno del de iure condendo e se i teologi si fossero occupati un po’ di più delle ricadute dell’ecclesiologia conciliare sulle strutture e sull’ordinamento canonico, oggi avremmo potuto probabilmente avere in mano qualche disegno più preciso di riforma delle istituzioni» (p. 8).
I due casi più eclatanti, menzionati da Dianich, sono la sostanziale marginalità del ruolo dei laici nel governo della Chiesa e la mancanza di un’effettiva collegialità episcopale. Ma, nel saggio, ricorrenti sono le analisi intorno al tema del potere e dell’autorità nella Chiesa, dell’evangelizzazione quale principio ordinatore della struttura ecclesiastica, dell’appartenenza ecclesiale e del confronto con la laicità dello Stato e la società democratica.
È davvero un saggio molto stimolante, scritto in modo limpido e documentato, che vuole contribuire – e lo fa con autorevolezza – a quella riforma delle strutture ecclesiali di cui parla Francesco nell’Evangelii gaudium e che si basa su una conversione pastorale e missionaria.
I contributi di Dianich non hanno la pretesa di essere esaustivi e proprio per questo le applicazioni del suo approccio possono essere varie e feconde. Come non pensare, per fare l’esempio più evidente e attuale, alla regolamentazione canonica del matrimonio, che mostra in maniera sempre più evidente la sua insufficienza a dar conto sia dell’evoluzione dei costumi e delle prassi sia della specificità del matrimonio cristiano?
Severino Dianich, Diritto e teologia. Ecclesiologia e canonistica per una riforma della Chiesa, EDB, Bologna 2015, pp. 360, € 38,00. 9788810412107
Descrizione dell’opera
La Chiesa vive oggi una stagione animata da forti attese e da un diffuso anelito alla riforma di molti aspetti dei suoi costumi di vita e delle sue istituzioni.
Il Vaticano II, nello spirito e nel dettato, è stato già un imponente evento riformatore, che ha trasformato il modo cattolico di pensare e di vedere il mondo producendo vistosi cambiamenti nella liturgia, nella spiritualità, nel rilievo dato alla Parola di Dio e nella maturazione di una coscienza dei laici.
Debole, per non dire quasi nulla, è stata invece l’attuazione del concilio per quel che riguarda le strutture portanti dell’istituzione ecclesiastica. Due casi sono particolarmente evidenti: la mancata attivazione sia della collegialità episcopale che degli strumenti giuridici capaci di sostenere un ruolo attivamente responsabile del popolo di Dio nel governo della Chiesa.
Il volume si propone di cogliere i principali temi che oggi risultano particolarmente problematici per la vita della Chiesa e richiedono una riflessione interdisciplinare di teologi e canonisti in vista della necessaria riforma di molti aspetti delle istituzioni ecclesiastiche.
Sommario
Introduzione. Ecclesiologia e diritto per una riforma della Chiesa. I. Fra teologia, sociologia e diritto. 1. L’ecclesiologia fra la sociologia e l’antropologia teologica. 2. Poteri, libertà e regole: notazioni teologiche. 3. Comunione e diritto. 4. Chiesa locale e Chiesa universale nello sviluppo storico dell’ecclesiologia. II. Forme dell’autorità. 1. L’autorità nella Chiesa. 2. La missione della Chiesa, i laici e la «sacra potestas». Una riflessione teologica. 3. Sinodalità. 4. Per una collegialità intermedia fra il papa e il vescovo. Il modello orientale. 5. Primato e collegialità. L’eredità incompiuta del concilio Vaticano II. III. Nel contesto pastorale. 1. Battesimo e appartenenza ecclesiale. 2. Cambiamenti sociali e appartenenza ecclesiale. 3. Il ministero episcopale e la forma della diocesi moderna. IV. Nel contesto politico. 1. La Chiesa fra la libertà della fede e il sistema sociale della christianitas. 2. Sulle condizioni di dicibilità del Vangelo in una società democratica. 3. La Chiesa di fronte alla laicità dello Stato.
Note sull’autore
Severino Dianich è professore emerito di Ecclesiologia alla Facoltà teologica dell’Italia centrale, dove ha diretto la rivista Vivens homo ed è stato fondatore e direttore del master in Teologia e architettura di chiese. Ha inoltre insegnato alla Pontificia Università Gregoriana e alla Facoltà Teologica di Sicilia. Nel 1967 ha fondato con altri teologi l’Associazione Teologica Italiana, di cui è stato presidente dal 1989 al 1995. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche e divulgative tradotte in diverse lingue, con EDB ha pubblicato Una Chiesa per vivere (2010), Il mestiere dello studente e la vocazione cristiana (2010) e Idoli ella Chiesa. Tentazioni e derive della coscienza cristiana (2015). Ha inoltre curato, con Gianni Cioli e Mauro Valerio, Spazi e immagini dell’eucaristia. Il caso di Orvieto (2007) e con Timothy Verdon La Trinità di Masaccio (2004).
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