La Dichiarazione congiunta («Position Paper») delle religioni abramitiche (cristiani, ebrei, musulmani) contro l’eutanasia e per le cure palliative, resa nota il 28 ottobre, è un risultato importante per la Santa Sede, per mons. Paglia come presidente della Pontificia accademia per la vita, per la società nel suo complesso.
Il documento non è lungo, ribadisce il no ad ogni forma di eutanasia, il sì deciso alle cure palliative come modo di prendersi cura delle persone quando non possono più guarire.
Nel testo, a leggerlo con attenzione, ci sono altri elementi per un serio dibattito medico e sociale: il rifiuto dell’accanimento terapeutico e della medicalizzazione ad ogni costo, il rispetto della volontà autonoma del paziente, la necessità di diffondere una cultura delle cure palliative a livello sociale ma anche a livello medico (in Italia, ad esempio, non esiste una specializzazione nel settore, pur avendo una legge molto avanzata dal 2010!).
Il testo è stato firmato il 28 ottobre nella Casina Pio IV, in Vaticano, da mons. Paglia e dai rappresentanti del Rabbinato di Israele, dal mondo musulmano (presenti, tra gli altri, lo sheikh Abdallah Bin Bayyah e altri rappresentanti delle organizzazione islamiche dell’Indonesia.
Nel corso di una conferenza stampa svoltasi nel pomeriggio del 28 nella sede della Stampa estera a Roma, Marsudi Syuhud, presidente del comitato esecutivo di Nahdlatul Ulama dell’Indonesia, ha sottolineato tra l’altro che l’islam è a totale favore della difesa della vita umana.
Il rabbino Abraham Sleiman, co-presidente del Comitato nazionale israeliano di bioetica e accademico della Pontificia accademia per la vita, ha ribadito con forza l’ipocrisia con cui si parla oggi di «eutanasia»: «è assassinio – ha detto –, altro che buona morte nel senso etimologico del termine!».
Papa Francesco – ha notato mons. Paglia commentando l’udienza avuta in Vaticano – è rimasto «molto contento e lieto di questo documento, perché ha visto che il cammino della fraternità universale faceva un altro passo e per questo ci ha detto di continuare, perché siamo pellegrini verso un incontro fraterno da parte tutti i popoli e di tutti i credenti. Il pontefice mi aveva già detto all’inizio, quando mi ha affidato il compito di redigere congiuntamente questo testo, di quanto si abbia bisogno di gesti fraterni per aiutare il mondo ad essere meno diviso e più solidale».
La Dichiarazione congiunta è stata elaborata da un comitato interreligioso, coordinato dalla Pontificia accademia per la vita, ed è stata firmata anche dai rappresentanti del mondo cristiano (ortodossi, anglicani) oltre che dai cardinali Koch e Ayuso per i rispettivi dicasteri.
Testo completo e documentazione sul sito della Pontificia accademia per la vita in inglese e italiano: www.academyforlife.va